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prestami le tue cervella

cedimi il tuo cervello

la cediglia della tua certezza

questa ciliegia

cedimi questa ciliegia

o un’altra all’incirca

accerchiami nelle tue occhiaie

precipitati

nel centro del mio essere

diventa il cerchio di questo centro

il triangolo di questo cerchio

la quadratura delle mie unghie

diventa questo o quello o quasi

un altro

ma seguimi precedimi

seduzione

tra la notte del tuo nudo e il giorno delle tue guance

tra la vita del tuo viso e la provocazione dei tuoi piedi

tra il tempo delle tue tempie e lo spazio del tuo spirito

tra la fronda della tua fronte e le pietre delle tue palpebre

tra il basso delle tue braccia e l’osanna delle tue ossa

tra il do del tuo dorso e il la della tua lingua

tra i raggi della tua retina e il riso della tua iride

tra il tè della tua testa e i vetri delle tue vertebre

tra il vento del tuo ventre e le nuvole del tuo nudo

tra il nudo della tua nuca e la vista della tua vulva

tra la scia delle tue ciglia e la foresta delle tue dita

tra la punta delle tue dita e la punta della tua bocca

tra il peduncolo dei tuoi peli e la pece del tuo petto

tra il punto dei tuoi pugni e la linea dei tuoi legamenti

tra gli spazi delle tue spalle e il sud–est del tuo sudore

tra la gola dei tuoi gomiti e il cucù del tuo collo

tra il naso dei tuoi nervi e la naiade delle tue natiche

tra l’aria delle tua carne e la lama della tua anima

tra la pioggia della tua pelle e l’orcio delle tue ossa

tra la terra delle tue arterie e il fuoco del tuo fiato

tra il segno dei tuoi seni e i seni delle tue mani

tra le città della tua caviglia e la navicella delle tue ascelle

tra la sorgente delle tue sopracciglia e il progetto del tuo petto

tra il muschio dei tuoi muscoli e il nardo delle tue narici

tra la musa dei tuoi muscoli e la medusa del tuo medio

tra il mantello del tuo mento e la tulle della tua rotula

tra lo stagno del tuo tallone e il tono del tuo mento

tra lo sguardo della tua statura e le strette del tuo sangue

tra la polpa della tua pupilla e l’orto delle tue occhiaie

tra le pieghe dei tuoi piedi e il cervelletto del tuo cervello

tra il letto dei tuoi lobi e la custodia del tuo capo

tra il levriere delle tue labbra e il peso dei tuoi polsi

tra le frontiere della tua fronte e il visto del tuo viso

tra il polso dei tuoi polmoni e il polso del tuo pollice

tra la polpa dei tuoi polpacci e il piatto del tuo palmo

tra i pomi dei tuoi pomelli e il piano delle tue scapole

tra le piante delle tue piante e il palazzo del tuo palato

tra le ruote delle tue gote e i lombi delle tue gambe

tra il me della tua voce e la seta delle tue dita

tra l’ ardore delle tue anche e l’alone del tuo alito

tra l’inimicizia del tuo inguine e le cavità delle tue vene

tra le cosce delle tue carezze e l’odore del tuo cuore

tra il genio delle tue ginocchia e il nome del numero

dell’ombelico della tua ombra


[Héros-Limite, 1953]