Interruzioni
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Quando interviene il silenzio sembra che tutto sia giustificabile. Le parole – per di più quelle sovversive – scompaiono. Diventano oggetti interscambiabili che avviluppano la quotidianità. Ma l’ennesimo sforzo di dare vita alle parole non ha tempo né spazio. Battibeccando con il fato, solo i tentativi possono trasformare il mondo. Nell’orrore di quanto ci circonda, la ripresa ostile contro questo mondo dell’energia – ciò che accende ininterrottamente l’autorità e le sue ramificazioni – apre talvolta un breccia diversa nelle tenebre. Andare oltre, pensare la profondità per trovare forze nascoste, è un buon esercizio per non perdersi nella forsennata contesa muscolare con il potere.
Se il mondo è un deserto senza significato, tacere è sempre una sostituzione ardua del dire: ciò che è illuminato non chiarifica come potrebbe farlo un fuoco intelligibile.
Al di fuori della noiosa quotidianità non c’è niente, ma ad un certo momento essa si arresta, si blocca, di colpo, anche per poco e senza preavviso. Un salto nel buio.
Il 27 ottobre a Cremona mentre era in corso la «festa del salame» (sic!) e la «fiera internazionale della zootecnica», piena di scienziati proni alle biotecnologie sperimentate sulla sofferenza di questo mondo animale, un blackout nel centro cittadino ha fatto cessare la normalità della domenica per circa un’ora, sospendendo l’illuminazione pubblica. Citelum, ditta che lavora in tantissime città del nord Italia di EDF, nota per la sua attività nel settore dell’energia nucleare nella vicina Francia, ha risolto tutto in poco tempo dopo che una fotocellula di una centralina elettrica era saltata. Naturalmente la notizia è apparsa sui giornali locali il giorno dopo; vi abbiamo letto che le cause non erano ancora note, ma si ipotizzava un guasto dovuto al probabile surriscaldamento di quella fotocellula.
Ecco come le parole possono ingannare le apparenze. Non ci è dato sapere cosa sia realmente successo quel pomeriggio a Cremona, ma certe domande riaffiorano in chi non si vuole fermare all’orrore della realtà. In questo caso sarà stato un dispositivo tecnico a fare cilecca, come può sempre capitare, o sarà stato un granello di sabbia in uno dei mille ingranaggi del dominio? Un granello messo da chi vorrebbe sussurrare a chi sa ascoltare che la possibilità di scardinare l’impossibile è sempre forza del pensiero e braccia energiche per oltrepassare la soglia del già dato. Chi lo saprà mai.
Tempesta per tempesta, come stiamo vedendo in questi giorni in Cile (come ad Hong Kong, in Ecuador, in Libano, in Catalogna e in Iraq), nessuno può prevedere cosa può succedere in un mondo fortificato tecnicamente nell’oppressione, ma è chiaro come certe parole che lo spettro della ribellione può prendere forma anche nei momenti in cui il silenzio ci pare assordante.
[30/10/19]