Karl Marx
Glosse sul Re di Prussia
Ma tutte le rivolte, senza eccezione, non scoppiano forse nell’«isolamento funesto che separa l’uomo dalla comunità»? […] Tuttavia, la comunità da cui è isolato il lavoratore è una comunità di ben altra ampiezza che la comunità politica. La comunità da cui lo separa il suo proprio lavoro è la vita stessa, la vita fisica e intellettuale, le costumanze umane, l’attività umana, il godimento umano, l’essere umano. L’essere umano è la vera comunità dell’uomo. Come il funesto isolamento da questo essere è infinitamente più universale, più insopportabile, più terribile, più pieno di contraddizioni che il fatto di essere isolato dalla comunità politica; così, la soppressione di questo isolamento – e anche una reazione parziale in questo senso, una sollevazione contro questo isolamento – ha un’ampiezza infinita, come l’uomo stesso è infinitamente di più del cittadino dello Stato e la vita umana infinitamente di più della vita politica. Una rivolta industriale per quanto parziale possa essere, racchiude in sé nondimeno un’anima universale. La rivolta politica per quanto generale possa essere, cela nondimeno sotto il suo aspetto più colossale uno spirito angusto.
… Lo si è visto: quand’anche si produca in un solo distretto industriale, una rivoluzione sociale si colloca sul piano della totalità, perché è una protesta dell’uomo contro la vita inumana, perché parte dal punto di vista di ogni individuo reale, perché la comunità da cui egli si sforza di non essere più isolato è la vera comunità dell’uomo, l’essere umano. Al contrario, l’anima politica di una rivoluzione consiste nella tendenza delle classi senza influenza politica a sopprimere il loro isolamento dallo Stato e dal potere. Il suo punto di vista è quello stesso dello Stato, della totalità astratta dello Stato che esiste soltanto grazie alla sua separazione dalla vita reale, che sarebbe inimmaginabile senza la contraddizione organizzata tra l’idea generale e l’esistenza individuale dell’uomo. Conformemente alla grettezza e alla doppiezza della sua natura, una rivoluzione ad anima politica organizza dunque una sfera dominante nella società, a spese della società.
[Glosse marginali all’articolo “Il re di Prussia e la riforma sociale, firmato: un prussiano”, 1844]