Morte al Re

Brulotti

Morte al Re

Luigi Galleani
 
E maledetto il re! dei galantuomini
dei ricchi il re che viscere non ha!
 
È inteso: l'anarchismo è iconoclasta.
Coltivare sulle tombe dei precursori il culto d'una nuova fede, erigere sui patiboli gli altari e i simboli d'una nuova religione, elevare intorno alle urne dei martiri il te-deum della beatificazione, non è nei nostri desideri, nei nostri propositi, nelle nostre aspirazioni.
E se oggi ravviviamo nell'urna sacra dei nostri cuori la fiamma dell'olocausto di Gaetano Bresci, è per rispondere ad un più virile desiderio: quello di fugare dal tumulo del baldo giustiziere la nera coorte dei gufi che vi si raccolgono ad insultare la memoria di lui; quello di rivendicare l'eroico suo atto, che la bieca turba degli sciacalli insozza della sua lurida bava; quello di ricacciare in gola ai rigattieri della antropologia manutengola l'accusa maramalda che chiunque osi levar la mano sulla sacra ed inviolabile persona del re, non può essere che un criminale; quello di sbugiardare i rauchi menestrelli che dalle bigoncio coloniali, cantano le laudi bugiarde ai savoiardi dai rimorsi gialli.

Pensierino

Brulotti

Pensierino

 

È quello che hanno fatto gli inquirenti che stanno indagando sull'inaspettata fiammata occorsa alla Parsec 3.26 lo scorso 27 aprile, in pieno lockdown, alla periferia di Lecce. E giacché Finimondo ha pubblicato un testo in cui non condannava e non si indignava per quanto avvenuto, anzi tutt'altro, e poiché gli animatori di Finimondo vivono a non troppa distanza dalla sede di quella ditta la cui ragione sociale ed economica è quella di incarnare il Grande Fratello, vuoi vedere che 1+1+…
Così oggi, lunedì 27 luglio, siamo stati tirati giù dal letto di primo mattino. No, non era la sveglia, era la Digos. È venuta ad effettuare una perquisizione e a consegnare ad uno di noi un’Informazione di garanzia. Lo sospettano di essere stato lui a lasciare «una pentola contenente benzina e due bombolette da gas di campeggio» nei pressi della ditta tecno-sbirresca salentina.

Marciare è sempre marcire

Intempestivi

Marciare è sempre marcire

Oggi
Piacenza, 22 luglio 2020. Una caserma intera posta sotto sequestro, dodici carabinieri indagati la maggior parte dei quali in stato d’arresto con l’accusa di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio. Il capo della Procura cittadina, Grazia Pradella, si dice sconvolta: «Mentre la città di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a causa delle norme anti Covid. Siamo di fronte a reati impressionanti, se si pensa che sono stati commessi da militari dell'Arma dei carabinieri. Si tratta di aspetti molto gravi e incomprensibili agli stessi inquirenti che hanno indagato». Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini rincara lo sfoggio d’indignazione, parlando di «accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l'immagine dell'Arma».

Nada, en Nantes

Ostrogoto [es]

Nada, en Nantes

¿Desde hace cuanto nos dicen, nos repiten, nos advierten que nada será como antes? Que estamos atravesando un período histórico inédito, afrontando sucesos que transformarán totalmente nuestra vida en todos sus aspectos.
El trabajo, no será como antes.
La diversión, no será como antes
Ir a hacer la compra , no será como antes.
Viajar, no será como antes.
La sociabilidad, no será como antes.

Niente, a Nantes

Intempestivi

Niente, a Nantes

Da quanto tempo ci dicono, ci ripetono, ci ammoniscono che niente sarà più come prima? Che stiamo attraversando un periodo storico inedito, affrontando eventi che muteranno totalmente la nostra vita, nei suoi aspetti maggiori come in quelli minori?
Il lavoro, non sarà più come prima.
Il divertimento, non sarà più come prima.
Andare a far la spesa, non sarà più come prima.
Viaggiare, non sarà più come prima.
La socialità, non sarà più come prima.
Manifestare e protestare, non sarà più come prima… anzi, non sarà proprio più possibile.

La Macchina si ferma

Miraggi

La Macchina si ferma

Edward Morgan Forster
 
Pubblicato per la prima volta nel 1909, in largo anticipo sulle celebri opere di Huxley e Orwell, questo lungo racconto è — a detta del suo autore — «una reazione ad uno dei paradisi di H. G. Wells». Lo scrittore inglese Edward Morgan Forster (1879-1970) vi immagina un’umanità costretta a vivere in enormi città sotterranee dopo aver fallito il suo tentativo di soggiogare la natura. Adesso è la Macchina a provvedere a tutti i bisogni degli esseri umani, i quali vivono chiusi all'interno di piccole celle esagonali e trascorrono il loro tempo parlandosi tramite tubi e guardandosi attraverso piastre colorate. Tutto avviene sotto lo stretto controllo della Macchina che, da strumento al servizio dell’essere umano, ne è diventata la dea-padrona a cui rivolgere le proprie preghiere: «La Macchina ci nutre e ci veste e ci dà una casa; grazie a lei possiamo parlarci, grazie a lei possiamo vederci, in lei è custodita la nostra essenza... la Macchina è onnipotente, eterna, benedetta sia la Macchina».

La classe politica

Brulotti

La classe politica

Gaetano Mosca
 
Giurista, politologo, parlamentare nelle file della Destra, Gaetano Mosca (1858-1941) può essere considerato uno di quegli uomini di potere che ha parlato troppo. Principale teorico dell’elitismo assieme a Pareto, la sua analisi della classe politica è stata definita «il maggior contributo italiano alla storia del pensiero politico». Di sicuro, uno dei più schietti. Mosca spiega come ogni sistema di potere, quale che sia l'aspetto formale che assume, sia comunque retto da una oligarchia. In monarchia come in democrazia, è sempre una ristretta minoranza di potenti e di ricchi a decidere, a governare, a difendere i propri privilegi e ad imporre la propria volontà. Tutto il resto sono chiacchiere.

Signori, siete pazzi!

Brulotti

Signori, siete pazzi!

Lewis Mumford
I pazzi governano i nostri affari nel nome dell'ordine e della sicurezza. I capi-pazzi si fregiano col titolo di generale, ammiraglio, senatore, scienziato, amministratore, segretario di Stato e persino Presidente. E il sintomo fatale della loro follia è questo: hanno realizzato una serie di atti che alla fine condurranno alla distruzione dell’umanità, con la solenne convinzione di essere persone normali, responsabili, che vivono una vita equilibrata e perseguono scopi ragionevoli.

Giorno dopo giorno, senza esitazione, i pazzi continuano a percorrere i moti inesorabili della follia: moti così stereotipati, così banali, da apparire moti normali di uomini normali, e non compulsioni di massa di persone protese verso la morte totale. Senza alcun mandato pubblico, i pazzi si sono incaricati di condurci gradualmente verso quell'atto finale di follia che corromperà il volto della terra e spazzerà via le nazioni degli uomini, mettendo probabilmente fine ad ogni forma di vita sul pianeta.