«I diritti della civiltà»

Brulotti

«I diritti della civiltà»

Errico Malatesta
 
Lasciamo stare il «diritto», che in teoria è l'espressione di ciò che ciascuno considera utile e buono e quindi varia secondo i vari interessi ed i vari sentimenti, ed in pratica è la consacrazione dei privilegi conquistati dai trionfatori del momento.

Parliamo piuttosto dell'interesse umano, visto che tutti, almeno a parole, dicono di volere il maggior bene possibile di tutti gli esseri umani, il raggiungimento del tipo più elevato di uomo che sia possibile.

È certamente nell'interesse di tutti che tutta la terra sia utilizzata il meglio che si può, e che tutti siano istruiti, e che la civiltà, la vera civiltà, sparga dovunque i suoi frutti benefici.

Ed è un fatto che vi sono differenze enormi di sviluppo e di civiltà fra i diversi popoli e fra i diversi gruppi ed individui dello stesso popolo.


Né Dittatura né Democrazia

Brulotti

Né Dittatura né Democrazia

Carlo Frigerio
 
La manifestazione di solidarietà internazionale, che doveva aver luogo il 21 luglio per opporsi alla continuazione dell'intervento degli alleati in Russia ed Ungheria, essendo stata sabotata per delle considerazioni opportunistiche dai rappresentanti ufficiali delle organizzazioni francesi ed inglesi, noi abbiamo assistito ad un primo e significativo risultato di questa capitolazione: la caduta del regime sovietista in Ungheria.
Questa prima vittoria ottenuta, i governi alleati, l'Inghilterra specialmente, non han cessato di dare il loro appoggio effettivo alla guerra contro i comunisti russi, e presto noi avremo lo spettacolo della caduta del governo di Lenin.
L'ottimismo sarebbe qui inutile. Ed è meglio abituarsi già fin d'ora all'idea di una eventualità che solo un miracolo potrebbe allontanare, e domandarci sin d'ora quali sono gli insegnamenti che l'esperimento della «dittatura del proletariato» ha potuto suggerirci.

Col coltello fra i denti

Miraggi

Col coltello fra i denti

António José Forte
 
Lo spettacolo d’orrore più bello siamo noi. Questa faccia con cui amiamo, con cui moriamo, non è la nostra; né queste cicatrici sempre fresche al mattino; e nemmeno queste parole che invecchiano nel breve volgere di un giorno. La notte accoglie le nostre mani come fossero delle intruse, come se il suo regno non fosse il loro, non fosse una loro invenzione. Solo a fatica, pericolosamente, i nostri sogni abbandonano la propria pelle per mostrarsi alla luce diurna e implacabile. La nostra miseria vive fra le quattro mura sempre più anguste della nostra disperazione. E questa miseria, realmente nostra, non riesce in alcun modo ad abbattere quelle mura. Così viviamo murati, senza possibilità di comunicare, limitati nell’odio e nell’amore. E cerchiamo l’uscita — la vera, la sola — e sbattiamo la testa contro il muro. A questo gioco, c’è chi vince la rabbia e chi perde l’amore.

Contribution barbare

Ostrogoto [fr]

Contribution barbare

Lorsqu’on essaie de lire la réalité qui nous entoure, on se rend compte qu’on est en train d’assister au développement de transformations profondes du côté de la gestion du pouvoir politique et économique. De tels changements se répercutent également au niveau social. Il est donc nécessaire de se confronter aux transformations en cours, et d’en tenir compte dans nos analyses et nos perspectives d’attaque.

Contributo barbaro

Brulotti

Contributo barbaro

Se proviamo a leggere la realtà che ci circonda ci accorgiamo che stiamo assistendo allo sviluppo di profonde trasformazioni dal punto di vista della gestione del potere politico ed economico. Tali cambiamenti si riflettono anche a livello sociale. È necessario confrontarsi con le trasformazioni in atto e tenerne conto in quelle che sono le nostre analisi e prospettive di attacco.
Il capitale non è in crisi, ma più "semplicemente" le scelte finanziarie degli Stati hanno creato delle difficoltà nella tradizionale gestione del mercato e hanno prodotto, in generale, un peggioramento delle condizioni di vita dei consumatori-cittadini. Le contraddizioni che il capitale ha sviluppato hanno contribuito a determinare in alcune zone delle occasioni di scontro, più o meno cruente e di lunga durata, fra i guardiani del potere e le sue strutture e quelle sacche di popolazione stanche di essere escluse dagli agi che il fasullo benessere delle società del consumo promettono.
Di fronte a ciò è naturale chiedersi che fare. Essere «qui ed ora» è infatti alla base del nostro desiderio di rottura violenta con ogni sistema di valori, con il capitale e le sue sfumature.

Garofani rossi

Brulotti

Garofani rossi

Louise Michel
 
Se andassi al nero cimitero,

Fratello, lancia su tua sorella,

Come un'ultima speranza,

Dei garofani rossi in fiore.



A balzi

Brulotti

A balzi

Lasciarsi trasportare dalla corrente, senza opporre resistenza. È la via più semplice. Si procede in modo spedito, senza grandi sforzi. Nei tratti più agevoli poi, ci si rilassa quasi. Si risparmiano le forze in vista dei punti più cruciali, quelli in cui è necessaria la massima attenzione per non annegare. Lasciarsi trasportare dalla corrente è fluire col fiume. Come può essere difficile? Per fluire con il fiume non c’è nemmeno bisogno di saper nuotare, basta galleggiare. Se poi si è in preda a qualche urgenza, se si vuole fare in fretta, è semplice: basta liberarsi di un po' di peso. Più si è leggeri, più si fila via. Non serve altro. Sarà la corrente stessa a portare a destinazione, perché il fiume sta già andando verso l’oceano.
Andare contro-corrente, invece, è una perdita di tempo.

Più che le parole

Brulotti

Più che le parole

Pietro Gori
 
Sono esse, queste ventosità più o meno armoniche della nostra bocca sono — sono esse coteste contorsioni più o meno vuote della nostra penna, le sole, le vere, le prepotenti signore della vita contemporanea. Mai, come oggi, il folle e profondo Amleto avrebbe potuto ripetere la sua melanconica invettiva. La verbosità: ecco la caratteristica della tirannide borghese. Il parlamento, il giornale, sono gli organi nuovissimi del dominio di classe, nel campo politico, intellettuale, ed in quello economico. E la parola imperversa, per impaludarsi in leggi nelle assemblee rappresentative, per irrigidirsi in formule nei convegni autoritari per manipolare troppo spesso la pubblica opinione a fini obliqui nel giornalismo.

Piloti e piloti

Brulotti

Piloti e piloti

Il suo nome scientifico è Naucrates ductor, ma è comunemente noto come pesce pilota. Diffuso nei mari e negli oceani di tutto il mondo, la sua caratteristica è quella di vivere in simbiosi con le specie più pericolose della fauna marina. Gli esemplari più giovani trovano riparo sotto l'ombrello delle meduse, nutrendosi degli avanzi delle loro prede, mentre quelli adulti spesso seguono gli squali. Non ne hanno timore, sanno che quasi sicuramente non verranno divorati, giacché agli squali offrono un servizio completo di pulizia: ne curano le fauci togliendo i residui di cibo, ne curano la salute eliminandone i parassiti, ne curano persino l'agio nutrendosi dei loro escrementi.
Il nome di questo pesce deriva dalla antica convinzione che esso preceda i suoi accompagnatori, facendo loro da guida. In realtà li segue, sia per cibarsi dei loro rifiuti, sia per risparmiare le forze nuotando sulla loro scia, incontrando così minore resistenza nell'acqua. Per questo motivo viene considerato un pesce opportunista. Il naucrates ductor, riconoscibile per la sua livrea grigio-azzurra segnata da fasce verticali blu scuro, ha abitudini gregarie e non lo si vede mai da solo.