Io commercio in porci e troie

Brulotti

Io commercio in porci e troie

Luigi Adanti

Ho cambiato mestiere. Cosa ci volete fare? Per anni mi sono macerato e l'animo e il cervello negli uffici; un giorno lo Stato m'ha imposto cortesemente di levarmi di mezzo e per premio mi ha regalato una attestazione di scarso rendimento.
Voi dite: lo Stato è il peggiore dei padroni!
Protesto: mai lo Stato ebbe ragione come nel caso mio; anzi s'è dimostrato fin troppo magnanimo se mi ha donato tanto indennizzo da campare la vita per un anno.
Nella mia razza, originariamente ebrea, vi sono stati, e nel ramo mio cristianizzato vi sono ancora, fabbri e agricoltori. Mio padre fu lui a troncare, per primo, la tradizione; ma glien'incolse male, ché si procurò un accidente per le scartoffie d'ufficio.

Il fallimento della democrazia

Brulotti

Il fallimento della democrazia

La democrazia è rovinata, superata, inoperante, ha fatto il suo tempo la vecchia baldracca. La sua maschera egualitaria si strappa a brandelli e fa comparire una faccia schifosa decomposta qua e là dalle placche della sifilide. I numerosi amici protettori e sostenitori di ogni genere e ogni religione la accudiscono con cure devote e illuminate, cercando invano di rimediare ad anni di irreparabile oltraggio. Si tirano fuori da vecchi bauli e da vecchi scatoloni i vestiti più belli, si risolleva il petto stanco, si sostengono con artifici ogni giorno rinnovati le attrattive avvizzite della Marianna democratica e repubblicana.
Niente da fare, il berretto che la copre è stinto, da rosso vivo che era è diventato rosa, e così chiaro, così chiaro che lo si direbbe bianco.
Non piangiamo la vecchia, la sgualdrina ha fatto il suo tempo. Ha nutrito grassamente tutto l'esercito di mercenari e di magnaccia che le facevano la corte.

Uno sguardo sulle "campagne"

Brulotti

Uno sguardo sull'esperienza delle "campagne"

Cambiamenti e nuove prospettive

Costantino Ragusa

Prima che qualcuno di noi s’imbarchi in una lotta per gli animali, dovremmo prenderci del tempo per soffermarci a riflettere su cosa vogliamo ottenere ed esprimere con il nostro agire. Quello di “liberazione” è un concetto molto diverso da “diritti animali” o “benessere animale”.
L’idea di benessere si adatta perfettamente alla società in cui viviamo, dove proliferano gli amanti degli animali. Una società dove è legittimo ucciderli per ogni bisogno umano, per il cibo ad esempio, finché arrivano metodi di macellazione più “umani” o gabbie abbastanza grandi per muoversi mentre sono ancora vivi. D’altra parte “diritti animali” implica generalmente che agli animali debba essere concesso di vivere senza violenze, ma suggerisce implicitamente che dovremmo essere noi a dar loro questo diritto, attraverso il parlamento e con un atto legislativo.

Per grazia ricevuta

Intempestivi

Per grazia ricevuta

«All'Italia serve una rivoluzione e non una scossettina». Giusto, era ora che qualcuno lo dicesse!
Ma chi lo ha detto? È Matteo Renzi, il sindaco piacione di Firenze futuro leader del centrosinistra, quello talmente reazionario da risultare antipatico persino a molti suoi elettori. Quindi aggiunge di volere che «il governo vada avanti, tutto sommato se fa le cose per bene, davvero, bisogna continuare a dare una mano».
«Ragazzi, siate ribelli e non accettate le cose come sono. Cambiate questo mondo, è lì che vi aspetta». Sì, siamo d'accordo! Ma chi lo ha detto? Il ministro dell'istruzione Maria Grazia Carrozza, in occasione della sua visita ad un liceo romano distrutto tempo fa da un incendio. La signora non è impazzita, sa bene quale sia il suo compito istituzionale: «in ogni caso dobbiamo orientare i ragazzi verso il percorso più adatto».

È possibile la propaganda anarchica?

Contropelo

Ma è ancora possibile la propaganda anarchica?

Alfredo M. Bonanno

Domanda che molti anarchici si pongono: mantiene ancora un senso parlare di propaganda anarchica in termini generali, con quell’accattivante retorica del passato con la quale si cercava di disegnare la deliziosa prospettiva di un mondo senza regole asfissianti e controlli odiosi di padroni e poliziotti?
Disegnare i dettagli di un paesaggio ideale, libero da nuvole e piovaschi minacciosi, dove un sole perenne allieta le attività umane diventate piacevoli fino alla noia, è innocente passatempo che non fa male a nessuno.
Solo che continuare a leggere oggi questi slanci lirici non solo è inutile, ma francamente interessa sempre meno.
L’utopia deve restare quel non-luogo che sta sullo sfondo, privo di dettagli e di contorni, perché se si cerca di contrassegnarlo in particolari e processi di accostamento più o meno storici, si corre il rischio di cadere nel ridicolo, mentre tutto intorno le nefandezze del potere dilagano e la rabbiosa voglia di sfruttamento cresce sempre di più.

Anonymity

Ostrogoto [en]

Anonymity

“...So I went up to him with an ivy-wood bowl of black wine in my hands:
‘Look here, Cyclops,’ said I, ‘you have been eating a great deal of man’s flesh, so take this and drink some wine, that you may see what kind of liquor we had on board my ship. I was bringing it to you as a drink-offering, in the hope that you would take compassion upon me and further me on my way home, whereas all you do is to go on ranting and raving most intolerably. You ought to be ashamed of yourself; how can you expect people to come see you any more if you treat them in this way?

Sabotaggio

Brulotti

Sabotaggio

Émile Pouget

La parola «sabotaggio» fino a una quindicina di anni fa, era soltanto un termine di gergo indicante non l'atto di fare del sabotaggio ma quello, immaginoso ed espressivo, di azione compiuta «a scarpate».
In seguito esso si è trasformato in una formula di lotta sociale ed è al Congresso Confederale di Tolosa, nel 1897, che ha ricevuto il battesimo sindacale. Il nuovo venuto non fu accolto, in un primo tempo, negli ambienti sindacali, con eccessivo entusiasmo. Alcuni lo vedevano assai di malocchio rimproverandogli le sue origini plebee, anarchiche ed inoltre la sua... immoralità. Malgrado questa diffidenza, che rasentava l'ostilità, il sabotaggio ha ormai le simpatie operaie.
Ciò nonostante non bisogna pensare che la classe operaia abbia atteso, per praticare il sabotaggio, che questo tipo di lotta ricevesse la consacrazione dei Congressi Corporativi. Il sabotaggio come tutte le forme di rivolta e di lotta è vecchio quanto lo sfruttamento umano. Da quando un uomo ha avuto la criminale ingegnosità di trarre profitto dal lavoro di un suo simile, da quel giorno lo sfruttato ha cercato d'istinto di dare meno di quanto esigesse il suo padrone.

L'amore, la poesia e lo Stato

Miraggi

L'amore, la poesia e lo Stato — dialogo

Aleksandr Blok

Il motivo fondamentale della poesia di Aleksandr Blok, considerato il poeta della rivoluzione russa, è l'amore: un amore ideale, mai pago e sempre inquieto e travagliato. La sua aspirazione al perfetto amore si trasforma in angoscia implacabile, in struggimento sottile del poeta preso dal gioco stesso della sua stessa fantasia.
In questo stato d'animo si trovava Blok nel 1907, quando pubblicò questo dialogo. Era recente un duplice tentativo rivoluzionario: da parte del proletariato per la prima volta organizzato nei
soviet e da parte della borghesia liberale inquadrata negli zemstva, consigli provinciali delle città e delle campagne. Il tentativo del 1905 era fallito perché il governo, fingendo di accettare le proposte di riforme degli zemstva, era riuscito ad isolare il proletariato rivoluzionario delle città, illuso sull'appoggio della borghesia. Il dialogo di Blok — un amaro sorriso di squisita ironia, una confessione fatta con feroce obiettività — risente indirettamente di questa esperienza rivoluzionaria. I ribelli sono mendicanti, plebe ancora inorganica e appena capace di un istintivo spirito di rivolta, rapidamente deluso dall'alleanza del cortigiano e del buffone, dell'assolutismo paternalistico e del buon senso riformista e liberale. Mentre il poeta che vuol rompere l'incantesimo di una vana passione con l'impeto di un pratico operare, tende a vincolarsi al servizio dello Stato.

L'anonymat

Ostrogoto [fr]

L'anonymat

Alors je m’approche du monstre, en tenant une coupe remplie d’un vin aux sombres couleurs, et je lui dis : « Tiens, Cyclope, bois de ce vin, puisque tu viens de manger de la chair humaine. Je veux que tu saches quel breuvage j’avais caché dans mon navire ; je te l’offre dans l’espoir que, prenant pitié de moi, tu me renverras promptement dans ma patrie. Cyclope, tes fureurs sont maintenant intolérables ! Homme cruel et sans justice, comment veux-tu que désormais les mortels viennent en ces lieux ? »

Anonimiteit

Ostrogoto [nl]

Anonimiteit

Toen dan ging ik naar de kykloop toe en zei tegen hem, met een nap in mijn handen vol donkere wijn: "Kykloop, hier, drink wijn, nu je mensenvlees hebt gegeten, opdat je ziet wat voor heerlijke drank ons schip aan boord had. Voor u bracht ik die als plengoffer mee, in de hoop dat u me zou helpen aan een geleide naar huis; maar gij gaat tekeer, 't is niet mooi meer. Onmens, hoe zal nog ooit 'n ander mens, hoe veel er ook zijn, voortaan naar jou toekomen, na wat je aan ergerlijks deed?"

Enkele zinnen over de TAP

Ostrogoto [nl]

Enkele zinnen over de TAP

De gasleiding of methaangasleiding TAP (Trans Atlantic Pipeline) zou zowat 900 km moeten afleggen: vanuit de Kaspische Zee tot in Salento (het uiterste zuiden van Apulië) waar ze boven zou koman aan de kust van San Foca (provincie van Lecce). Eind juni gaf het consortium Shah Denz uit Azerbeidzjan dat bestaat uit ondermeer British Petroleum, Total en Statoil, de voorkeur aan de TAP boven het project Nabucco dat Roemenië, Bulgarije, Hongarije en Oostenrijk had moeten doorkruisen. Het project TAP, een holding bestaande uit Axpo (Zwitsers), E.On (Duits) en Statoil (Noors) wordt door de Italiaanse regering en de Europese Unie van strategisch belang geacht en zal de Europese markt voorzien van gas.

L'anonimato

Contropelo

L'anonimato

«Allora io standogli accanto dissi al Ciclope tenendo con le mani una ciotola di nero: “su, bevi il vino, Ciclope, dopo aver mangiato la carne umana, perché tu sappia che bevanda è questa che alla nostra nave serbava. Te lo avevo portato in offerta, se mai impietosito mi mandassi a casa. Ma tu sei insopportabilmente furioso. Sciagurato, chi altro dei molti uomini potrebbe venire in futuro da te perché non agisci in modo giusto?”. Dissi così, lui lo prese e lo tracannò: gioì terribilmente a bere la dolce bevanda e me ne chiese ancora dell’altro: “dammene ancora, da bravo, e dimmi il tuo nome, ora subito, che ti do un dono ospitale di cui rallegrarti. Certo la terra che dona le biade produce ai Ciclopi vino di ottimi grappoli, e la pioggia di Zeus glielo fa crescere. Ma questo è una goccia di ambrosia e di nettare!”. Disse così, ed io di nuovo gli porsi il vino scuro. Gliene diedi tre volte, tre volte lo tracannò stoltamente. Ma quando il vino raggiunse il Ciclope ai precordi, allora gli parlai con dolci parole: “Ciclope, mi chiedi il nome famoso, ed io ti dirò: tu dammi, come hai promesso, il dono ospitale. Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni”. Dissi così, lui subito mi rispose con cuore spietato: “per ultimo io mangerò Nessuno, dopo i compagni, gli altri prima: per te sarà questo il dono ospitale”...»

Noi preferire voi incazzati

Intempestivi

Noi preferire voi incazzati

In questi giorni il signor Movimento No Tav è sull'orlo di una crisi di nervi. Non stiamo parlando naturalmente di tutti coloro che in Val Susa si battono contro l'Alta Velocità, ma di quei pochi, pochissimi fra loro che pretendono di decretare la linea di condotta di questa lotta. Il signor Movimento No Tav si è stizzito per le critiche che gli sono state fatte a proposito del suo recente reclutamento di un neuroparlamentare distintosi all'epoca della morte di Baleno e Sole nel gettare fango sui compagni. Per mettere “i puntini sulle i” ha diffuso i ragionamenti che gli salivano in mente mentre stava camminando trascinandosi. Innanzitutto che la sua lotta No Tav va difesa, non criticata. Non esiste la perfezione, può essere bella o brutta e va amata comunque perché così è la vita e poi, diciamolo, tutto il resto è noia. Suvvia compagni, se il signor Movimento No Tav accoglie delatori, amatelo e difendetelo. Se invita magistrati, amatelo e difendetelo. Se rincorre politici, amatelo e difendetelo. Non esiste la perfezione, c'è il bello e c'è il brutto, così è la vita, basta solo che non ci sia la noia della critica e dell'azione autonoma.
L'argomentazione delle riflessioni estive del signor Movimento No Tav si concentra in seguito su una frase che attribuisce al mitico Giacu, l'abitante dei boschi valsusini: noi contenti quando voi arrabbiati.