Come probabilmente è noto a chiunque, la vita quotidiana in tempo di pace è mortale in tutto il mondo. Tante persone muoiono ma molte di più sopravvivono come morti viventi — vite senza speranze e desideri.
C’è un rapporto fra le morti in pace e le morti in guerra. Le morti in guerra sono destinate in parte ad insegnare ai sopravvissuti a tollerare le morti viventi in tempo di pace. I missili e le bombe dall’alto del cielo che lasciano solo sangue e cenere sono destinati ad insegnare a tutti noi che la resistenza è futile e che non c’è alcuna forza in grado di sfidare gli eserciti ed i governi.
Il loro potere è davvero impressionante. Ma faremmo bene a capire perché sono intenzionati ad usarlo per scopi così crudeli. Potremmo suggerire che i nostri dominatori stiano disperatamente cercando una via per mantenere le cose così come stanno — semplicemente, la salvaguardia del capitalismo nel mondo. La loro disperazione dipende dal fatto che l’ordine che desiderano preservare ha mostrato la sua necrosi e la “crisi” sociale politica ed economica è diventata permanente.
Nonostante un mucchio di segnali contrari, esiste una forza in grado di sfidare il loro potere. Ma da almeno trent’anni la lotta contro il potere ha assunto soprattutto la forma di piccole azioni di rifiuto e ribellione. Nonostante la speranza che una simile resistenza può ispirare, non è riuscita a ostacolare una devastante serie di regressioni. La sfida odierna richiede che le piccole azioni di rifiuto e ribellione crescano, si riproducano, si generalizzino, fino a diventare insurrezioni. Chi sono i potenziali insorti? Tutti.
[aprile 2011]