La miserabile umanità

Intempestivi

La miserabile umanità

Apatride
 
Le immagini dei bambini nelle gabbie al confine fra il Texas e il Messico gridano vendetta. Ancora di più, l’irrisione della polizia nei confronti dei pianti delle piccole incarcerate nei giorni in cui, in un ghetto di Pittsburgh, viene ucciso dagli sbirri l’ennesimo afroamericano.
In Italia la Trump-opinione – perché di pensiero non si può parlare, dato che necessita di cervello e sensibilità – si incarna nei vari Salvini, Toninelli e Di Maio (e prima nei Renzi, Gentiloni e Grasso). La politica della chiusura delle frontiere semina la vigliaccheria più popolare. 

Cervi volanti

Intempestivi

Cervi volanti

«Non aver paura delle difficoltà che incontri; ricorda che l'aquilone 
si alza sempre con il vento contrario, mai con quello a favore»
 
C'è una guerra in corso a 2.250 chilometri da qui. Una guerra combattuta ad armi impari. Da un lato, uno degli eserciti più temibili del mondo, in possesso delle armi da guerra più moderne e sofisticate; dall'altro, i sopravvissuti di una popolazione stremata da una lunga occupazione. Da un lato, uno Stato ricco, potente, con una industria florida. Dall'altro, un magma di organizzazioni, bande, gruppi. Professionisti militari da una parte, straccioni guerriglieri dall'altra. I primi massacrano, i secondi resistono. 

L'unità è tirannia

Brulotti

L'unità è tirannia

Federico Urales
 

Tutte le armi s'impiegano in favore dell'ideale. Secondo le sue condizioni psichiche, fisiche, intellettuali, difende il combattente la sua dottrina: colla parola o col fatto, colla persuasione o colla forza, colla simpatia o col disprezzo, coll'amore o coll'odio.

Voler rendere uguali i modi di procedere è cosa tanto difficile come il voler rendere uguali i temperamenti e le facoltà. Se la generalizzazione fosse possibile, sarebbe pure possibile dipinger quadri di un solo colore; comporre sinfonie con una sola nota, educare gli uomini ad un solo gusto.

Dal contrasto risulta l'armonia; dalla varietà delle tinte la bellezza dell'insieme.


«Quanto rende?»

Brulotti

«Quanto rende?»

Edward Carpenter
 
Confesso che, occupandomi ultimamente di una mia piccola azienda agricola, rimasi molto sconcertato, o per dir meglio annoiato per l'insistenza con la quale (e ciò fin dai primi tempi, quando avevo intrapreso i lavori da soli due o tre mesi) mi si rivolgeva la domanda che è in principio di questo articolo.
E non soltanto le mie sorelle e i cugini e lo zie, ma i parenti lontani ed anche i semplici conoscenti, dopo aver udito poche parole sul mio nuovo commercio, mi opprimevano con questa domanda: quanto rende? 

Che giri il vento!

Contropelo

Che giri il vento!

«L’eolico industriale non è altro che la prosecuzione della società industriale con altri mezzi. In altre parole, una critica pertinente dell'elettricità e dell'energia in generale non può che essere la critica di una società per la quale la produzione di massa di energia è una necessità vitale. Il resto è solo un'illusione: un'approvazione mascherata della situazione attuale, che contribuisce a mantenere nei suoi aspetti essenziali»

Le vent nous porte sur le système, 2009
 
Una notte di tempesta. Le scariche elettriche illuminano il cielo mentre i fulmini sembrano annunciare la fine del mondo. Se non è arrivata il 1° giugno 2018 a Marsanne (Drôme), quella notte è comunque successo qualcosa, o meglio due cose, che hanno finito per incontrare un destino insperato: due turbine eoliche sono state attaccate. Una si è incendiata completamente, la seconda è rimasta danneggiata. Le pandora indispettite e il gruppo RES non hanno potuto che constatare le tracce di effrazione sulle due porte di accesso alle colonne giganti, su cui sono appollaiate la turbina e le ali di questi mostri industriali di energia rinnovabile. Due in meno, tra le migliaia impiantate in Francia nel corso dell'ultimo decennio. O meglio tre, se contiamo l’incendio di quella dell'altopiano di Aumelas, non lontano da Saint-Pargoire (Hérault), quattro giorni dopo, per una di quelle coincidenze temporali che a volte fa la cosa giusta.

On Irregularity: between Analysis and Desire

Ostrogoto [en]

On Irregularity: between Analysis and Desire

Black Mamba
 
“Not merely the love of one person, but the animal instinct, the simple undifferentiated desire: 
that was the force that would tear the Party to pieces.”
George Orwell, 1984
 
     Often when we feel calm reigning, we busy ourselves with the task of trying to tackle the analysis of the situation. We enter into that order of discussion that recites: the analysis of reality is missing, the study of what is happening around us is missing. And who would disagree with this principle? In attacking a world that horrifies us, knowing what creates the disgust is a rather sage matter.

Women, Men and Bigots

Ostrogoto [en]

Women, Men and Bigots

Rhadija Lamrani


 
To create a revolution capable of putting an end to all domination, it is necessary to put an end to the tendency that we all have to submit ourselves. This implies that we observe with a sharp and pitiless eye the roles that this society imposes on us and that we distinguish their weak points in order to free ourselves and surpass their limits.
Sexuality is an essential expression of individual desire and passion, of the flame that both love and revolt can light.

Meglio streghe che strateghe

Contropelo

Meglio streghe che strateghe

A quanto pare il femminismo militante sta tornando in auge. Sulla carta, perlomeno. Fosse avvenuto alcuni anni fa, avrebbe magari fatto da profilassi o almeno da antidoto a quella putredine di movimento che ci ha avvelenato prima con un opuscolo contro l'aborto (scritto da una donna e pubblicato da una casa editrice anarchica) e poi con uno stupro di gruppo (all'interno di una sede antifascista), secrezioni che hanno conosciuto entrambe l'indifferenza attiva di più kompagni e kompagne.
Comparendo solo oggi, si limita per ora a lasciar intendere di fare domani ciò che non si è stati in grado di fare ieri. Quando l’intenzione è buona, la coscienza è salva.
Ma l’intenzione, è davvero buona? Me lo domando. Ho davanti agli occhi...

All'imbocco del fiume

Fuoriporta

All'imbocco del fiume

A proposito della lotta contro il Google-Campus a Berlino

 
Alla fine del 2016, nel corso di una conferenza stampa, è stato presentato il progetto di Google di aprire un campus a Berlino. Un Google-Campus come già ne esistono a Londra, Varsavia, San Paolo, Seul, Madrid e Tel Aviv. Il Campus di Berlino dovrebbe (ovviamente nell'interesse di Google, ma non solo) mettere a disposizione dello spazio per le start-up, proporre workshop per esperti e dilettanti, ed ospitare un "Google-Café". Come luogo per tutto ciò è stata scelta una centrale elettrica dismessa nel quartiere di Kreuzberg. Google ha richiesto un permesso di costruzione per iniziare i lavori nell’edificio della vecchia centrale e poter aprire il campus alla fine del 2017.

Paroles claires

Papiri

Paroles claires

La versione francese di Parole chiare è appena uscita per le edizioni L'assoiffé di Marsiglia

Il "movimento" è morto, viva la... riforma!

Papiri

Il "movimento" è morto, viva la... riforma!

Questo testo è stato scritto nell'autunno 2017 nella ZAD di Notre-Dame-des-Landes. In seguito, la situazione è stata sconvolta dall'annuncio del 17 gennaio 2018 dell'abbandono del progetto dell'aeroporto da parte del governo. 
Potrebbe sembrare fuori tempo massimo pubblicarlo dopo la “vittoria”. Ma, malgrado l'importanza che riveste per me questa lotta, si dà il caso che io non abbia mai festeggiato questa vittoria. Probabilmente sono troppo diffidente e puntiglioso sulle magagne che vi si nascondono dietro. 
In questo periodo, difficile per le lotte sociali, la battaglia contro l'aeroporto ha preso i contorni di un simbolo contro l'offensiva capitalista, un po' una lotta da non perdere in un oceano di disfatte. Allora, nel tentare un approccio critico, è facile imbattersi nel riflesso difensivo di una visione idealizzata. 
Eh beh, tanto peggio...
Questo testo è per chi vuole mettere in discussione la vittoria e scavare un po' più in profondità su quella che è la posta in gioco.
Da un lato perché la fine della battaglia contro l'aeroporto lascia il movimento orfano, anzi morto, e quindi in una situazione nuova. Ma quand'anche fosse nuova, resterà conseguenza di questi lunghi anni di mescolanze e di conflitti tra varie tendenze politiche, con diversi obiettivi e mezzi. Dall'altro lato perché gli ultimi mesi che hanno preceduto questa “vittoria storica” hanno molto da raccontare per contribuire a una cultura di lotta in generale. E perché già si può immaginare l'alone glorioso ed eterno che molti vogliono conferire a questa vittoria. 
 
Novembre 2017

De l’irrégularité : entre l'analyse et le désir

Ostrogoto [fr]

De l’irrégularité : entre l'analyse et le désir

« Pas simplement l'amour qui s'adresse à une seule personne, mais l'instinct animal, le désir simple et indifférencié.
Là était la force qui mettrait le Parti en pièces »
George Orwell, 1984
 
Souvent, quand on sent que le calme règne, on s’acharne à tenter d'ébaucher une analyse de la situation. On rentre dans cet ordre du discours qui récite: il manque l'analyse de la réalité, il faut étudier ce qui se passe autour de nous. Et qui ne serait pas d’accord avec ce principe? Pour attaquer un monde qui nous horrifie, il est plutôt sage de savoir ce qui nous provoque du dégoût.

Paroles claires

Ostrogoto [fr]

Paroles claires

La « bonne guerre » des anarchistes italiens immigrés aux Etats-Unis (1914-1920)

 

« Et dites, dites ! Que seriez-vous

sans dieu, sans roi, sans patrons,

sans bûches, sans larmes ?

— Il finimondo (1) ! »

“MATRICOLATI !” Cronaca Sovversiva, 26 mai 1917

 

 

Si les anarchistes ne font pas leur histoire, ce sont leurs ennemis qui la feront.

Cette observation — par ailleurs valable au-delà du seul cadre historiographique —, formulée par un célèbre historien italien vers la moitié du siècle passé, précède et accompagne tout le débat autour de ce que l’on appelle l’histoire d’en bas.

Distruggere lo Stato

Brulotti

Distruggere lo Stato

Jean Crones
 
Oggi due questioni entrano prepotentemente negli occhi di chi è attento: da una parte democratici ed opinioni riformiste stanno sconfiggendo la creatività sovversiva con le armi e la fandonia elettorale, dall’altra un certo antifascismo vuole obbligare il potere a restare democratico, impedirgli di diventare sempre più reazionario, dando una fiducia illimitata allo Stato. Si chiede al dominio meno bastone e più carote... Miopia neutrale e mutilazione moralizzante ci indicano che le richieste allo Stato mantengono vivo e vegeto lo stesso mostro statale, tutt’al più mostruosamente tecnologico. 
Gli esseri di questa era pensano che la società sia fatta dallo Stato e non da loro stessi. Va da sé che lo Stato non è percepito solo come un fuori. Esso è dentro di noi: occupa la totalità delle esistenze e trasforma ogni rapporto in atti burocratici o in squallide attività mercantili. L’obbrobrio burocratico lavora alla felicità di tutti, essendo un fondamentale agente e l’arbitro delle vite. La convivenza fa rima con lo Stato.