Antipolitica

Brulotti

Antipolitica

Volin

Esiste un'idea che non è stata uccisa nella rivoluzione russa: ed è la circostanza della sopravvivenza di quell'idea che noi consideriamo come la causa fondamentale dello scacco subito dalla rivoluzione. Questa è l'idea della «politica». La sua essenza è che la politica — il partito politico; la lotta politica; il metodo politico (la conquista del potere); l'organizzazione politica (stato, governo); e così via — possa anzi debba essere la leva principale della rivoluzione sociale. Fu questa l'idea fondamentale che guidò la rivoluzione russa. E questa idea uccise la rivoluzione.
Perché? Che cos'è la politica?

Quel che ne pensiamo

Brulotti

Viva Bresci: Quel che ne pensiamo

Giuseppe Ciancabilla
 
Quando, dopo i facili trionfi della scheda, i partiti cosiddetti popolari — radicale, repubblicano e socialista — si riposavano dalle aspre fatiche durate per vincere; mentre il governo, da parte sua, liberatosi in brevi sedute dall’impaccio di aver tra i piedi i rappresentanti da burla del popolo, si fregava le mani per aver con sì poco rischio dato sfogo alle velleità d’insofferenza al giogo manifestate dal popolo stesso, e intanto, sul popolo stanco per la fatica elettorale, ricominciava a gravare il peso dell’oppressione reazionaria, e nuova carne italiana si spediva ai macelli di Cina per capriccio di re e per consenso degli speculatori del patriottismo, mentre nella sonnolenza estiva il paese si acquietava nella morta apatia di tutto e di tutti, e persino le tendenze rivoluzionarie degli anarchici si sciupavano nell’opera eternamente vana ed eternamente da ricominciare della costituzione unica del partito unico con programma unico e con regolamento unico, ecco, d’un tratto, la rivoltella ammonitrice di Gaetano Bresci si fa sentire, e dà un fremito gagliardo all’inerte organismo e lo richiama alla vita, lo riconduce alla realtà!

Una religione di merda e morte

Brulotti

Una religione di merda e morte

Sadegh Hedayat

Noi che non eravamo abituati a seppellire vive le nostre figlie neonate! Noi che un tempo avevamo la nostra cultura, il nostro benessere e la nostra libertà. Li abbiamo visti arrivare, e sono venuti per toglierci tutto ciò. In cambio ci hanno fatto dono di povertà, penitenza, culto dei morti, lamenti, mendicità, rimpianti e obbedienza ad un Dio perfido e sanguinario, oltre ad istruzioni su come pulirci il culo e come andare al cesso. Tutto ciò che fanno è pieno di sporcizia, o macchiato di bassezza, avarizia, morte e miseria.
Perché hanno sempre la faccia triste e l'aria sorniona? Perché le loro canzoni assomigliano ai gemiti? Perché sono di natura frignona, vivono con il rimorso e non fanno che adorare i morti.

Su Omar Khayyam

Autopsia

Un algebrista lirico: Omar Khayyam

Armand Robin
 
C'era una volta sulla terra un uomo che scrisse circa 180 quartine, che sono il capolavoro del genere, per tentare di farci credere che per tutta la sua vita non abbia fatto altro che bere, bere, che essere ubriaco fradicio giorno e notte:
 
«Tanto e tanto vino berrò, che dalla tomba,
Quando sottoterra andrò, ne verrà l’odore,
Perché, se a quell'avel giungerà un beone,
Al profumo di quel vino ebbro diventerà.

Distruzione

Brulotti

Distruzione

Louise Michel
 

Già da domani più nulla sarà possibile se non la Rivoluzione — Tutte le riforme ruminate affinché diventino opportunamente possibili; tutte le cose mostruosamente rivestite di bava di rettile perché si possano inghiottire — fanno orrore; ciò che reclamano tutte le miserie, tutte le indignazioni, è la Distruzione!
Non vi è nulla da conservare delle maledette leggi che permettono di imbottire di mitraglia il ventre dei lavoratori, e di biglietti di banca le casse degli illustri truffatori che legiferano.
Che esseri umani in questa società capitalista! Vi brulicano con agio le larve più immonde!
Ma anche in questo letamaio germinano per futuri raccolti i forti semi innaffiati perennemente dalla rossa rugiada del sangue.
Distruzione! per tutte le infamie. Rivoluzione! se l’umanità vuole vivere.

Rifiuto della leggenda

Brulotti

Rifiuto della leggenda

Louis Mercier

Costruita sugli uomini, la Rivoluzione spagnola non è né una costruzione perfetta né un castello leggendario. Il primo compito necessario al nostro equilibrio è quello di riesaminare la guerra civile sui documenti e sui fatti, e non di coltivarne la nostalgia con le nostre esaltazioni. Compito che non è mai stato condotto con consapevolezza e coraggio, perché avrebbe indotto a mettere a nudo non solo le debolezze e i tradimenti degli altri, ma anche le nostre illusioni ed incapacità, di noi libertari.
La mania di vantare i nostri atti d'eroismo e le nostre capacità d'improvvisazione è fatale, perché riduce al solo piano personale la ricerca di soluzioni sociali e cancella con un artificio della propaganda le situazioni a cui non fummo in grado di far fronte.
Nello strano universo in cui viviamo, le false speranze che permettono di dimenticare i cento metodi che contribuiscono a fabbricare i totalitarismi non sono né coraggiose né eroiche. La volontà e l'audacia individuali possono intervenire anch'esse sugli schemi, le statistiche e i fatti. Tanto quanto l'azione della comunità volontarie può influenzare il destino del mondo, a condizione di prevedere e misurare.

Coll’acqua alla gola!

Brulotti

Coll’acqua alla gola!

Édouard Rod
 

Perché agire? Perché intraprendere un qualcosa? E come amare gli uomini, in questa torbida epoca in cui il domani non è che una minaccia!… Quel che abbiamo cominciato, le nostre idee che maturano, le nostre opere intravedute, quel po’ di bene che avremmo potuto fare, non saranno portati via dall'uragano che si prepara? Dovunque il terreno ci trema sotto ai piedi, e all'orizzonte s'addensano nuvole che non ci risparmieranno.
Ah, se dovessimo temere soltanto la rivoluzione della quale ci si fa uno spettro! Incapace d'immaginare una società più detestabile della nostra, ho per quella che le succederà più diffidenza che timore.

Dopo il vento, la tempesta

Intempestivi

Dopo il vento, la tempesta

 

Davanti all'evidenza dei fatti, erano i soli interrogativi possibili. Per la polizia degli Stati Uniti, così generosa a seminare morte tra i neri in tutto il territorio nazionale, quando e dove sarebbe cominciata la raccolta della tempesta? La risposta è infine arrivata, diventando la notizia del giorno: alle 20:58 di giovedì 7 luglio, a Dallas. Nella città del Texas una pacifica manifestazione di protesta contro i due recenti omicidi avvenuti in Louisiana e Minnesota ad opera degli uomini in uniforme, si è conclusa con un bilancio da capogiro: 5 poliziotti morti e 7 feriti, di cui 4 in modo grave.
Sia chiaro, leader comunitari e pastori vari ce l'avevano messa tutta pur di evitare eccessi, pur di circoscrivere la rabbia e farla sbollire nell'ennesima richiesta di giustizia e di rispetto per i diritti civili. Ma le loro parole non sono riuscite a convincere tutti. Qualcuno, forse per respirare un po' d'aria salubre, anziché scendere nelle strade in pessima compagnia ha pensato bene di salire sui tetti da solo.

Gli assenti

Brulotti

Gli assenti

Siccome siamo persone che si interessano alle lotte, ci capita di seguire anche coloro che le portano avanti... In questo tortuoso peregrinare, ci è successo talvolta di seguire chi si oppone a TAP, la grande opera che dovrebbe portare milioni di metri cubi di gas dall'Azerbaijan fino al Salento. Certo, non li abbiamo seguiti nelle aule dei tribunali amministrativi, laddove conducono senza requie la loro battaglia burocratica a suon di ricorsi e carta da bollo, e neanche li abbiamo seguiti nei palazzi del Potere che sono adusi a frequentare – Comuni, Provincia, Regione, Parlamento – dove, in compagnia di combattivi uomini di Potere, cercano di bloccare un'opera del Potere voluta da altri uomini di Potere. No, li abbiamo seguiti dove in maniera più forte, dura e quanto mai determinata, conducono la loro instancabile opposizione al gasdotto, nel vero e proprio agorà della contestazione due punto zero: il profilo facebook del Comitato No TAP!!!

I barbari

Brulotti

I barbari

Paolo Schicchi
 

Una volta, nel periodo delle persecuzioni cieche e violente, non c'era vilipendio, non c'era falsità, non c'era calunnia a cui la borghesia non ricorresse per renderci spregevoli, ridicoli, odiosi agli occhi di tutti.
Anarchia era sinonimo di delinquenza selvaggia, di delirio sanguinario, di brutale malvagità, di fanatismo stolto ecc.; e anarchico significava brigante, ladro, assassino, pazzo morale, isterico, epilettico, più o meno ignorante, più o meno 
grottesco, più o meno scellerato.

La maggior parte, anzi tutti i nostri persecutori, nemici ed avversari, tranne qualche rara eccezione, non si pigliavano nemmeno la briga di conoscere le teorie anarchiche, neppure superficialmente; né si curavano in alcun modo di sapere chi fossimo e che cosa volessimo.

Parlavano, insomma, di noi e delle cose nostre nella stessa guisa, nello stesso tono e colla stessa supina ignoranza con cui parecchi secoli or sono le donnicciuole e i buzzurri favellavano di Turchi e di Turchia, di Cina e di Cinesi, di streghe e di versiere, di lupi mannari e di draghi.


Omnibus & filosofia

Brulotti

Omnibus & filosofia

Folgorite [Sante Ferrini]

Dal fatto di prender posto in un omnibus, anche a degli intervalli più o meno lunghi, l'uomo che sa viaggiare può trarvi le più diverse lezioni (e le più alte) di saggezza, di eguaglianza, e delle più squisite virtù. L'autobus è alla volta un mezzo di trasporto ed un ammirevole strumento di bella e sana morale.

 

I. L'attesa, l'eguaglianza e l'obbedienza alle leggi
Siamo a Lione... Un gruppo compatto di esseri di tutte le condizioni, di tutti i costumi e di tutte le età, aspetta sull'orlo del marciapiede d'un quai del Rodano, in un luogo esposto alla pioggia, al sole, alla fanghiglia, l'arrivo del tram o dell'autobus desiderato.
Il quarto d'ora del generale nippone Nogi! Saper tenere, sapere attendere!...

La privazione di senso

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La privazione di senso

Bernard Noël

Stanchezza e rivolta, in realtà rabbia contro la stanchezza quando la rivolta dà segni di affaticamento. Il potere ha trovato il modo discreto di occupare in noi i luoghi di difesa e anche di sfruttare la nostra energia. Sopraggiunge una debolezza immotivata che d’improvviso diventa cosciente piuttosto per caso. S'indovina allora che l'antico sogno tirannico si sta realizzando: quello di una sudditanza senza costrizione apparente che produce l'effetto di un abbandono. Ma a quale invasione abbiamo ceduto per arrivare a questo punto? È già trascorso molto tempo da quando, per spiegare tale fenomeno, ho coniato la parola «sensura» per esprimere la privazione di senso. Può darsi che tale perdita abbia generato una perdita critica favorevole alla sottomissione, senza tuttavia giungere ad instaurarla. Creandole per l’appunto uno spazio idoneo. A meno che, prolungandosi, la privazione di senso non comporti una debilitazione tanto più efficace che per le sue vittime, essa è solo un'abitudine legata ad una forma di consumo diventato naturale. Così la suddetta privazione avrebbe sul senso proprio l'effetto che su di esso hanno le droghe che colpiscono le nostre facoltà intellettuali, a parte il fatto che nessuno sa come definire con precisione le cause dei danni che non sono avvertiti come tali, cosicché questa non-percezione è una loro caratteristica.