Titolo: Capire la dialettica marxista
Argomento: Brulotti
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È la storia di un giovane ragazzo, operaio, che aderisce al Partito Comunista. Nella sezione in cui milita alcuni compagni più esperti, vedendo che non è molto portato per la teoria, gli dicono che all’interno del Partito c’è una scuola di formazione. Il ragazzo è un po’ riluttante, è un tipo manuale, non ha fatto molti studi, ed ha paura di non essere all’altezza. I suoi compagni insistono, gli dicono che non ha nulla da temere, che lo manderanno da un vecchio comunista tutt’altro che ermetico, che non sarà un corso magistrale, che tutto andrà bene.

Il ragazzo finisce per accettare e gli viene presentato il suo «maestro». Tuttavia egli tiene a ribadire di non possedere molta preparazione, di non essere un intellettuale. Il militante istruttore lo rassicura: «Non ti preoccupare, qui non sei all’Università, io non sono l’insegnante dalla scienza infusa, vedrai, andrà tutto bene. Oggi, come tua prima lezione, ti insegnerò che cos’è la dialettica, un concetto molto importante nella teoria marxista».

«Dialettica». Soltanto la parola già basta a spaventare il giovane ragazzo. L’istruttore se ne accorge e lo rassicura di nuovo: «Non ti preoccupare, ti dico! Non ti riempirò la testa con paroloni eruditi. Ti farò capire che cos’è la dialettica con l’aiuto di un indovinello. È semplicissimo. Allora, ecco qua: due tipi camminano lungo una strada, uno è sporco, l’altro è pulito. Per strada si imbattono in un secchio d’acqua, una spugna e del sapone. Chi si laverà? Rifletti, prenditi del tempo prima di rispondere». Il ragazzo è sorpreso, sorride e risponde all’istante: «Quello che è sporco!».

— «T’ho detto di prenderti del tempo prima di rispondermi», ribatte il vecchio militante. «Pensaci! Quello che è pulito, è pulito proprio perché ha l’abitudine di lavarsi. Quello che è sporco, è sporco proprio perché non si lava. Quindi è quello pulito che si laverà!».

Il ragazzo è un po’ sorpreso. «Ah, va bene!», dice. Il militante istruttore gli dice allora che non deve preoccuparsi, non è grave. «Ricominciamo, vedrai che capirai. Allora, ecco: due tipi camminano lungo una strada, uno è sporco, l’altro è pulito. Per strada si imbattono in un secchio d’acqua, una spugna e del sapone. Chi si laverà?». Il giovane ragazzo esita tre secondi e risponde: «Beh, quello che è pulito».

— «Accidenti, ma prenditi del tempo prima di rispondere, quante volte te lo devo dire? Pensaci! Quello che è pulito, se è pulito non ha bisogno di lavarsi, mentre quello che è sporco, se è sporco ha buoni motivi per lavarsi. Quindi è quello sporco che si laverà!».

— «Ma tu hai detto...».

— «Ssh, ssh, ssh! Non preoccuparti! Non è un dramma. Finirai per capire. Ricominciamo da capo, ma soprattutto, te lo ripeto, rifletti con attenzione prima di rispondere. Due tipi camminano lungo una strada, uno è sporco, l’altro è pulito. Per strada si imbattono in un secchio d’acqua, una spugna e del sapone. Chi si laverà?».

Qui il giovane esita un po’ e alla fine si lascia andare, «quello che è... sporco...».

— «Ah! ma non è possibile, lo fai apposta! T’ho detto di pensare, dannazione! Quello pulito è pulito perché è abituato a lavarsi, ne sente la necessità; quello sporco, se è sporco per forza di cose ha bisogno di lavarsi. Quindi entrambi si laveranno!».

— «Oh, cavolo! Non ci capisco niente! Sono stufo», dice il ragazzo.

— «Calmati! Va tutto bene. Sono sicuro che capirai. Andiamo, per l’ultima volta: due tipi camminano lungo una strada, uno è sporco, l’altro è pulito. Per strada s’imbattono in un secchio d’acqua, una spugna e del sapone. Chi si laverà?».

Il ragazzo tira un grande sospiro e, un po’ stanco, decide di rispondere: «Beh, tutti e due».

— «Certo che no! Quello pulito, è pulito e non ha bisogno di lavarsi; quello sporco, se è sporco è perché di solito non si lava. Nessuno dei due si laverà!».

— «Ah! merda, ne ho le palle piene!», tuona il ragazzo. «È sempre lo stesso problema, fai la stessa identica domanda e non mi hai mai risposto due volte nella stessa maniera!».

— «Ooh, finalmente! Ci sei arrivato, hai capito cos’è la dialettica!».


[ici]