Il primo maggio di Jakob Law

Brecce

Il primo maggio di Jakob Law

Place de la République, Parigi, 1 maggio 1907. Fin dal mattino diversi reggimenti di fanteria occupano il terrapieno centrale, mentre due reggimenti di corazzieri girano instancabilmente attorno alla piazza, respingendo manifestanti e curiosi sui marciapiedi. Chiunque non ottemperi sufficientemente in fretta all'ordine di scioglimento viene arrestato e condotto alla caserma Prince Eugène, in rue de Château d'eau. Nel giro di qualche ora nelle sale sovraffollate vengono rinchiuse 776 persone, in attesa di comparire davanti a un giudice istruttore che conduce i suoi interrogatori nella caserma stessa. Tutti saranno rilasciati nel corso della giornata, ad eccezione di una decina di loro, accusati di oltraggio e ribellione nei confronti della forza pubblica. In totale, vengono sequestrati ai manifestanti 116 pistole e 210 coltelli. Una quindicina di stranieri, in maggioranza russi, polacchi e rumeni, sono spediti alla Sûreté per un controllo d'identità, e 6 di loro incarcerati alla Santé per violazione della legge di soggiorno degli stranieri.

The value of life

Ostrogoto [en]

The value of life

Adonide

The famous Spanish artist Salvador Dali wrote that nothing excited him as much as the spectacle of a third-class train-car full of dead workers crushed in an accident. He was not at all indifferent uncaring in the face of death since when a friend of his, Prince Mdinavi dies in an accident, he was deeply upset by it. It was simply that, for Dali, the only death for which to grieve was that of a prince, which has nothing in common with a load of workers’ corpses.

Il valore della vita

Contropelo

Il valore della vita

Adonide

Il celebre pittore spagnolo Salvador Dalì aveva scritto che nulla lo eccitava quanto lo spettacolo di un vagone di terza classe pieno di operai morti, maciullati in un incidente. La sua non era affatto indifferenza nei confronti della morte, tant’è che quando a perire in un incidente fu un suo amico, il principe Mdinavi, egli ne rimase profondamente sconvolto. Semplicemente, per Dalì l’unica morte di cui rammaricarsi era quella di un principe. Niente a che vedere con un carico di cadaveri di operai.
Questa non deve apparire la bizzarria di un personaggio noto per la sua eccentricità. In effetti la morte di un essere umano non costituisce un avvenimento che per gli altri esseri umani. Le circostanze della sua dipartita e l’interesse che essa suscita sono valutati solo da coloro che gli sopravvivono. L’importanza accordata a questo avvenimento — di per sé assolutamente comune — non dipende quindi dall’avvenimento in sé, ma dall’idea che della morte ha chi lo commenta e dal parere che si ha di chi muore.
Ora, noi tutti siamo abituati ad operare una distinzione fra morte detta naturale e morte detta violenta.

Apologo del mecanoclasta

Brulotti

Apologo del mecanoclasta

Julius Van Daal

C'era una volta, nel verdeggiante regno d'Inghilterra, un giovane apprendista tessitore chiamato Ned Ludd. Mastro John, il suo padrone, continuava a rimproverarlo per la sua pigrizia, perché Ned era recalcitrante al lavoro, che lo sottraeva alle passeggiate e lo privava del tempo da passare con gli altri ragazzi del villaggio a gironzolare nei dintorni, a bere nelle taverne e a pomiciare con le ragazze nel fieno.
Un giorno Ned, sfinito da qualche bagordo notturno, si addormentò col naso sul telaio proprio quando il suo padrone gli aveva chiesto di aumentare il ritmo per onorare una ordinazione urgente. Messo in allerta dal russare del suo apprendista, mastro John lo svegliò bruscamente e si mise a picchiarlo senza riguardo con un bastone. Afflitto e ferito da una così rude batosta, Ned se ne tornò a casa col cuore traboccante di odio. Quella notte non riuscì a prendere sonno e si alzò prima dell'alba.
Munito di un pesante martello di Enoch, si recò silenziosamente al laboratorio del suo padrone, forzò la porta col manico del suo attrezzo e penetrò nella stanza che ospitava una mezza dozzina di telai. Ned sfogò la sua rabbia sulle macchine, accanendosi a colpi di mazza.

Nuove edizioni

Brulotti

Nuove edizioni

Immagine
 
«Non sono mai riuscito a inchinarmi davanti a un Capo scuola o a un partito, fare numero tra la maggioranza, mentire nei giornali, frustare la lasciva Collera, accarezzare l’Intrigo dalla viscida pelle, rendere omaggio alla Parzialità guercia.
Disprezzo questi intirizziti ambiziosi che tendono ambo le mani all’operaio, si pettinano, si vestono come lui e si credono obbligati a parlare il linguaggio scurrile dei mercati. Ci si ricordi, prima di tutto, che il popolo non ama i sorrisi forzati, che non li chiede, mentre al contrario si insiste nell’offrirglieli. Ancora una volta, non vi sono commedianti sinistri e cortigiani più vili, di quelli che lisciano il pelo alle masse».
Ernest Coeurderoy

Noterelle su Sacco e Vanzetti

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Noterelle su Sacco e Vanzetti

Alfredo M. Bonanno

Siamo certo molto lontani dall'epoca e dalle condizioni sociali in cui maturò la tragedia di Sacco e Vanzetti. Ma i problemi riguardanti il modo in cui reagì in quei lontani giorni il movimento di opinione democratico mondiale e il movimento anarchico internazionale, sono molto cambiati? Le contraddizioni che emersero allora, non potrebbero riemergere anche oggi? Per quali motivi? Forse per il mancato chiarimento di certi equivoci? Queste le domande che hanno generato queste modeste noterelle.

 

A me sembra che l'afflusso di personalità democratiche di ogni genere, specialmente quelle artistiche e letterarie, oltre a quelle giuridiche e accademiche, abbia contribuito molto a diffondere il "caso" Sacco e Vanzetti, abbia anche, all'epoca, contribuito ad una immensa propaganda universale, ma abbia anche abbassato il tono dello scontro che indubbiamente, in quel momento, si stava svolgendo negli USA e, più specificamente, in quel tribunale. Troppe chiacchiere, troppi pezzi teatrali, troppi giornalisti democratici, troppi uomini politici, e questo, come un filo continuo perverso, continua anche oggi con i tentativi di recupero del concorrente alla Casa Bianca Dukakis.
Ma come si può decidere diversamente? Poniamo nel caso di Piazza Fontana, si poteva mandare a quel paese l'aiuto offerto dal PCI? Se gli anarchici fanno di tutto per allargare la loro propaganda, per coinvolgere la gente, per farsi sentire da un numero quanto più vasto possibile di persone come si fa poi, quando l'occasione si presenta, a non accettare la collaborazione di forze politiche e intellettuali che si sa benissimo dove vogliono andare a parare?

Maledizione

Miraggi

Maledizione

Wystan Hugh Auden

 

Oscuro ed impenetrabile, Wystan Hugh Auden (1907-1973) fu negli anni 30 il maggior esponente della poesia d'avanguardia inglese.
Lasciando pure perdere il suo impegno politico nelle file dello stalinismo (che lo portò per sette settimane in Spagna all'inizio del 1937, come autista di ambulanze), è meglio ricordare la sua poesia in cui cercava di sondare l'alienazione umana nell'epoca delle metropoli moderne e della decomposizione delle strutture sociali.
Come diceva lo stesso Auden, «se si può attribuire alla poesia o ad altra forma d'arte un qualche scopo, essa ha quello di disincantare e disintossicare...».

Siamo malfattori!

Brulotti

Siamo malfattori!

Emilio Covelli

Per i nostri padroni dal ventre pieno e dal bastone del comando, l’ordine esistente è legge, giustizia e morale. Ma quest’ordine è per noi la più crudele oppressione ed il più spietato sfruttamento; noi non possiamo rispettarlo quest’ordine, dobbiamo combatterlo, contravvenire e rivoltarci ad esso, studiare ed attuare tutti i modi per abbatterlo e distruggerlo per sempre; dunque dobbiamo essere malfattori.
Vi è una minoranza che con la violenza ha perpetrato il più terribile e crudele misfatto, con la violenza le ha dato la sanzione legale e con la violenza ne perpetra ogni giorno il suo rinnovamento in progressione infinitamente moltiplicata. Questa minoranza che ha spogliato la maggioranza di ogni bene e col coltello della fame alla gola continua a sfruttarla e ad opprimerla, ricattandone la sua forza di lavoro per un tozzo di pane tanto più meschino tanto più grande è la fame.

Introduzione al Millenarismo

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Introduzione al Millenarismo

Georges Lapierre

La veemente fuga dal mondo sulle vie di Compostela, il rifugio della preghiera, l’asilo della Chiesa, l’oasi di grazia della vita monacale non sono stati, per fortuna, i soli slanci degli uomini del Medio Evo verso la salvezza della vita eterna. Un’altra corrente, altrettanto potente, ha trascinato molti di loro verso un altro desiderio: la realizzazione sulla terra del paradiso, il ritorno all’età dell’oro. È questa la corrente del millenarismo, il sogno di un Millennio, mille anni di felicità, come a dire l’eternità instaurata, o piuttosto restaurata, sulla terra.
Contrariamente ai loro contemporanei, i millenaristi non hanno scambiato i propri sogni con la realtà, volendo realizzarli, cosa ben diversa e altrimenti spirituale: godere infine della ricchezza infinita dello Spirito. Al vile abbandono, hanno opposto il rifiuto, l’insurrezione, la rivoluzione.

Straniera

Brulotti

Straniera

Ersilia Cavedagni

Ho traversato l'Oceano; e allontanandomi dalla terra dove gli esseri sono separati dalle sciocche divisioni di frontiere, di Stati, di rivalità, di tradizioni di odio, ebbi per un istante l'illusione che là, in mezzo al mare, su quel naviglio perduto nell'immensità dell'Oceano, fra i pochi esseri ivi raccolti da un destino quasi per tutti comune, fossero cessate le maledette vibrazioni di quel sentimento nefasto che si chiama patriottico.
Povera illusione la mia! E ben presto ne feci l'esperienza a mie spese.
Quando la necessità dell'avvicinamento ebbe fatto noto a quegli emigranti uomini e donne, per lo più scandinavi, irlandesi, inglesi, che io ero una straniera, e la mia lingua era diversa dalla loro, e il mio vestito pure, e tutte le mie abitudini infine, quando essi seppero che io ero una figlia della disgraziata terra d'Italia...

Lo Stato e l'orrore

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Lo Stato e l'orrore

Philippe Godard / Jean-Louis Becker
 

«C’è un cammino verso la libertà; le sue pietre miliari si chiamano: obbedienza, assiduità, onestà, ordine, pulizia, sobrietà, franchezza, senso del sacrificio e amore per la patria».
Questo è l’asse dell’ordine SS nei campi di lavoro e di sterminio, enunciato senza dubbio dallo stesso Himmler. Al di là del cinismo dei carnefici SS che trapela da queste parole, c’è lo smarrimento provocato dall’enunciazione di questi “valori” che guidano sul “cammino della libertà”, che sono poi quelli di ogni Stato, compreso quello democratico. Allora, abbasso tutti i valori.

L'autorità dello Stato poggia fra le altre cose su un modo di produzione gerarchico e complesso, oltre che su un apparato di alienazione e di dominio multiforme, uno dei cui aspetti è l’utilizzo dell’orrore.

Avalanche

Brulotti

Avalanche

È il punto zero di un nuovo progetto. Dalle prime tipografie clandestine e dagli opuscoli che passavano di mano in mano sottobanco fino ai tavolini con la stampa all'uscita della metro o nei circoli anarchici: gli anarchici si sono sempre appropriati di strumenti per alimentare, col dibattito e l'azione sovversivi, le idee antiautoritarie e le lotte. È in tal senso che questa pubblicazione vuole anche essere un mezzo, in particolare nel fornire uno spazio per stimolare il dibattito internazionale fra anarchici. Ecco perché queste pagine faranno posto soprattutto a lotte il cui fine sia anarchico: a lotte autonome, dirette e autorganizzate; a lotte miranti alla distruzione del potere in tutte le sue forme; a lotte presenti, passate e future.

I maestri non amano i bambini

Brulotti

I maestri non amano i bambini

Henri Roorda

La vita può continuare a lungo anche in condizioni molto sfavorevoli. Dopo settimane di siccità si vedono a volte spuntare dalle spaccature di un vecchio muro delle sorprendenti pianticelle, quasi rigogliose, nelle quali la pietra avara, dove cercano nutrimento, non è riuscita a soffocare l’ostinata voglia di vivere. Circa dieci anni fa incontravo spesso un disgraziato vecchio che ogni giorno, al momento propizio, andava a rovistare fra i bidoni dei rifiuti nei quartieri abitati da qualche prodigo borghese. Miseria e ubriachezza avevano ridotto quell’essere a una barcollante rovina. Ebbene, quell’uomo non è ancora morto. L’ho rivisto ieri: forse un po’ più malfermo nel passo, il poveraccio si dirigeva verso i suoi bidoni.
Queste tenaci piantine, quell’alcolizzato e tanti altri organismi parzialmente distrutti la cui caparbia volontà è di sopravvivere, danno ragione a quel padre di famiglia il quale, parlandomi della scuola insoddisfacente dove era stato costretto ad inviare il figlio, concludeva dicendo: «Nemmeno io ho avuto un trattamento migliore: ma non morirà per questo».

Dell’irrealismo

Miraggi

Dell’irrealismo

Georges Henein

una constatazione estremamente elementare s’impone
niente è inutile quanto il reale
una seconda constatazione
reale è solo ciò che ammettiamo tale
una terza constatazione
il reale è alla portata di tutti
il suo valore deve essere diviso per il numero di individui

Annexe à un débat avorté sur l’anonymat et l’attaque

Ostrogoto [fr]

Annexe à un débat avorté sur l’anonymat et l’attaque

Un débat est l’exploration en profondeur d’une certaine question à travers la confrontation entre deux ou plusieurs parties, chacune avec sa propre position. Contrairement à ceux qui pensent que les débats sont à éviter pour ne pas provoquer de divisions, nous pensons qu’ils doivent être alimentés. Parce que le but d’un débat n’est pas de déclarer un vainqueur devant lequel s’agenouiller, mais d’enrichir la conscience de chacun. Les débats précisent les idées. L’énonciation et la confrontation entre différentes idées – un débat, c’est justement cela ! – éclaire les parties obscures et indique les points faibles de ces idées. Cela aide tout le monde, personne n’est exclu. Cela aide toutes les parties qui y participent à affiner, corriger ou renforcer leurs propres idées. Et cela aide tout un chacun qui assiste au débat à faire le choix de quel côté être (que ce soit de l’un, de l’autre, ou d’aucun des deux côtés).

Jatko-osa keskeytyneeseen väittelyyn nimettömyydestä ja hyökkäyksestä

Ostrogoto (fi)

Jatko-osa keskeytyneeseen väittelyyn nimettömyydestä ja hyökkäyksestä

Väittely on asian syvällistä käsittelyä kahden tai useamman osapuolen vastakkainasettelun kautta. Joidenkin mielestä väittelyt ovat hajottavia ja niitä pitäisi vältellä, mutta mielestämme niitä täytyy ruokkia. Sillä väittelyn tarkoitus ei ole julistaa voittajaa, jonka eteen kaikkien tulisi polvistua, vaan rikastaa kaikkien tietoisuutta. Väittelyt selkeyttävät ajatuksia. Erilaisten ajatusten selkeä muotoilu ja keskinäinen kilvoittelu (väittely!) valottaa niiden hämäriä nurkkia ja osoittaa heikot kohdat. Siitä on hyötyä jokaiselle. Se auttaa kaikkia osallistujia hiomaan, korjaamaan tai vahvistamaan omia ajatuksiaan. Siitä on hyötyä myös jokaiselle seuraajalle, jotka voivat valita puolensa tai olla valitsematta.

Stuprati dalla politica...

Brulotti

Stuprati dalla politica...

Delle due l’una.
O i centri sociali sono spazi strappati al controllo del dominio attraverso una pratica alegale quale l’occupazione, aventi lo scopo di diffondere attraverso le varie iniziative che vi vengono organizzate il virus della rivolta e dell’autogestione della lotta; oppure sono punti di aggregazione giovanile, occupati solo per sveltire la burocrazia delle amministrazioni locali e aventi come fine quello di contenere, circoscrivere e sublimare il disagio sociale attraverso delle attività culturali e politiche. I fatti sembrano dimostrare che oggi un sempre minor numero di questi luoghi rientra nella prima ipotesi, mentre sono in molti ad aver imboccato la strada del dialogo con le istituzioni e dell’accomodamento politico.