Egregio Generale

Brulotti

Egregio Generale

Y. B.

Egregio Generale,
lei mi ha recentemente scritto che «in considerazione dell’avanzato stato di guerra in cui ci troviamo… e in considerazione dei requisiti operativi che ne conseguono», sono stato chiamato «a compiti operativi nei settori di Horon». Le scrivo per comunicarle che non ho intenzione di rispondere a questa chiamata.
Negli anni Ottanta, Ariel Sharon ha edificato decine di insediamenti per i coloni nel cuore dei territori occupati, una manovra il cui fine dichiarato era la completa repressione e spoliazione del popolo palestinese. Oggi, queste colonie controllano da vicino metà della regione, soffocando l’espansione delle città e dei villaggi palestinesi e impedendo il libero movimento dei suoi abitanti. In questo nuovo secolo, Sharon, attuale Primo Ministro, sta preparando la fase finale di questo progetto: ha infatti impartito gli ordini operativi al suo segretario, il Ministro della Difesa, e questi sono poi stati trasmessi attraverso la linea gerarchica.

Kick It Till It Breaks

Ostrogoto [fr]

Kick It Till It Breaks

Une introduction à "Angry Brigade"

Ravage Èditions

Dans la nuit du 12 janvier 1971, la couverture du Times est explicite : « Deux bombes ravagent la maison de Carr un jour de protestation ». Robert Carr était à l’époque le ministre de l’emploi du gouvernement Heath, conservateur, fraîchement élu. Il était responsable du projet de loi sur les Relations Industrielles, adopté un peu plus tôt dans la journée, et provoquant de nombreuses manifestations ouvrières. Cette attaque directe sera revendiquée par un groupe nommé « Angry Brigade » dans un contexte de tension sociale généralisée tel que l’Angleterre n’en a plus connu depuis ; au moment où dans toute l’Europe et sur tous les continents, de nombreux groupes s’organisent pour attaquer physiquement les structures du capitalisme et un certain ordre moral que les années 68 n’auront pas réussi à mettre en pièce. D

Kick It Till It Breaks

Brulotti

Kick It Till It Breaks

Una introduzione a “Angry Brigade”

Ravage Èditions

La notte del 12 gennaio1971, il titolo del Times è esplicito: «Due bombe devastano la casa di Carr in un giorno di proteste». All’epoca, Robert Carr era Ministro del lavoro nel governo del conservatore Heat, eletto pochi mesi prima. Era responsabile del progetto di legge sulle Relazioni industriali, adottato quello stesso giorno, che aveva provocato numerose manifestazioni operaie. Questo attacco sarà rivendicato da un gruppo chiamato “Angry Brigade”, in un contesto di tensione sociale generalizzata che l’Inghilterra non ha più conosciuto. Ciò in un periodo in cui in tutta Europa e in ogni continente numerosi gruppi si organizzano per attaccare fisicamente le strutture del capitalismo ed un certo ordine morale che gli anni trascorsi dal ’68 non sono riusciti a spezzare. Un po’ dappertutto ci sono ondate di proteste massicce, una gioventù disillusa da un sistema che non smette di dotarsi di mezzi sempre più efficaci per annientare gli individui e seppellire i sogni di un mondo diverso, una gioventù esaltata dalla prospettiva di una trasformazione radicale dell’esistente.

«La Natura, c'est moi»

Contropelo

«La Natura, c'est moi»

L’idea di ciò che potrebbe essere la vita umana è già così perduta, così dimenticata, così rovinata e ormai poco immaginabile che si è oramai incapaci di elaborare una seria argomentazione in grado di contraddire la duplicazione dell’uomo in laboratorio. La manipolazione genetica finisce coll’abbattere le barriere naturali che erano rimaste fino a un dato momento a baluardo contro l’espansione industriale. Ma quella che viene conosciuta in laboratorio non è che la "vita" in laboratorio, vale a dire niente: un "meccano genetico", una costruzione arbitraria che potrebbe diventare osservabile come forma di vita solo se ricollocata nella natura. Ecco che l’ottusità confina con la stupidità in coloro che reclamano vigilanza, garanzie, in breve un affidamento al vecchio metodo sperimentale. Il mondo "trascurato", lasciato da parte dal metodo sperimentale, diventa in realtà l’oggetto dell’esperimento continuando però ad essere ignorato.
La manipolazione genetica abbatte le barriere naturali rimaste a baluardo contro l'espansione naturale. Ma a provocarci disagio è solo la visione fantascientifica di individui fabbricati in serie nelle incubatrici di una industria della riproduzione?

L'Egitto tra...

Fuoriporta

L'Egitto tra rivoluzione e reazione

È vero che quanto accade a migliaia di chilometri di distanza non è comprensibile, contrariamente a quanto succede appena dietro l'angolo? Che è possibile farsi un'idea unicamente di quello che conosciamo, di sentire il contesto nel quale siamo cresciuti? Ed è per questo che abbiamo poco da dire a proposito di un ambiente nel quale non abbiamo mai passeggiato, o di un luogo di cui non siamo originari? Che chi ha visto mezzo mondo deve per forza avere l'ultima parola? Che possiamo dire qualcosa a patto di aver letto dieci libri? È come se fossimo alla ricerca dello «specialista», di qualcuno a cui concedere una certa autorità in materia. Qualcuno «di laggiù», o magari un giornalista. Qualcuno a cui si potrebbe credere, «così è», e che ci permetta di smettere di riflettere per conto nostro. E inoltre: che ci bombardi con «i fatti» e stimoli in tal modo assolutamente tutto, tranne una nostra riflessione relativa alle «possibilità».
La rivoluzione egiziana è stata, fin dall'inizio, descritta dai media occidentali come «una rivoluzione della classe media di twitter», «un evento pacifico in una piazza», «una saggia rivoluzione per la democrazia e le libertà liberali sostenute dall'esercito».

My jsme to 1 procento

Ostrogoto (cs)

My jsme to 1 procento

Viděli jsme vás. Slyšeli jsme vás. Jste teď všude. Jste těch 99%, kteří protestují proti excesům kapitalismu a zneužívání státu. Jste těch 99%, kteří požadují volební reformy, sociální alternativy, ekonomickou pomoc, politická opatření. Vy jste těch 99% rozrušených tím, že ztrácíte svoji budoucnost, že už nebudete moci žít tak jako doteď: práce, plat, půjčka na dům, penze. Žij a nech žít jako minimum. Kariéra jako maximum. To je, oč žádáte. Nechcete platit za „krizi“, chcete, aby se vše vrátilo ke starému.

Smascherate i fisici!

Brulotti

Smascherate i fisici, svuotate i laboratori!

Nulla, assolutamente nulla, distingue oggi la Scienza da una minaccia di morte permanente e generalizzata. La questione è chiusa, quella di sapere se la scienza saprà assicurare il benessere dell’uomo o condurlo alla sventura, tanto ormai è evidente che ha cessato d’essere un mezzo per diventare un fine. La fisica moderna ci ha promesso, ci ha dato, e ci promette ancora, come suoi tangibili risultati, cataste di cadaveri. Fino a ieri, di fronte ai conflitti tra nazioni, di fronte alla possibile distruzione di una civiltà, reagivamo secondo i nostri criteri politici e morali abituali. Ma oggi ci troviamo davanti a una specie umana votata alla distruzione totale per l’impiego cinico di bombe nucleari, fossero anche "pulite" (!), o per le devastazioni causate dalle scorie che, nell'attesa, avvelenano in modo imprevedibile le condizioni atmosferiche e biologiche della specie, data la delirante competizione dei governi nelle esplosioni "sperimentali", sotto la copertura di “fini pacifici”. In queste condizioni il pensiero rivoluzionario vede le sue attività elementari ridotte ai minimi termini, al punto che per ritemprarsi deve risalire alle proprie origini di rivolta e, lontano da un mondo capace solo di nutrire il proprio cancro, ritrovare gli impulsi ignoti del furore.

Rivoluzione e disciplina

Brulotti

Rivoluzione e disciplina

Promoteo [Renato Souvarine]

Anzitutto la rivoluzione è, e deve essere, disordinata, indisciplinata, senza di che non sarebbe più rivoluzione. Il detto che «per creare un ordine bisogna formare un disordine» viene a confermare la nostra critica spassionata. Ve la immaginate voi una rivoluzione senza sconvolgimenti in tutte le istituzioni attuali e in tutte le funzioni individuali e collettive? È appunto in ciò che sta la rivoluzione stessa, sia nel suo principio, come nel suo sviluppo.
Se il proletariato fosse tutto disciplinato sarebbe incapace di fare la rivoluzione. Perché questa avvenga e trionfi, abbisogna il concorso benefico d'una folla indisciplinata, audace, irrequieta. Si dovrà non ascoltare i capi, tutti i capi, anche quelli socialisti, anzi questi più degli altri, perché sono essi che dicono al proletariato di resistere e di prepararsi alla rivoluzione, salvo poi a richiamarlo alla «disciplina» quando scende in piazza e vuole farla sul serio. Disciplina significa insomma obbedire agli ordini di pochi e sottomettersi ai loro voleri.

Suicidio

Contropelo

Suicidio

Alfredo M. Bonanno

Affrontare il problema del suicidio equivale ad affrontare uno dei punti essenziali della problematica umana, in quanto immediatamente esso conduce al problema della morte, del limite dell’esistenza, cosa questa che resta nello stesso tempo un punto di riferimento e qualcosa da cui cerchiamo di allontanarci per quanto possibile.
Problema della morte e problema della scelta di morire, sono ambedue estremamente complessi e di larga trattazione nella storia del pensiero umano.

Precisiamo che qui non ci occuperemo del problema esistenziale delle scelte, che pure presenta importanti elementi di riflessione, come non ci occuperemo neanche del problema del valore, in astratto, della vita. Non ci occuperemo, sotto un altro aspetto, nemmeno del problema della condanna religiosa del comportamento che sceglie il suicidio.

Ci sembra opportuno, invece, fare alcune riflessioni sulle condizioni obiettive che contribuiscono a produrre il fenomeno del suicidio. Motivi soggettivi e condizioni oggettive.

Riso sacrilego

Brulotti

Riso sacrilego

Erinne Vivani

Noi ridiamo di chi grida «viva questo e viva quello», di chi va alle dimostrazioni con le mani in tasca e si lascia bucare la pancia, di chi, per sollevarsi, attende gli ordini dalla direzione centrale del suo partito; di chi, sollevatosi, ascolta i capi che lo esortano alla viltà, di quelli che, con le braccia incrociate e con lo stomaco vuoto, attendono il sole dell'avvenire, come se esso potesse sorgere da sé da un minuto all'altro.
E come ci fanno ridere quei sovversivi che, in nome della libertà, vogliono abbattere l'attuale governo per sostituirlo con un'altra tirannide!
Ci suscitano pure il riso tutti i simboli e tutti i riti. Alla processione dei religiosi venne sostituito il corteo, alla predica il comizio sullo stesso tono, al baldacchino il vessillo. I ritratti dei dirigenti tengono il posto dei ritratti dei santi e delle madonne, e i nuovi cristiani, invece di cantare gli inni sacri cantano quelli patriottici o sovversivi. Nulla è mutato, né nella forma, né nella sostanza, da venti secoli ad oggi.

Bisogna pur incominciare

Miraggi

Bisogna pur incominciare

A. C.

E soprattutto voi, mio corpo e mia anima, trattenetevi dall'incrociare le braccia nell'atteggiamento sterile dello spettatore, poiché la vita non è uno spettacolo, poiché un mare di dolore non è un palcoscenico, poiché un uomo che grida non è un orso che balla...

 

Parole?
Ah sì, parole!
Ragione, ti maledico vento della sera.
Sinonimo d'ordine il tuo nome?

Idee vecchie

Macchianera

Idee vecchie

Un'idea esagerata di libertà
Giampiero N. Berti
Elèuthera, Milano 1994

  

Diciamo subito che non si capisce per quale motivo siano solo i pensieri dei pensatori a costituire la teoria anarchica e non anche le azioni degli anarchici, di tutti gli anarchici. Non si capisce cioè come, per un'ipotesi teorica che presuppone l'azzeramento di ogni distinzione di metodo, valga la regola generale che il pensatore pensa e l'uomo d'azione agisce, ognuno nella sua sfera e che queste sfere possano incontrarsi solo nel rapporto di causa (l'idea) e di effetto (l'azione). Tutto questo è infantile. Andando alla ricerca dei modi in cui quel pensamento si è realizzato, non si può non incontrare contributi che si sono realizzati nella parola scritta, accanto a contributi che si sono realizzati nell'azione. Partire dal presupposto che solo la teoria deve essere tenuta presente, cioè la teoria che si coagula nei libri, è non solo parziale ma filosoficamente autoritario in quanto presuppone un predominio della teoria sull'azione, una luce che la ragione dominante dovrebbe fare riflettere sull'azione dominata.

Il giardiniere timido

Brulotti

Il giardiniere timido

Il momento migliore per il giardiniere timido è, ovviamente, la notte; quelle senza luna sono da preferirsi a quelle con la luna piena. Avete due possibilità: al mattino presto non ci sarà nessuno ma dovete tenere a mente la durata del lavoro per non essere sorpresi dalla luce, nelle prime ore della sera avrete il vantaggio di potervi muovere senza destare troppi sospetti. Le zone che ci interessano sono spesso molto frequentate nelle prime ore del mattino, molti agricoltori cominciano ad uscire fuori anche all'alba. Se avete torce copritele con un nastro adesivo rosso per renderle meno visibili da una certa distanza. Tenete a mente che la pioggia fornisce una buona protezione rendendo più difficile l'essere visti o uditi. La sicurezza della scelta è imperativa. Assicuratevi che il posto sia quello giusto. Nei posti delle università o delle ditte biotech ci potrebbero anche essere guardie, cani o sistemi di sicurezza: la prudenza vi farà rimanere liberi!

Canzone della forca

Miraggi

Canzone della corporazione dei fratelli della forca

 

Christian Morgenstern (1871-1914) è uno dei più noti poeti tedeschi del grottesco. La sua opera più celebre è Canti della forca (o Canti patibolari), apparsa nel 1905 e che gli diede grande fama.
Le poesie raccolte in quest'opera sono immaginate come canzoni di un gruppo di impiccati.
Nella prefazione Morgenstern afferma di aver inteso esprimere attraverso la «poesia del patibolo» la sua concezione del mondo, la sua riflessione sull'essere umano:
«La poesia della forca è un aspetto della concezione del mondo. È la libertà senza scrupoli del rimosso, dello smaterializzato, che si manifesta in essa. Si sa che cos'è una futura matricola: l'invidiabile passaggio intermedio tra i banchi di scuola e l'Università. Ebbene: un fratello di forca è l'invidiabile passaggio intermedio tra l'uomo e l'universo. Nient'altro. Dal patibolo si vede il mondo diversamente e si riconoscono le altre cose come l'Altro».

Noi

Brulotti

Noi

Secondo la celebre frase di Mark Twain, «i redattori e le persone che hanno i vermi» sono i soli a poter utilizzare il termine «Noi», ma a quanto ci risulta nessuno ha mai fatto un'analisi approfondita dei rapporti di potere nascosti in questo monosillabo.
«Noi» suona egualitario, comune e cooperativo, anche se il più delle volte indica di fatto dei rapporti sociali gerarchici e coercitivi. Anche il fascismo, non scordiamolo, è una forma di collettività. Nella prima fase della nostra indagine, abbiamo scoperto diverse varianti del termine «Noi». Eccole, anche se si tratta di un elenco ben lungi dall'essere esaustivo:
Il Noi del leader: «... e noi daremo la nostra vita, se occorre, per proteggere la nostra patria!».
Il Noi del manager: «Quest'anno siamo riusciti ad aumentare la produttività del 25%, e questo investirà anche i profitti».

Create invasioni!

Brulotti

Finitela di digerire tutto... Create invasioni!

Signore e signori!
Il campo di calcio è il campo di concentramento delle illusioni su voi stessi.
Mentre 22 lavoratori ben pagati per la loro alienazione si affrontano mascherati da gladiatori, voi vi avvolgete nelle bandiere di una patria che ha per sacri confini da difendere il risultato e la classifica.
Fate a botte tra di voi come formiche impazzite mentre i vostri padroni ridono di voi e della vostra nevrotica ingenuità guardando con distacco la partita dalla tribuna. La vostra passione per il calcio è un calcio alle vostre passioni: spettatori della partita come dell’intera vostra vita. Il calcio potrebbe essere un gioco divertente e invece è il momento in cui venite definitivamente giocati.
Non vi diciamo di abbandonare il calcio, sono sciocchezze. Piuttosto guardate la sua reale funzione attraverso la quale si cerca di mimetizzare la reale miseria a cui siete asserviti.
Finitela di digerire tutto!