La legge è sacra

Contropelo

La legge è sacra e chi la viola è un delinquente

Max Stirner

Lo Stato migliore sarà evidentemente quello che ha i cittadini più ligi e quanto più il rispetto per la legalità va perduto, tanto più lo Stato, questo sistema dell’eticità, questa vita etica stessa, ne risulta diminuito nella sua forza e nel suo valore. Insieme ai “bravi cittadini” perisce anche lo Stato buono, dissolvendosi in anarchia e illegalità. “Attenzione alla legge!”. Da questo cemento viene tenuta insieme la compagine statale. “La legge è sacra e chi la viola è un delinquente”. Ma senza delitti non c’è Stato: il mondo etico (e tale è lo Stato) pullula di furfanti, d’imbroglioni, di fraudolenti, di ladri, ecc. Siccome lo Stato è il “dominio della legge”, la sua gerarchia, l’egoista, in tutti i casi in cui il suo vantaggio è contrario a quello dello Stato, potrà soddisfarsi solo prendendo la via del delitto.

Regno Unito...

Fuoriporta

Regno Unito: la lotta contro l’esistente continua

Quella notte la stazione di polizia di Tottenham viene attaccata, auto di sbirri date alle fiamme, un autobus londinese a due piani diventa un rottame dopo essere stato incendiato, fotografi della stampa vengono picchiati e privati della loro attrezzatura, questo anche per tutte le menzogne propagate nel corso degli ultimi decenni. Vetri di banche vanno in frantumi. Numerosi negozi vengono saccheggiati, le loro merci gettate in strada. Giovani irrompono nel locale McDonald’s e cominciano a friggere hamburger e patatine. Una rabbia sdegnata schiarisce le menti e si riversa sulle teste degli sbirri. La furia collettiva verso quest’ultimo omicidio poliziesco si unisce a quella dovuta alle quotidiane prepotenze e umiliazioni dell’essere fermati e perquisiti, ai moralismi, alle false promesse, alle vite inutili, alla mancanza di un futuro, alla frustrazione nell’impossibilità di soddisfare i propri “bisogni” a causa dell’aumento delle tasse, alla disoccupazione e al taglio della spesa sociale, ai quattro milioni di telecamere, agli sbirri posti a protezione di ogni negozio, alla colonizzazione di ogni spazio urbano da parte di bar alla moda pieni del chiacchiericcio di chi se ne frega… questo e molto altro ancora di cui non sappiamo ha fomentato il desiderio di spaccare le invisibili barriere di vetro che mantengono lo status quo.

Contre toute autorité...

Ostrogoto [fr]

Contre toute autorité... Feu à volonté !

Pas le temps de vivre, plus la force après des heures de taff à part pour allumer la télé, se lamenter autour de quelques verres de mauvais alcool, d’antidépresseur ou de Subutex, une petite prière et au lit. Sept heures de sommeil nerveux avant de recommencer la même journée de merde jour après jour, tout ça pour un peu de fric qui passera du porte monnaie du patron à celui du propriétaire, d’un commerçant quelconque aux caisses de l’Etat. Facile de tomber dans la dépression, facile de lâcher prise, d’accepter son sort et de se dire que rien ne vaut le coup, d’abandonner tout espoir d’autre chose, de ne plus se soucier, face à sa propre misère, du sort des autres. En quelque sorte, chacun sa merde. Hors de ma famille, de ma communauté, de mon clan, pas d’empathie, aucune solidarité. Au point où on en est, tant que le fric circule et qu’on peut en grappiller quelques miettes (allocs, petits business, minimas sociaux...) pourquoi penser au reste ?

Contro ogni autorità...

Brulotti

Contro ogni autorità... Fuoco a volontà!

Nessun tempo per vivere, nessuna energia dopo ore di lavoro tranne che per accendere la TV, lamentarsi in compagnia di qualche bicchiere di pessimo alcool, di un antidepressivo o del metadone, un abbozzo di preghiera e a letto. Sette ore di sonno agitato prima di ricominciare la stessa giornata di merda, giorno dopo giorno, tutto per qualche spicciolo che passerà dal portamonete del padrone a quello del proprietario, da un qualsiasi commerciante alle casse dello Stato. Facile cadere in depressione, facile lasciarsi andare, accettare il proprio destino e dirsi che niente vale la pena, abbandonare ogni speranza d'altro, senza curarsi, di fronte alla propria miseria, della sorte altrui. Vada come vada, a ciascuno la sua merda. Al di fuori della mia famiglia, della mia comunità, del mio gruppo, nessuna empatia, nessuna solidarietà. Al punto in cui siamo, finché c'è qualche soldo e si riesce a raggranellare qualche briciola (con prestiti, piccoli traffici, sussidi sociali...) perché pensare al resto? Possiamo persino crearci l'illusione che la vita non sia così sinistra rifugiandoci in quel po' di soddisfazione e di confort che la società è ben disposta a concederci in cambio della pace sociale.

L'anarchisme dans le miroir de Maximilien Rubel

Ostrogoto [fr]

L'anarchisme dans le miroir de Maximilien Rubel

René Berthier

L'évolution de la pensée critique de Maximilien Rubel le porta à formuler l'hypothèse que Marx fut un théoricien de l'anarchisme. On imagine aisément que si l'idée n'a pas soulevé l'enthousiasme chez les marxistes, elle n'en pas soulevé non plus chez les anarchistes. C'est que les oppositions entre Marx et les anarchistes de son temps furent telles que si on accepte l'idée d'un Marx théoricien de l'anarchisme, on est forcé de rejeter du «panthéon» anarchiste tous les autres, ce qui évidemment simplifie le débat... en le rendant inutile.

L’anarchismo nello specchio di Rubel

Autopsia

L’anarchismo nello specchio di Maximilien Rubel

René Berthier

L’evoluzione del pensiero critico di Maximilien Rubel lo ha condotto a formulare l’ipotesi che Marx sia stato un teorico dell’anarchismo. È facile immaginare come quest’idea non abbia sollevato l’entusiasmo dei marxisti, né tanto meno quello degli anarchici. Il fatto è che le contrapposizioni fra Marx e gli anarchici della sua epoca furono tali che, se si accettasse l’idea di un Marx teorico dell’anarchismo, si sarebbe costretti a respingere dal “pantheon” anarchico tutti gli altri, cosa che evidentemente semplificherebbe il dibattito... rendendolo inutile.
Questa tesi pone inoltre un altro problema: lo “spazio” dei teorici anarchici è già largamente occupato da individui, alcuni dei quali contemporanei di Marx, che non hanno mai preso in considerazione una simile congettura e di cui si può dire, senza tema di smentita, che l’avrebbero scartata vigorosamente. Maximilien Rubel è dunque nella scomoda situazione di chi si trova solo contro tutti. Peggio, egli pone lo stesso Marx in tale scomoda posizione in quanto, avendo combattuto per tutta la vita contro gli anarchici — in particolare Proudhon e Bakunin —, l’autore del Capitale si troverebbe investito di un ruolo che egli stesso, i suoi avversari e i suoi partigiani avrebbero respinto, ma di cui Rubel si propone di dimostrare la fondatezza.

Britannia brucia

Brecce

Britannia brucia

Handsworth, Brixton, Tottenham. Le sommosse in Inghilterra scoppiate nel settembre del 1985 si sono diffuse come risposta alla repressione poliziesca e al razzismo dei "gruppi di intervento" dei bianchi collegati con i fascisti del "National Front". Alla base un sempre più diffuso malessere sociale e l'impossibilità concreta di dare sbocco reale alla propria vita da parte dei giovani, specialmente west-indiani.

 

Le sommosse britanniche sono l'antefatto di un periodo nuovo che si profila all'orizzonte. Le rivolte non più dettate dalla miseria ma dalla situazione di stallo, dalla reale impossibilità di andare avanti anche in una società che riesce a garantire un minimo di sopravvivenza (e spesso anche più di un minimo). Le rivolte non più della mancanza, ma, per alcuni aspetti, della disponibilità e del relativo benessere (se non proprio dell'opulenza).

Individuals or citizens?

Ostrogoto [en]

Individuals or citizens?

Worldless individuals, we are alone with ourselves. Our critics shake their heads before our meager results and scold us for our lack of willingness. But in the end, let's admit it, one gets bored. Is it possible that there isn't some small place in the sun for us as well? If many consider extremism an infantile disorder, it is by virtue of this banality: only in youth do we feel capable of refusing the world, this world that is not our own. When we are full of strength, with the entire future before us, we fear nothing, neither police charges nor sleeping under the stars, and so even less, disdaining compromises. In this perpetual childhood, everything seems possible and within reach. This is why we refuse to throw our life to the bookkeepers of survival. We love with passion, we hate with fury. And if this exuberance, this proud love of ourselves, has the consequence of exiling us with our solitude, so be it! But then as the years pass, something intervenes. Energy is used up, stockpiles are reduced, ammunition is lacking, we notice that we have very little within reach for confronting what is left of the future.

Individui o cittadini?

Contropelo

Individui o cittadini?

Individui senza mondo, siamo soli con noi stessi.
I nostri critici, scuotendo la testa davanti ai nostri scarsi risultati, ci rimproverano la nostra poca disponibilità. Ma alla fine, diciamocelo, uno si annoia. Possibile che non ci sia un angolino al sole anche per noi? Se l’estremismo è considerato da molti una malattia infantile, lo è in virtù di questa banalità: solo da giovani ci si sente in grado di rifiutare il mondo, questo mondo che non ci appartiene. Quando si è pieni di forza, con tutto il futuro davanti a sé, non si ha paura di nulla, né delle cariche della polizia né di dormire sotto le stelle e tanto meno di disdegnare i compromessi. In questa continua fanciullezza tutto sembra possibile e a portata di mano. Ecco perché non si accetta di dare la vita in pasto ai ragionieri della sopravvivenza. Si ama con passione, si odia con furore. E se pure questa esuberanza, questo orgoglioso amore di sé, ha come conseguenza la messa al bando con la sua solitudine, e sia! Ma poi, col passare degli anni, interviene qualcosa. Le energie si consumano, le provviste si riducono, le munizioni scarseggiano, ci si accorge di avere ben poco in mano con cui affrontare quel che resta dell’avvenire.
Intanto l’inverno sociale avanza, ricoprendo di gelo il paesaggio. In qualche modo, bisogna porre rimedio. Stare allo scarto di questo mondo non è poi tanto comodo, forse riscalda talora il cuore, non le ossa. La comunità sarà anche un luogo terapeutico, nel curare e rimuovere la “devianza”, ma che torpore al suo interno, che pasti assicurati, che letti all’asciutto!

La massa... anarchica

Brulotti

La massa... anarchica

Harry Goni (Enrico Arrigoni)

Ogni vittoria duratura è il risultato di uno sforzo continuato, di una convinzione profonda nella bontà e necessità della meta da raggiungere, di una persistenza e volontà inalterabili di fronte alle difficoltà e magari agli insuccessi che ogni opera da realizzare porta con sé.
Ma perché il trionfo non accompagna immediatamente l’azione, si deve per questo rinunciare a perseguire il nostro scopo? Giammai! Se siamo convinti della bontà d’una cosa, più difficoltà incontreremo che si frapporranno alla sua realizzazione e più energia, più ostinazione dobbiamo usare per farla trionfare. Le opposizioni, le difficoltà non possono servire che da stimolo alla nostra volontà di realizzazione. Coloro che perdono rapidamente la fiducia, che si scoraggiano alle prime opposizioni, non possiedono tempra da lottatore, non porteranno a compimento alcuna opera.

La voglia lavabile

Miraggi

La voglia lavabile

Tutta l’opera di Mynona è un’esortazione a sottrarsi al magnetismo esercitato dalla polarità dell’universo. Di fronte ai dualismi in cui è suddiviso il mondo delle apparenze, l’individuo deve evitare di prendere partito se non vuole alienare la propria libertà poiché «gli estremi non lottano per eliminarsi, ma per trovare una armonia». Così, attraverso il grimaldello del grottesco, nei suoi racconti Mynona annulla la distanza fra questi estremi considerati solitamene antagonisti, provocando bizzarri incontri che incrinano le certezze del senso comune. Ma non bisogna equivocare: Mynona non intende giustificare un relativismo preludio ad ogni opportunismo, ma difendere a spada tratta l’«io integrale» che solo nel nulla creatore può esercitare la propria sovranità.
Personaggio tanto marginale quanto rappresentativo della boheme berlinese di inizio secolo, Mynona è l’alter-ego letterario di Salomo Friedlaender, il «Charlie Chaplin della filosofia», la cui opera
L’Indifferenza creatrice (1917) influenzerà profondamente Dada in Germania.

Orientamento

Brulotti

Orientamento

“Le cose più belle son quelle che prendono fuoco”, recita una canzone di un gruppo alla moda.
Ed è quello che abbiamo pensato quando abbiamo visto le immagini della rivolta di alcuni immigrati, a Bari, stanchi di vivere una vita sospesa.
Fuggiti dalla guerra o dalla miseria o in cerca di fortuna, hanno trovato davanti a loro violenza e ingiustizia.
L’emigrazione, i viaggi durante i quali si rischia la morte, “l’accoglienza” fatta di filo spinato, nel Paese di approdo.

La carta brucia...

Intempestivi

La carta brucia...

Tutte le polizie sono sorelle, come tutte le libertà, sosteneva un vecchio anarchico francese.
Dovevano saperlo bene quelle centinaia di immigrati che di recente si sono scontrati con la polizia, per ore, in quel di Bari.
Erano una parte degli stranieri ammassati nel CARA, il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo, stanchi di trascorrere le loro giornate senza far nulla, nella completa dimenticanza di se stessi e dei propri corpi.
Sospesi in un limbo burocratico per via della loro temporanea condizione di apolidi, nell’attesa che l’autorità decidesse se potessero ottenere asilo politico o dovessero essere deportati verso l’inferno da cui erano fuggiti, stanchi di non esistere, hanno deciso di palesare la loro esistenza anche in assenza di un documento che la affermasse concretamente.

London calling

Ostrogoto [en]

London calling

How many times has it happened? A young man confronting uniformed officers who want to arrest him or humiliate him. He won't put up with it. But his flight or his proud attitude are taken badly by those who are accustomed to being feared and respected. And this is why they reestablish their authority that was called into question in the only way that they know, with violence. One, two shots from a firearm and the recalcitrant young man is sorted out. Tidied up. Removed. An example for others, for his likes. But it's an example that sometimes doesn't work.

Barbari

Contropelo

Barbari

Senza una ragione

Oggi i barbari non si accampano più alle porte della Città. Si trovano già al suo interno, essendovi nati. Non esistono più le fredde terre del Nord o le brulle steppe dell’Est da cui fare partire le invasioni. Bisogna prendere atto che i barbari provengono dalle fila degli stessi sudditi imperiali. Come a dire che i barbari sono dappertutto. Per le orecchie abituate all’idioma della polis è facile riconoscerli perché si esprimono balbettando. Ma non bisogna lasciarsi ingannare dal suono incomprensibile della loro voce, non bisogna confondere chi è senza una lingua con chi parla una lingua diversa.
Molti barbari sono infatti privi di un linguaggio riconoscibile, resi analfabeti dalla soppressione della propria coscienza individuale — conseguenza dello sterminio del significato attuato dall’Impero. Se non si sa come dire, è perché non si sa cosa dire; e viceversa. E non si sa cosa e come dire perché tutto è stato banalizzato, ridotto a mero segno, ad apparenza. Considerato una delle maggiori sorgenti della rivolta, fonte irradiante di energia, nel corso degli ultimi decenni il significato è stato eroso da tutta una schiera di funzionari imperiali che lo hanno frantumato, polverizzato, sbriciolato in ogni ambito del sapere. Le idee che interpretano ed incitano all’azione trasformatrice sono state cancellate e rimpiazzate dalle opinioni che commentano e inchiodano alla contemplazione conservatrice.

London calling

Intempestivi

London calling

Quante volte è successo? Un giovane alle prese con agenti in divisa che vogliono arrestarlo o umiliarlo. Non ci sta. Ma la sua fuga o il suo atteggiamento orgoglioso vengono maldigeriti da chi è abituato ad essere temuto e riverito. E che per questo ristabilisce la propria autorità messa in discussione nell'unico modo che conosce, con la violenza. Uno, due colpi d'arma da fuoco e il giovane recalcitrante viene messo a posto. Sistemato. Liquidato. Un esempio per gli altri, per i suoi simili. Ma è un esempio che talvolta non funziona. Ottiene un risultato diametralmente opposto alle aspettative. Anziché suscitare la passiva obbedienza presso coloro a cui viene rivolto, scatena in loro una furiosa ribellione.

Dopo la Parigi del novembre 2005, dopo l'Atene del dicembre 2008, ed a poche settimane dalla San Francisco del luglio 2011, è la volta di Londra.

Uomo o cane

Brulotti

O servo, o ribelle; o uomo, o cane

Gigi Damiani

Compagno che hai disperato, raccatta lo zaino e l'arme e riconfortati col viatico della tua fede. E marcia.
Tuo padre ti lasciò un regime di semilibertà. Vuoi tu lasciare ai tuoi figli un regime di completa schiavitù?
«Ma il nemico oggi è più forte, più agguerrito di ieri e molti che gli son contro, vogliono sostituire la loro tirannia alla sua». Ed anche questo è vero e perciò tu disperi. Ma la tua disperazione, che sfocia nella rassegnazione, non potrà salvarti. Ed il dilemma che oggi sta, inesorato, davanti a te è questo: O la schiavitù o la lotta. Scegli.
Se vuoi accasciarti nella schiavitù, sdraiati pure nella tua abiezione. Sii servo e goditi le delizie della servitù.
Ma se vuoi essere uomo e cittadino e sentire la dignità di te stesso, allora combatti. Non v'è altra via aperta a te davanti ed ogni neutralità è rinuncia che sconterai a prezzo di umiliazioni indicibili.
E allora?

Ascolta piccolo uomo

Brulotti

Ascolta piccolo uomo

Claude Guillon

Rivoluzionario o marginale, ti accusano di calpestare le tradizioni. Ce n'è almeno una che tu perpetui vigorosamente: la procreazione. Tutt'al più, donna, tu rivendichi nel migliore dei casi la libera scelta del luogo e dell'ora.
Parli di concedere ai tuoi bambini la direzione della loro esistenza, ma è il progetto stesso del loro concepimento che è loro irrimediabilmente esteriore. Non puoi dare la vita, l'imponi.
Tu vivi e, appena nato, vieni portato via per insegnarti a vivere.
Vieni persuaso poco alla volta che è tuo diritto scegliere quando vuoi avere dei figli; adesso domandati se i tuoi figli hanno scelto di farsi avere.
Tutto ciò ovviamente non avrebbe alcuna importanza se vivessimo in paradiso. Ma il paradiso non esiste. Che le tue motivazioni per fare figli siano «naturali» o meno importa poco; il nostro mondo non è «naturale». I tuoi bambini te lo vomiteranno in faccia; e se lo accettassero...!

Santo Che

Autopsia

Santo Che

martire guerrigliero

 

Una contadina accende una candela al santo e prega affinché il suo figliolo goda di buona salute e la raccolta di patate vada bene. Le sue preghiere, come le preghiere degli altri contadini, sono già state esaudite in passato — sostengono gli abitanti del villaggio. «Assomigliava a Nostro Signore, là steso morto nella scuola», dice la contadina all’intervistatore televisivo. Il nome del santo miracoloso? Ernesto Che Guevara!
Non prendiamo in giro questi contadini. Non guardiamoli con l’arroganza tipica di chi vive nel Primo Mondo. Non c’è dubbio che il Che “interviene” nelle loro vite afflitte dalla povertà, come fanno tutti gli altri santi. E poi, chi siamo noi per sostenere l’assoluta conoscenza del mondo, della mente umana e di tutti i suoi funzionamenti?
Come si sentirebbe il Che per l’incenso e le candele bruciate in suo nome? In quanto militante comunista ed ateo, avrebbe liquidato tutto ciò come rozza superstizione di un passato reazionario. Che ironia, per una persona simile. Ma non sono solo i contadini boliviani a riverire il guerrigliero morto. Quarant’anni dopo la sua morte, la sua immagine è affissa sulle pareti delle stanze di metà degli studenti del mondo. Il suo sguardo duro e ascetico ci punta da innumerevoli magliette e spillette. La mistica di Che Guevara è pervasiva.
Inutile domandarsi se meritasse questa idolatria. Di primo acchito, si potrebbe dare una risposta affermativa incondizionata.

The Ideology of Victimization

Ostrogoto [en]

The Ideology of Victimization

Feral Faun

In New Orleans, just outside the French Quarter, there's a bit of stenciled graffiti on a fence that reads: "Men Rape." I used to pass by this nearly every day. The first time I saw this, it pissed me off because I knew the graffitist would define me as a 'man' and I have never desired to rape
anyone. Nor have any of my bepenised friends. But, as I encounter this spray-painted dogma every day, the reasons for my anger changed. I recognized this dogma as a litany for the feminist version of the ideology of victimization- an ideology which promotes fear, individual weakness (and subsequently dependence on ideologically based support groups and paternalistic protection from the authorities) and a blindness to all realities and interpretations of experience that do not conform to one's view of oneself as a victim.

L’ideologia del vittimismo

Brulotti

L’ideologia del vittimismo

Feral Faun

Ci passavo accanto quasi ogni giorno. Era una scritta murale che recitava: «gli uomini stuprano». La prima volta che l’ho vista mi ha infastidito, perché sapevo che chi l’aveva fatta mi avrebbe definito «un uomo» e io non ho mai desiderato stuprare nessuno. E lo stesso si può dire per i miei amici pene-dotati. Man mano che ogni giorno mi imbattevo in questo dogma murale, i motivi della mia rabbia cambiavano. Interpretavo questo dogma come una litania della versione femminista dell’ideologia del vittimismo — un’ideologia che sostiene la paura, la debolezza individuale (con una conseguente dipendenza da gruppi ideologici di sostegno e protezione paternalistica da parte delle autorità) e una cecità di tutte le realtà e le interpretazioni di esperienze che non si conformano alla propria considerazione di se stessi come vittime.
Non nego che esista qualche realtà dietro l’ideologia del vittimismo. Nessuna ideologia funzionerebbe se non avesse un fondamento qualunque nella realtà. Abbiamo tutti trascorso le nostre intere vite in una società fondata sulla repressione e sullo sfruttamento dei nostri desideri, delle nostre passioni e della nostra individualità, ma è certamente assurdo abbracciare la sconfitta definendosi nei termini del nostro vittimismo.

Affinity

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Affinity

Alfredo M. Bonanno

Anarchists have an ambivalent relationship with the question of organisation.
On the one hand there are those who accept a permanent structure with a well-defined programme and means at their disposal (even if only a few), that is divided up into commissions, while on the other there is a refusal of any stable relationship, even in the short term.

La Corde raide

Ostrogoto [fr]

La Corde raide

Pendant que se déchainait au Val Susa la bataille entre les volontaires accourus défendre la Libre République de la Maddalena contre les prétoriens envoyés pour imposer la République d’Italie Esclave, un bûcher nocturne détruisait à Rome la nouvelle salle de commandement de la gare Tiburtina (un noeud du Tav), bloquant le trafic ferroviaire national.

Contro il partito unico rivoluzionario

Contropelo

Contro il partito unico rivoluzionario

L'idea di un fronte unito rivoluzionario viene solitamente fatta risalire agli albori della rivoluzione russa, ed attribuita al Partito Bolscevico in generale e a Trotsky in particolare. Ecco perché i dibattiti più conosciuti su questo argomento scoppiarono soprattutto a partire dal 1919.
Ma, in realtà, la proposta di un'unione di forze rivoluzionarie diverse contro il nemico comune era già stata formulata alcuni anni prima in Francia da Gustave Hervé, il capo redattore de
La Guerre Sociale. E la sua proposta non era affatto passata inosservata, suscitando aspre discussioni a livello internazionale.
Quelli che seguono, ad esempio, sono due interventi di Luigi Galleani apparsi nel 1910 su
Cronaca Sovversiva, il settimanale che egli redigeva negli Stati Uniti.

Corda tesa

Ostrogoto [en]

Corda tesa

While in Val Susa the battle between the volunteers rushing to defend the Free Republic of the Maddalena was raging against the Praetorians sent to enforce the Republic of Slave Italy, a blaze in the night in Rome destroyed the new control room of Tiburtina station (a node of the Tav), blocking the national rail traffic.

Dallo stupore alla stupidità

Miraggi

Dallo stupore alla stupidità

A.C.

Ci cacciano dentro un labirinto, parlandoci della comunicazione e ci costringono a regredire per amore del superamento futuro e dell'espansione finale. I nostri maestri non escono più dalla logomachia, e dopo aver sostituito tre dozzine di parole, che capiamo, con tre dozzine di parole sconosciute, mediante le quali creeranno un codice a loro uso e consumo, ci informano di aver gettato nuove basi e ci invitano a tributar loro ammirazione.