A toute volée !

Ostrogoto [fr]

A toute volée !

Le Tav [TGV italien] est partout, malheureusement. La Valsusa pas, heureusement. Ceux qui veulent s’opposer au Tav peuvent le faire partout ; pas besoin de se rendre dans le Piémont. Pas besoin de partir et de revenir ensemble avec les maires, pas besoin de partager la polenta avec des élus, pas besoin d’applaudir des magistrats. Ils n’ont pas besoin de devenir polytiglottes pour communiquer avec les différents animaux politiques à l’intérieur du zoo assembléaire. Ils peuvent le faire seuls, ou avec qui ils veulent. Avec ceux qu’ils aiment et estiment, pas avec ceux qu’ils tolèrent et supportent. Où et quand ils veulent, pas aux endroits et aux échéances écrites sur l’agenda militant. Il suffit d’un peu d’imagination et de détermination.

Cracher (sur) des jugements

Ostrogoto [fr]

Cracher (sur) des jugements

Le 17 décembre dernier, le tribunal de Turin a condamné à 3 ans et 6 mois de prison les quatre saboteurs NoTav coupables d’avoir participé, la nuit du 13 au 14 mai 2013, à une attaque contre le chantier de Chiomonte, qui s’est conclue par l’incendie de quelques machines. Si le verdict de condamnation était attendu, vu qu’au cours des audiences les quatre compagnons avaient ouvertement revendiqué leur responsabilité dans ces actes, il l’était moins dans sa totalité. Le tribunal se "limiterait"-il à condamner les "dégradations aggravées, la violence à agent de police assermenté et le port d’armes de guerre", ou accepterait-il également la circonstance aggravante de "terrorisme" ? Eh bien, pour ces juges de Turin, saboter la Grande Vitesse -au moins dans ce contexte- est certes un acte illégal à punir, mais pas un acte de terrorisme.

Pas d'identification

Ostrogoto [fr]

Pas d'identification

Les rats de bibliothèque qui tomberaient sur les dossiers de l’Archive d’Etat à Rome pourraient bien faire une découverte plutôt bizarre. Dans un des dossiers sur Paolo Schicchi, ils se retrouveraient à un certain moment avec une des premières pages d’un vieux numéro de L’Adunata dei Refrattari, hebdomadaire anarchiste publié à New-York, comportant un trou au milieu, de forme carrée. Eh ?! Qu’est-ce que c’est que ce truc ? La réponse se trouve dans le document suivant, un papier de la police fasciste de l’époque.

I buoni di Natale

Brulotti

I buoni di Natale

Dicembre è un mese birichino. Comincia come tutti gli altri ma poi, inutile nasconderlo, assume un'aria frizzantina tutta particolare. È il mese delle festività, dei doni, il mese di Natale e dell'ultimo dell'anno. Il mese in cui tutti sono un po' più buoni. Dai, siamo a Natale. È nato Gesù il caritatevole, ricordi? Massì, nella stalla proletaria, il figlio di Dio-padrone riscaldato dal bue-popolo e dall'asino-ignoranza... Non sentite anche voi l'irresistibile bisogno d'essere più buoni? Chissà che non sia anche per questo che lo scorso 17 dicembre il Tribunale di Torino ha respinto l'aggravante di «terrorismo» nel condannare i quattro compagni sabotatori No Tav. Perché siamo a Natale, bisogna essere più buoni.
Ecco perché quando alcuni giorni dopo si sono verificati alcuni sabotaggi contro il Tav, a Firenze e a Bologna, perfino il premier Babbeo Renzi ha parlato di sabotaggio. Non ha parlato di terrorismo, esasperando gli animi, no no, lo ha detto chiaro e tondo: è sabotaggio.

A caccia di stelle

Brulotti

A caccia di stelle

Sono passati diversi anni da quando andavano a caccia di rivoluzionari nelle metropoli del paese, insieme. Uno scorrazzava a Torino, l'altro a Roma. Servitori dello Stato, portavano al loro padrone le teste mozzate di chi osava attaccarlo e morderlo. Era il loro lavoro e il loro dovere, ma un po' anche la loro passione: inseguire le tracce, braccare, stanare, impallinare. Quanti trionfi nello sterminare quel branco di lupi feroci che avevano la pretesa di vivere nella libertà della foresta anziché nello zoo della città!
Poi, estinta o quasi quella fauna così pericolosa, le loro strade si sono divise. Hanno continuato a frequentarsi, naturalmente, ad addestrare assieme altri cacciatori, più giovani ed inesperti, ma insomma... sapete com'è, gli anni passano per tutti.
Uno di loro, quello di Torino, è rimasto tutta la vita al servizio dello Stato per proteggerne il regno. Ma la sua fine carriera è risultata assai ingloriosa. La sua ultima preda non era un sopravvissuto branco di temibili lupi, trattandosi questa volta di animali ben più docili, anch'essi usi a muoversi in massa.
L'altro, quello di Roma, ha da tempo lasciato il servizio operativo sul campo per darsi a gioie ben più frivole, fra cui quelle televisive. E a lui, l'ultima preda del collega piemontese non è affatto antipatica, anzi, tutt'altro!

La ricerca dell'Altro

Brulotti

La ricerca dell'Altro

Dopo tutto, è così che si potrebbe riassumere uno dei problemi fondamentali dell'esistenza umana, se non il suo problema principale. Andiamo alla ricerca dell'Altro quando, da esseri umani, desideriamo trovare l'amore. Ma andiamo alla ricerca dell'Altro anche quando, da sovversivi, desideriamo trovare complici. La ricerca dell'Altro è ciò che ci spinge sia verso l'amicizia sia verso l'affinità. In teoria è facile capire che non bisogna confondere i due piani, che amore e insurrezione non sono la medesima cosa. Ma in pratica ciò potrebbe rivelarsi piuttosto complicato. Gli animali politici, legati ai rapporti strumentali, riusciranno ad abbandonarsi all'eccesso? Gli animali apolitici, innamorati di rapporti disinteressati, saranno disponibili al calcolo?
Lo spunto per queste domande è la lettura di un breve saggio sull'amore, vecchio di oltre mezzo secolo, le cui riflessioni potrebbero però trovare spazio anche nelle odierne (non) discussioni che dividono chi vuole andare verso il popolo da chi vuole rimanere fra i suoi (pochi) compagni

Natale

Brulotti

Natale

Kordian (Giuseppe Ciancabilla)

È Natale. C'è nell'aria frizzante della via la voluttà del tiepido raccoglimento accanto al fuoco, in casa, dopo i pasti famigliari, nell'ora beata della digestione.
C'è nello sfarzo dei magazzini insolitamente ricolmi di merci e di cibarie, tutta una sfumatura di note vivaci che inneggiano alla vita, all'abbondanza, al piacere.
E c'è una grande maggioranza di persone – uomini e donne, vecchi e giovani, bambini e adulti – che muoiono o vanno lentamente morendo, per mancanza di tutto, di casa, di cibi, di vesti, di gioie.
Così, mentre le cose, la grande maggioranza delle cose, si sciupano nell'inutilità di servire agli uomini, si sciupano marcite, logorate, putrefatte, vi sono degli esseri che muoiono per la mancanza delle cose – o, meglio, non per la mancanza delle cose, ma perché vi sono altri uomini socialmente più forti, i quali impediscono loro di servirsene, ingiustamente.
Questa ingiustizia è così facile a comprendersi, e pure quei che ne soffrono non sanno, non vogliono capirlo. Solo il giorno in cui la verità avrà fatto la luce nelle loro anime, il Natale dell'umanità sarà per tutti tiepido, abbondante, felice.

A stormo!

Intempestivi

A stormo!

Il Tav è ovunque, purtroppo. La Valsusa no, per fortuna. Chi vuole opporsi al Tav lo può fare dappertutto; non occorre che vada in Piemonte. Non è necessario che parta e torni insieme a sindaci, non è necessario che condivida polenta con parlamentari, non è necessario che applauda magistrati. Non è necessario che diventi politiglotta per comunicare con animali politici vari all'interno dello zoo assembleare. Lo può fare da solo, o con chi vuole. Con chi ama e stima, non con chi tollera e sopporta. Dove e quando vuole, non nei luoghi e nelle scadenze segnate sull'agenda militante. Basta un po' di immaginazione e di determinazione. Il Tav è ovunque, e lo è da molti anni ormai. E da molti anni e dappertutto è anche la possibilità di colpirlo. Come infatti è avvenuto, negli anni, un po' in tutta Italia. E come sta accadendo ancora oggi.

Nessun riconoscimento

Brulotti

Nessun riconoscimento

I topi di biblioteca che rovistassero fra le carte ospitate dall'Archivio di Stato di Roma potrebbero fare una scoperta piuttosto bizzarra. In uno dei faldoni su Paolo Schicchi si imbatterebbero ad un certo punto in una prima pagina di un vecchio numero de L'Adunata dei Refrattari, settimanale anarchico pubblicato a New York, con un buco nel mezzo di forma quadrata. Boh?! E che roba è questa? La risposta si trova nel documento successivo, un atto della polizia fascista dell'epoca. L'Adunata aveva pubblicato una foto recente dell'anarchico siciliano, allora in giro per l'Europa a tramare contro Mussolini. Ma poiché negli archivi questurini la foto di Schicchi di cui disponevano era alquanto datata, risalente alla fine del secolo precedente, veniva richiesta la sua immediata duplicazione

Nessuna mail ci salverà

Brulotti

Nessuna mail ci salverà

Uno dei primi e più noti critici della civiltà delle macchine diceva che attraverso la tecnologia il mondo viene servito a domicilio, che nessun mezzo è soltanto un mezzo, che i mass media ci plasmano qualunque sia lo scopo per cui li impieghiamo. I suoi libri proteggono dalla polvere le librerie di parecchi sovversivi, i quali apprezzano e ricordano le sue tesi tanto quanto le disprezzano e le dimenticano. Altrimenti non si capirebbe perché, quando vogliono sapere cosa accade nel piccolo mondo del movimento, accendono il computer e guardano uno o due siti. Perché è lì e solo lì che a loro avviso è reperibile la realtà. Ciò che esiste è ciò che si legge in rete. Ciò che non si legge in rete non esiste. Si tratta di una convinzione che provoca lo scatenamento di una competizione al fine di esserci (in rete), inondando la mail di questi uno/due siti con comunicati, riflessioni, considerazioni, annunci. Più volte vi compare il nome del proprio gruppo o della propria città, più ciò certifica al mondo intero la propria presenza, il proprio dinamismo, la propria buona azione quotidiana: «Noi sì che facciamo le cose!».

Porci con le ali

Intempestivi

Porci con le ali

 
«L'agente che ammazza e che mente non gioca con il fuoco quando fa gravare pesantemente il suo stivale di bruto sul cervello di quelli che pensano e ragionano? L'agente che uccide e calunnia non teme affatto il ferro, mentre stritola con le sue mani di nullafacente le braccia di quelli che lavorano e producono? Questo simbolo dell'autorità abietta troverà sempre davanti a sé dei rassegnati?»
 
No, non sempre. L'interrogativo espresso oltre un secolo fa a Parigi da un anarchico ha trovato oggi una risposta negativa da parte di un giovane di 28 anni di Baltimora. Non pensiamo proprio che il nome di Albert Libertad fosse noto a Ishmael Brinsley, che siano stati gli scritti del primo ad incoraggiare le belle mani d'assassino del secondo. È assai più probabile che egli avesse nelle orecchie i rantoli di Eric Garner, che avesse davanti agli occhi il sangue di Michael Brown, che avesse nel cervello e nel cuore la morte di tutti coloro uccisi dalla polizia statunitense nei mesi scorsi...

Les faits ne parlent

Ostrogoto [fr]

Les faits ne parlent pas tous seuls

on, ils ne parlent pas tous seuls du tout. Ils sont comme les données (données de fait, justement), en eux-mêmes ils sont inertes. Pour prendre de la force, ils doivent être mis en relation avec d’autres faits, ils doivent être rassemblés par une théorie. Parce que même si le fait nu et cru est celui qui se passe sous nos yeux, quand il est raconté le fait se transforme et prend les traits qui sont montrés (/imposés) par celui qui l’exprime.

Sputa (sulle) sentenze

Intempestivi

Sputa (sulle) sentenze

Lo scorso 17 dicembre il Tribunale di Torino ha condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione i quattro sabotatori NoTav rei di aver partecipato, nella notte fra il 13 e il 14 maggio 2013, ad un assalto al cantiere di Chiomonte conclusosi con l'incendio di alcuni macchinari. Se il verdetto di condanna era scontato, dato che nel corso delle udienze i quattro compagni avevano apertamente rivendicato la loro responsabilità nei fatti, lo era assai di meno la sua entità. Il tribunale si sarebbe “limitato” a condannare il «danneggiamento aggravato, la violenza a pubblico ufficiale ed il porto d'arma da guerra» o avrebbe accolto anche l'aggravante di «terrorismo»? Ebbene, per questi giudici di Torino sabotare l'Alta Velocità – per lo meno in questo contesto – è sì un atto illegale da punire, ma non un atto di terrorismo.
Notizia che non può che renderci felici in quanto ciò comporta meno anni di galera inflitti. Ma nulla di più.

La boîte de Pandore et le fourre-tout de l’antiterrorisme espagnol

Ostrogoto [fr]

La boîte de Pandore et le fourre-tout de l’antiterrorisme espagnol

La matinée du mardi 16 décembre nous a surpris par une vague de perquisitions et d’arrestations. Elle nous a surpris ? Nous ne mentirons pas. Reprenons depuis le début. Le matin du 16 décembre ne NOUS A PAS surpris. La police autonome catalane, les Mossos d’Esquadra, la Guardia Civil et les agents judiciaires de l’Audienca Nacional* sont partis à l’assaut de plus de 10 domiciles et de quelques locaux anarchistes à Barcelone, Sabadell, Manresa et Madrid, avec leur lot de perquisitions, d’arrestations, de confiscation de matériel de propagande et informatique, en plus de profiter de l’occasion pour tout retourner et piller quelques choses aussi, en utilisant tout le corps anti-émeute de la Brigade Mobile des Mossos d’Esquadra, dans la vieille Kasa de la Muntanya, un espace occupé qui vient de fêter ses 25 ans.

La caja de Pandora

Ostrogoto [es]

La caja de Pandora y el cajón de sastre del antiterrorismo español

La mañana del martes 16 de diciembre nos ha sorprendido con una oleada de registros y detenciones… ¿Nos ha sorprendido? No vamos a mentir. Volvamos a empezar. La mañana del martes 16 de diciembre NO nos ha sorprendido. La policía autonómica catalana, los Mossos d’Esquadra, la Guardia Civil y agentes judiciales de la Audiencia Nacional asaltaron más de 10 domicilios y algunos locales anarquistas en Barcelona, Sabadell, Manresa y Madrid, con sus respectivos registros, detenciones, confiscación de material propagandístico e informático, además de aprovechar la ocasión para allanar y saquear también, utilizando todo el cuerpo antidisturbios de la Brigada Móvil de los Mossos d’Esquadra, la antigua Kasa de la Muntanya, un espacio ocupado que acaba de cumplir 25 años.

Il vaso di Pandora...

Fuoriporta

Il vaso di Pandora e il minestrone dell’antiterrorismo spagnolo

La mattina di martedì 16 dicembre siamo stati sorpresi da un’ondata di perquisizioni e di arresti... Sorpresi? Inutile mentire. Riprendiamo dall’inizio. La mattina del 16 dicembre non siamo rimasti sorpresi. La polizia autonoma catalana, i Mossos d’Esquadra, la Guardia Civil e gli agenti giudiziari della Audencia Nacional sono partiti all’assalto di oltre una decina fra abitazioni e spazi anarchici a Barcellona, Sabadell, Manresa e Madrid, col loro armamentario di perquisizioni, arresti, sequestro di materiale di propaganda ed informatico, approfittando dell’occasione per rivoltare tutto e saccheggiare, utilizzando tutti i corpi antisommossa della Brigata Mobile dei Mossos d’Esquadra nella vecchia Kasa della Muntanya, uno spazio occupato che ha appena festeggiato i suoi 25 anni.
Secondo la stampa, che ha come di consueto mostrato il suo ruolo di portavoce delle veline poliziesche, l’obiettivo di questi arresti è disarticolare «un’organizzazione criminale con finalità terroristiche e dal carattere anarchico violento». Benché sia facile ripetere la solita frase fatta, lo faremo ancora una volta: la sola organizzazione criminale che cerca di terrorizzare le persone col suo carattere violento è lo Stato con i suoi tentacoli: la stampa, l’apparato giudiziario, i suoi corpi repressivi e i suoi politici, da qualsiasi parte provengano.

Senza odiose preferenze

Brulotti

Senza odiose preferenze

Per tutte le vittime della reazione

 

Carissima Cronaca,
Tu sai mettere il dito sulla piaga e scovarne il rimedio, quando vuoi, ed è magnifico; ma credi poi che, accertate le cause del malessere e tracciata la via per cui evaderne, il tuo compito sia esaurito; ed hai torto marcio, lasciamelo dire. Il volgo, anche quello dei compagni, è sempre per lo specifico, pel sciroppo Pagliano o per l'Elixir del Cappuccino piuttosto che per le cure ragionali e radicali. Così, nell'ammonimento a non far peggio! hai affacciato una questione gravissima, dimostrando che non è senza soluzione, e questa hai delineato in modo così limpido e così degno che i compagni si attendono sempre che tu incominci; e quegli altri, quelli che hai tradotto alla sbarra, per pudore almeno una volta, si sono taciuti.

La guerra o la guerra

Brulotti

La guerra o la guerra

E la pace? Tutta una generazione di politici si vanta che il progetto politico ed economico dell'Unione Europea abbia prodotto già sessant'anni di pace all'interno delle sue frontiere. Come conviene alla logica autoritaria, dovremmo essere riconoscenti verso i nostri padroni per far andare d'accordo i loro interessi e non vedere il plusvalore nel massacro dei loro sudditi.
Ciò non ha impedito alle industrie belliche europee (ed ai loro fornitori – spesso di tecnologia di punta) di creare plusvalore nel mondo intero. Gli Stati europei non hanno dichiarato granché la disoccupazione tecnica dei propri eserciti, continuando a trovar loro una agenda utile altrove nel mondo.
In determinate epoche si trovano numerosi imperi, repubbliche, regimi di ogni genere che possono vantarsi di decenni di pace all'interno delle loro frontiere pur conducendo appena un po' più lontano delle guerre permanenti. La pace ha sempre una portata ridotta, e forse anche una durata di conservazione limitata. Ecco perché la realtà ritorna piuttosto a questo: guerra qui oppure guerra là. I nazionalisti ed i patrioti fanno in fretta la loro scelta, i capitalisti possono permettersi di essere un poco flessibili ed i democratici, che non amano molto la guerra, preferiscono parlare di interventi umanitari o, nel peggiore dei casi, di guerra al terrorismo.

La rivolta degli smartphone

Brulotti

La rivolta degli smartphone

alcuni nemici del tecnomondo

Risale a poco tempo fa (fine ottobre) la nascita dell'ennesima protesta. Ad essere toccata dalla rabbia della società civile questa volta è stata l'Ungheria, guidata dal conservatore Orban, il cui governo si è reso protagonista nel proprio paese di politiche reazionarie e xenofobe. Ciò che ha fatto infuriare decine di migliaia di persone è stata la scelta delle autorità di aumentare i costi della navigazione in rete.
Quello su cui vogliamo riflettere maggiormente, non sono le ragioni della protesta, bensì una della pratiche portate avanti dai manifestanti. Nelle foto che ritraevano la folla per le strade di Budapest, si poteva notare l'emergere di una nuova forma di dissenso: l'accensione in contemporanea di migliaia di smartphone e cellulari come atto simbolico contro il provvedimento del governo. Ecco dunque l'ennesima evoluzione della protesta 2.0.!

Strangers in an Alien World

Ostrogoto [en]

Strangers in an Alien World

Wolfi Landstreicher

I have been an anarchist for well over thirty years now. For me this has never been an identity to which to cling, a label to give me a sense of belonging. It has rather been an ongoing challenge to face my life in a particular way, constantly raising the
question of what it means to reject every form of domination and exploitation in my life on a practical level. This is not a simple question with easy answers, but a problem that I have to wrestle with constantly, because I am facing a world here and
now in which domination and exploitation define social relationships, in which most individuals are dispossessed of every possibility of determining their own existence, alienated from the creative energy through which such a project could be
realized.

Stranieri in un mondo alieno

Contropelo

Stranieri in un mondo alieno

Wolfi Landstreicher

Sono stato un anarchico per oltre trent'anni. Per me questa non è mai stata un'identità a cui aggrapparsi, un'etichetta per darmi un senso di appartenenza. È stata piuttosto una sfida continua per affrontare la mia vita in maniera particolare, ponendomi costantemente la questione di cosa significhi rifiutare ogni forma di dominio e sfruttamento nella mia vita a livello pratico. Questo non è un interrogativo semplice con risposte facili, ma un problema con cui devo confrontarmi di continuo, perché qui e adesso sto affrontando un mondo in cui il dominio e lo sfruttamento definiscono i rapporti sociali, in cui la maggioranza degli individui sono spossessati di ogni possibilità di determinare la propria esistenza, alienati dell'energia creativa attraverso cui si potrebbe realizzare un simile progetto. In quanto anarchico, ho preso la decisione di rifiutare e combattere contro questo mondo. Ciò ha fatto di me un disertore, un outsider, di fatto, uno straniero in un mondo alieno.

Dispari

Brulotti

Dispari

Alla fine dello scorso millennio non era arduo imbattersi sulla stampa di movimento in una massima di un discusso filosofo tedesco, ripresa senza imbarazzo, anzi, quasi con orgoglio: «Piuttosto essere debitori che pagare con una moneta che non porti la nostra effige». Oggi, una moneta simile verrebbe aborrita in quanto atto di presunzione da tutti coloro che non esitano a prostituirsi, umilmente, pur di arricchirsi accumulando monete che riportano l'effige altrui.
Lo scorso 1 dicembre, in occasione della Giornata contro le Grandi Opere Inutili e Imposte, i No-Tav-fatto-male-Sì-Tav-fatto-bene di Firenze hanno organizzato un presidio in centro, davanti al Palazzo che ospita il Comune, al fine di perorare una nobile causa: «fermare l'enorme spreco di denaro pubblico» (ovvero esortare lo Stato ad essere oculato, a spendere bene i soldi riscossi attraverso le tasse). Le loro voci si sono alzate al cielo dell'autorità, facendosi notare dal consigliere del Movimento 5 Stelle il quale ha chiesto al sindaco di «incontrare i rappresentanti del comitato, che erano lì per comunicare con l’amministrazione». L'erede di Babbeo Renzi ha nicchiato, prima ha promesso e poi si è defilato.

Buon vento

Brulotti

Buon vento

A volte sembra non dover mai tornare, la tairsìa. L’aria statica dello scirocco, tipico vento del sud, sembra eterna; un vento umido, soffocante, fastidioso, che crea una coltre di foschia che impedisce di vedere chiaramente, di scorgere l’orizzonte lontano. Un vento inutile. Sarà per questo che i locali militanti di Casa Pound hanno chiamato “Scirocco” il bar che hanno aperto a Lecce: un luogo senza prospettiva, che non può guardare lontano, davanti a sé, ma solo in alto, verso l’autorità e la gerarchia… Eppure la tairsìa può fare la sua comparsa quando meno te l’aspetti, improvvisa ed imprevedibile, causando danni e sconvolgendo l’ordine che regnava fino a un momento prima, spazzando gli addensamenti di nubi e lasciando spazio al cielo; permettendo di scorgere l’orizzonte per chilometri sull’azzurro del mare ed un numero infinito di stelle nelle notti profonde…

L'avventura tecnoromantica

Brulotti

L'avventura tecnoromantica

Karl Kraus

Per parte mia ho sempre pensato, fin dall'inizio di questa azione, che se la dignità umana è uscita di senno è per colpa di un bacillo del cervello che la scienza, anch'essa vittima della stessa infezione, non è ancora riuscita a scoprire. L'impressione che l'insieme della comunità, associata attivamente o passivamente a tale sacrificio, sia composta da specifici elementi usciti dritti dagli asili, non è tanto conseguenza della rapidità sempre crescente con cui decidiamo di precipitare nella vergogna e nell'errore, quanto di una totale mancanza di sensibilità al cospetto dei contrasti intellettuali ed etici che fanno da sfondo a questo dramma del terrore.
Indossare una divisa pacchiana, doversi mettere sull'attenti davanti a un superiore, tutto questo insieme di regole che viene ancora preteso davanti alla morte – tutti elementi che possono anche essere di competenza di ammirevoli abitudini e istituzioni: solo che il loro rapporto con la maniera moderna di morire, per quanto esse possano incoraggiarla o magari ostacolarla, è totalmente aberrante!... Davanti a tutto questo caos di concetti, di doveri, di sofferenze e di istanze in cui si precipita a capofitto una vita che già prima non era priva di fardelli, vediamo la realtà assumere le proporzioni di un simbolo.