Divertissement
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I «babbei primomaggisti», quelli che credevano di poter scatenare la rivoluzione a una data prestabilita, sono scomparsi da un bel pezzo. Che questa giornata, nata come ricorrenza di lotta contro il capitalismo, sia diventata un semplice giorno di svago concesso dal capitalismo, se ne sono accorti perfino i sassi. Tant’è che da molti anni, qui in Italia, ogni 1 maggio è previsto un mega-concerto a Roma in grado di raccogliere folle di persone. Per attirare le masse, il popolo, volete mettere «il più grande evento gratuito di musica dal vivo in Italia» con le tristi e noiose parate ufficiali dei sindacati e della sinistra? Il divertissement prende bene, raga, i comizi un po’ meno. Solo che con il passare degli anni il concertone romano si è andato istituzionalizzando, la sua patina contestatrice (che solo di patina si è sempre trattato) è svanita sotto i riflettori dello spettacolo. Da qui l’idea di organizzare un altro mega-concerto, più ruspante, più di base, meno ingessato. E dove farlo se non a Taranto, nome dato alle case che si trovano attorno al più grande complesso siderurgico d’Europa – laddove solo gli imbecilli possono festeggiare il lavoro?
Ebbene quest’anno sul palco di quel concertazzo non sono salite solo aspiranti rockstar italiote in cerca di autopromozione. No, da quel palco si è alzata forte anche la voce di chi lotta per uno Stato veramente, non falsamente, democratico. Alcuni portavoce del movimento No Tav e del movimento No Tap, ad esempio. Pare che il loro intervento abbia fatto infuriare molti sbirri e qualche politico, i quali non si capacitano che in una giornata di sballo collettivo si possa prendersela con le forze dell’ordine. Dai microfoni del palco, davanti a centinaia di migliaia di persone, ripresi dalle telecamere, un No Tav si sarebbe commosso evocando l’immagine della celere spinta sul guard-rail, mentre un No Tap avrebbe negato il nobile appellativo di lavoro alla repressione di chi difende la propria terra. Questi No Tav, vorrebbero attaccare degli agenti di polizia! Questi No Tap, non considerano lavoratori gli agenti di polizia! Che scandalo!
Uno scandalo che potrebbe incidere negativamente sulle prossime edizioni del divertissement tarantino, spingendo perciò qualche spirito lucido e responsabile a porre rimedio. Così, nei giorni seguenti il Comitato (dal nome che è tutto un ossimoro: Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti) organizzatore del concerto del Primo maggio a Taranto ha ricevuto una lettera firmata Movimento No Tav, il quale si scusa per le parole non all’altezza della situazione espresse pubblicamente da un suo militante. Abbiamo cercato invano questa lettera sui vari siti di movimento, ma non siamo riusciti a trovarla. E ci siamo detti: chissà in quanti rischiano di non venirne a conoscenza, privati di questo fulgido esempio di umiltà e lungimiranza politica. Non è giusto, no. Per cui, dato che il Movimento No Tav è troppo modesto per ostentare i propri meriti, ci pensiamo noi, mettendo da parte la nostra nota riluttanza alle sue esternazioni.
Ecco qui la lettera, riprodotta da diversi siti locali, pervasa da una certa ispirazione di pasoliniana memoria:
«Il primo maggio di Taranto è sicuramente l’unico luogo in Italia dove ancora si festeggia degnamente la festa del lavoro. Essere stati presenti è stato un onore e un piacere indescrivibile. L’emozione di vedere un movimento nato dal basso e capace e ridare fiducia e futuro a Taranto dà speranza e forza a tutti i movimenti come il nostro che lottano per la salvaguardia dei territori e della salute di chi li abita. Siamo pertanto enormemente dispiaciuti per le polemiche a causa di un intervento sconsiderato che un nostro militante ha pronunciato dal palco. Purtroppo a volte l’emozione fa brutti scherzi, non facendo comprendere né il contesto né il luogo di dove ci si esprime. Vogliamo però sottolineare che come movimento no tav ci prendiamo tutta la responsabilità dell’accaduto, nessuno degli organizzatori era naturalmente a conoscenza del tipo di intervento che sarebbe stato pronunciato. Siamo consapevoli che l’organizzazione di un tale evento in una città come Taranto comporti una collaborazione anche con buona parte delle forze dell’ordine, che hanno contribuito per far sì che tutto si svolgesse nella massima serenità e nel clima di festa che abbiamo tutti noi vissuto. Pertanto non possiamo che scusarci. Ribadiamo che la responsabilità di quell’intervento è solo e unicamente del movimento No Tav e di nessun altro. Ci scusiamo ancora con gli organizzatori di una festa che deve continuare a vivere come deve continuare a vivere la lotta che i cittadini di Taranto stanno portando avanti per la tutela della loro salute.
Movimento No Tav»
[6/5/18]