Sans-papiers ? Réfugiés ?

Ostrogoto [fr]

Sans-papiers ? Réfugiés ?

Contre le tri et le dépotoir humain

Des anarchistes

Vous avez déjà entendu parler du fait qu’il y a à peu près 4000 personnes arrivant actuellement en Europe par jour. Vous avez peut-être déjà aperçu les campements à La Chapelle, à côté de la Gare d’Austerlitz, au Jardin d’Éole, à la Halle Pajol et en d’autres lieux de Paris. Si vous y regardez attentivement, vous avez peut-être pris conscience des expulsions menées par la Mairie de Paris, par ses flics, avec toute l’aide indispensable de l’Office Français de Protection des Réfugiés et Apatrides (l’OFPRA), d’Emmaüs, de France Terre d’Asile, des Verts et des autres qui ont pour but d’humaniser le tri des êtres humains que le pouvoir prend pour des déchets.

Clandestini? Rifugiati?

Brulotti

Clandestini? Rifugiati?

Contro la selezione e le discariche umane

Alcuni anarchici
 

Avete già sentito parlare del fatto che attualmente ci sono all'incirca 4.000 persone che arrivano in Europa ogni giorno. Forse avete già intravisto gli accampamenti a La Chapelle, a fianco della Gare d'Austerlitz, al Jardin d'Éole, alla Halle Pajol e in altri punti di Parigi. Osservando con attenzione, vi sarete forse accorti delle espulsioni condotte dal Comune di Parigi, dai suoi sbirri, con tutto l'aiuto indispensabile dell'Ufficio Francese di Protezione di Rifugiati ed Apatridi (l'OFPRA), di Emmaus, di Francia Terra d'Asilo, dei Verdi e degli altri che hanno lo scopo di umanizzare la selezione degli esseri umani che il potere considera rifiuti.

Addio alla neutralità

Intempestivi

Addio alla neutralità

Un altro mito se ne va, quello della neutralità svizzera. Il paese famoso nel mondo per il suo rifiuto della guerra – da sempre paradiso di disertori e pacifisti – ha deciso, tramite i suoi governanti, di organizzare l'esercitazione militare detta Conex 15, e che consiste nell’addestrare l'esercito a ristabilire la sicurezza in caso di invasione alle frontiere. Invasione, va da sé, non di turisti o di capitali stranieri, quanto di straccioni in fuga dall'orrore.
Ma l'addio ufficiale alla neutralità non è avvenuto a senso unico.

August Reinsdorf

Brecce

August Reinsdorf e l'attentato del Niederwald

A chi scenda il Reno da Mayenza a Colonia appare, non appena superato Bingen, ad un gomito brusco del fiume, lassù in alto, torreggiante sulle scure macchie del Niederwald e sulle vigne dorate del Rudescheim, la statua colossale della Germania, il monumento che or sono venticinque anni i tedeschi innalzarono alla patria unificata nei cuori e nelle vittorie.

L'avevano inaugurata il 28 settembre del 1883 ed a memoria di ogni buon tedesco nessuna solennità era stata celebrata mai per lo avanti con tanta pompa e tanto splendore.

Vi assistevano l'imperatore Guglielmo coi principi e la famiglia, il re di Sassonia colla famiglia reale, quasi tutti i principi, i granduchi, i grandi elettori della Confederazione, Bismark e Moltke, i taumaturghi delle ultime vittorie, tutti i grandi dignitari dello Stato ed una folla straordinaria di cittadini convenuti da ogni più remoto lembo della patria in festa.

Venticinque anni fa...


Il grande saccheggio

Contropelo

Il grande saccheggio

Inchiesta su una passione moderna

 
Laboratoire des frondeurs

Nel corso degli ultimi venti anni si è affermata una tendenza della sommossa moderna che radicalizza la critica della merce procedendo ai saccheggi sistematici dei siti commerciali. Senza preavviso, furti, distruzione di merci, saccheggi di negozi e di edifici pubblici, si propagano di quartiere in quartiere all'insieme di una città che sovente è la capitale di uno Stato. Manifestandosi sempre in maniera inattesa, il grande saccheggio s'interrompe di colpo senza farne conoscere la sostanza. È una imponente festa in cui i partecipanti fanno un grande uso del fuoco e di eccitanti vari. Davanti alla molteplicità di fronti dell'offensiva, lo Stato non ha altra scelta che attendere che i saccheggiatori abbiano terminato la loro opera: il grande saccheggio è un momento che si impone all'ordine dominante. È durante l'assalto del 1988-1993 che queste forme di rivolta si sono palesate con chiarezza. Da allora il grande saccheggio si afferma sempre più come una pratica negativa che continua a sfuggire alla coscienza degli individui e traccia un'ampia critica pratica di questo mondo.

L'Idea e la Forza

Brulotti

L'Idea e la Forza

Ernest Coeurderoy

Per un incredibile abuso delle parole, siamo arrivati ad un deplorevole malinteso delle cose.

Quando parliamo oggi di Forza, in politica, noi attacchiamo a questa espressione il pensiero di controrivoluzione. E quando parliamo d'Idea, noi prendiamo questa parola nel significato esclusivamente rivoluzionario. 
Perché ciò? È forse perché l'idea concepisce le rivoluzioni e s'inoltra, per prima, sulla loro strada? È forse perché la Forza s'oppone alla realizzazione delle idee nuove per quanto è in suo potere di farlo, e non la subisce che col tempo?

Ma se l'Idea rimanesse sempre in avanti, isolata dalla Forza, essa non prenderebbe corpo e resterebbe sterile. Lo stesso, la Forza sarebbe condannata all'inazione se il Pensiero non le preparasse nuovi soggetti di lavoro.

Le cri de la rage

Ostrogoto [fr]

Le cri de la rage

Les murs de la prison de Forest résonnent... très fort

 
Quand on entend les échos qui parviennent à percer les murs de la prison de Forest, quand on a subi l’enfermement dans les cellules putrides là-bas, quand on est allé visiter un proche tout abîmé par la détention, il n’y a qu’une seule réaction saine possible : le cri de la rage.

L'urlo della rabbia

Fuoriporta

L'urlo della rabbia

Le mura della prigione di Forest rimbombano... molto forte

Quando ci giungono echi che riescono a perforare le mura della prigione di Forest, quando si è subita la reclusione in quelle celle putride, quando si fa visita ad un parente devastato dalla detenzione, c'è solo una reazione sensata possibile: l'urlo della rabbia.

Gli anni passano, i suicidi e i morti in questa galera di Bruxelles si susseguono, gli scandali che scoppiano di tanto in tanto si dissolvono altrettanto rapidamente di come sono apparsi e le condizioni di detenzione non fanno che peggiorare. Gli anni passano, e ogni giorno che questo carcere resta in piedi diventiamo in qualche modo tutti più complici delle atrocità che lo Stato infligge ai detenuti nel nome della Legge e dell'Ordine.

La maschera di Lenin

Autopsia

La maschera di Lenin

G. P. Maximoff

La grande rivoluzione russa del 1917-21 fu dapprima una rivoluzione quasi incruenta. Al principio, nulla faceva presagire che sarebbe divenuta così sanguinosa e che avrebbe preso un posto primario per la sua insensata crudeltà nella storia umana. Questa svolta della rivoluzione rossa verso un'illimitata distruzione di vite è uno dei tanti paradossi della storia, perché il tratto caratteristico delle masse lavoratrici russe è la gentilezza, l'umanità, l'amore per il prossimo, evidente perfino nel trattamento dei criminali, che dal popolo russo eran sempre considerati degli «sfortunati». Il socialismo russo, il socialismo di Cernicevski, di Bakunin, di Lavrov, di Kropotkin, di Micailovski, era — nelle sue diverse fisionomie — sempre basato sulle idee della libertà individuale, del federalismo comunale e regionale. Il giacobinismo, col terrore e la centralizzazione, non ha mai avuto successo in Russia: Ciachev, ad esempio, è sempre rimasto fuori della gran corrente del socialismo russo, che è sempre stata libertaria e progressiva. Note reazionarie cominciarono ad udirsi nel socialismo russo con l'apparizione in Russia del marxismo politico.

Distorto dagli specchi

Miraggi

Distorto dagli specchi

Nicolas Calas

Figlio unico di una famiglia ricchissima, il giovane Nikos Kalamaris (1907-1988) alterna una poesia segreta, diffusa fuori commercio sotto pseudonimo, con la militanza nella sinistra antistalinista di Atene. Costretto all'esilio, a Parigi si unisce ai surrealisti e diventa noto con il nome di Nicolas Calas, critico, polemista e poeta. Il suo saggio Foyers d'incendie, apparso nel 1938 e scritto alla luce della psicanalisi, esplora i legami che intercorrono fra inconscio individuale e trasformazione sociale. Calas vi traccia una vera e propria etica del desiderio e lo stesso Breton saluterà questo libro come «un'opera vietata agli ignoranti, ai conformisti, ai fiacchi e ai vigliacchi... un manifesto di una necessità e di un'ampiezza senza precedenti». Inutile dire che oggi, a quasi ottant'anni di distanza, sono invece le sue poesie quelle dove è più facile che brillino i suoi focolai d'incendio.

Il socialismo al potere

Brulotti

Il socialismo al potere

André Prudhommeaux

Le parole di cui ci serviamo in materia sociale hanno due significati molto diversi a secondo che vediamo in esse la designazione di una corrente psicologica di rinnovamento cosciente e volontario oppure una formula emotiva più o meno «sacra» che copre certe realtà politiche.
È così che si può interpretare il socialismo (originale) come un'energia etica presa alle sorgenti stesse della rivolta; come un'insurrezione del sentimento, del pensiero e del lavoro umano contro il «destino» — cioè contro il disordine del mondo. E in ciò il socialismo era anarchico.
Ma vi si mescolava anche non si sa quale fiducia cieca nell'ordine naturale, nel progresso storico, ecc. La «giustizia immanente», si pensava avrebbe ristabilito essa stessa la solidarietà e l'armonia dei viventi nel nostro ambiente sociale atomizzato dall'egoismo, lacerato dalle frontiere delle caste, delle religioni e delle razze, e ridotte all'assurdo dal meccanismo cieco delle contraddizioni economiche. Questa «provvidenza» sociale doveva misticamente incarnarsi in una o più «divinità sociali» (profeti, eroi, partiti, nazioni o classi).

«A tuffo sulla città»

Intempestivi

«A tuffo sulla città»

«“La realtà supera la fantasia”, ci ripeteranno in tutte le salse a partire dall’11 settembre ma il più delle volte con la soddisfatta idiozia di chi sa che cos’è la realtà e prova un gusto particolare nel prendere in castagna la fantasia. È rimarchevole anche come, nel loro calcolo da bottegai nel reperire ciò che da questo o quel romanzo o film catastrofico degli ultimi anni è stato realizzato nel doppio attacco alle torri del World Trade Center e del Pentagono, la maggior parte abbia per l’ennesima volta trovato conforto alla propria cecità nei confronti di ciò che non si esprime razionalmente. Fino al punto di non intravedere sotto quale “prospettiva depravata” questa architettura di rovine ormai permanenti nel cuore del paesaggio ci obblighi a considerare ogni realtà […] La cosa peggiore è che, tranne poche eccezioni, i pensatori avranno incoscientemente dato man forte all’instaurazione di quel “troppo di realtà” di cui siamo diventati ostaggi».

Quattordici anni dopo, ...

A bas la maxi-prison

Ostrogoto [fr]

A bas la maxi-prison

rencontres sans frontières du 29 septembre au 3 octobre

 
Si l’État comptait construire en toute tranquillité le plus grand complexe carcéral de l’histoire belge à Bruxelles, il s’est trompé. Contre ce projet de la maxi-prison, une lutte est née et a pris de l’ampleur. Une lutte sans concessions qui a su prendre l’initiative, qui se fraye un chemin sans partis politiques ni organisations officielles et qui se lance dans l’auto-organisation et l’action directe contre ce qui rendra la maxi-prison possible.

Abbasso la maxi-prigione

Brulotti

Abbasso la maxi-prigione

Incontri senza frontiere

Se lo Stato contava di costruire in tutta tranquillità il più grande complesso carcerario della storia belga a Bruxelles, si è sbagliato. Contro il progetto della maxi-prigione è nata una lotta che si è estesa. Una lotta senza concessioni che ha saputo prendere l’iniziativa, che ha imboccato un cammino senza partiti politici né organizzazioni ufficiali lanciandosi nell’autorganizzazione e nell’azione diretta contro ciò che può rendere possibile la maxi-prigione.
Il progetto di costruire una maxi-prigione si inscrive in un contesto economico e politico ben più vasto. In questi tempi di nuova instabilità politica ed economica, lo Stato belga, proprio come gli altri Stati, punta sul rafforzamento della repressione. Se questo si traduce in leggi più dure, più controllo a tutti i livelli, telecamere dappertutto, militarizzazione delle frontiere, militari nelle strade, una ristrutturazione della città per «restaurare l’ordine», ci sono anche vasti progetti di costruzione di carceri di ogni genere. Perché il carcere sarà sempre una delle minacce miranti a farci rientrare nei ranghi e un potente strumento dello Stato...

Tempo di malafede

Brulotti

Tempo di malafede

N. C.

La nostra non è un'epoca di fede, né d'incredulità. È un'epoca di malafede, cioè di credenze mantenute a forza, in odio ad altre, e soprattutto in mancanza di altre genuine. È l'epoca delle «menzogne utili»: di finzioni, cioè, perfettamente consapevoli in chi le fabbrica e in chi le accetta, ma che presto prendono il posto della verità semplicemente perché sono utili, facilmente utilizzabili e universalmente usate, sicché finiscono col costituire un linguaggio in cui anche l'uomo veridico si trova fatalmente irretito.
Naturalmente, il fenomeno non riguarda l'individuo privato, il quale nella sua vita privata manterrà quel tanto di buona fede e di veracità che riterrà doveroso, o quella mistura di sincerità e di finzione che riterrà utile alla condotta dei suoi affari. Si può facilmente ammettere che gli individui poco mutino col mutare delle vicende, e che rimanga pressapoco eguale fra loro la proporzione dei buoni e dei cattivi, dei veritieri e dei bugiardi, degli onesti e dei disonesti. Quel che invece certamente cambia, e certamente altera se non la natura dell'individuo, almeno la qualità e la forma dei suoi rapporti con gli altri, è lo stato della collettività.

Come un Desperado

Brulotti

Come un Desperado

Olav Dampierre

Il sentimento amoroso è una delicata idiozia. La sua dipendenza è tanto deliziosa quanto dolorosa, su immagine degli zuccherini per diabetici. I suoi effetti lasciano a desiderare. La concezione di un Buono a Nulla è una fatica iniziale. I suoi genitori hanno scelto per lui, accecati dall'egoismo del loro slancio vitale. Il Buono a Nulla non serba loro rancore. Così va il gioco della vita, portato dall'energia assurda che lo caratterizza.
Vedete, il mondo così com'è fa arrabbiare il Buono a Nulla. Sapersi proiettati in un tale caos non sempre è una buona notizia.