Miraggi

La ballata del Re dei Mendicanti

Jean Richepin
 
Dallo zolfo all'acqua santa. A modo suo è stata una parabola caratteristica quella compiuta da Jean Richepin (1849-1926), poeta e scrittore francese del tutto sconosciuto qui in Italia. Quando era un giovane scalmanato, assiduo frequentatore dell'umanità marginale del Quartiere Latino della capitale, Richepin si fece poeta degli straccioni, dei vagabondi, delle prostitute, dei tagliagola. Il suo esordio fu La chanson des gueux, opera apparsa nel 1876 che gli valse 500 franchi di multa e una condanna ad un mese di prigione per oltraggio al pudore. Ne seguirono altre, scandalose, violente, blasfeme, scagliate contro l'ordine sociale. Per alcuni anni Richepin fece il guastatore nel bel mondo delle lettere e in quello della militanza politica più pacata e ragionevole. Ma come tanti altri poeti e sovversivi, i suoi eccessi giovanili non fecero altro che aprirgli la strada verso il riconoscimento pubblico. Diventò famoso, quindi inoffensivo. Nel 1908 entrò a far parte dell'Accademia Francese, nel 1912 venne eletto sindaco di un piccolo comune. Morì da commendatore della Legione d'Onore. Allora, a cosa era servita tutta la sua ira? Come gli scrisse Léon Bloy fin dal 1877, «L'applauso, l'ignobile schiaffo del pubblico imbecille, ecco il pane quotidiano che occorre alla vostra anima fiera». Ma poiché la sola fierezza è nella rivolta, di Jean Richepin è meglio ricordare solo i versi dedicati alla teppa parigina. 
 
 
Venite a me, straccioni,
derelitti, suonator di cornamusa,
fannulloni, parassiti, delinquenti, meretrici,
E mocciosi, e mocciosette,
ammasso di uomini coi pantaloni alle caviglie,
razza d’indipendenti irosi!
Sono anch’io di questo paese:
Il poeta è il Re dei Mendicanti.
 
Voi che il vento del mattino
che la pioggia più sferzante,
che i gendarmi, i mastini,
i pestaggi, le febbri, la scarsità di cibo
prendete sempre per inezie,
voi il cui abito leggero e lercio
sembra fatto di vecchi giornali,
Il poeta è il Re dei Mendicanti.
 
Voi che il sole caldo ha arrossato,
scemi del villaggio dalla pelle screpolata
che somiglia all’oro del pane gratinato,

servette di riccioli la vostra fronte è piena,

bimbette nude e senza camicette,

vecchi con l’occhio cavato, il naso rugoso

e il mento a schiaccianoci,
il poeta è il Re dei Mendicanti. 
 
 
Oh Mendicanti, sudditi miei, uomini e donne,
io sarò il vostro mastrofuoco.
Vivrai, mondo d’inerti!
Il poeta è il Re dei Mendicanti.