René Char
La lussuria

L’aquila vede sempre più svanire le piste della memoria gelata
La distesa della solitudine rende appena visibile la preda sfuggente
Attraverso ogni regione
Dove si uccide dove si è uccisi liberamente
Preda insensibile
Proiettata indistintamente
Di qua dal desiderio e al di là della morte
Il sognatore imbalsamato nella sua camicia di forza
Attorniato da arnesi temporanei
Figure svanite appena composte
La loro rivoluzione celebra l’apoteosi della vita in declino
La scomparsa progressiva delle parti leccate
La caduta dei torrenti nell’opacità delle tombe
Sudori e malattie che annunciano il fuoco centrale
L’universo infine di tutto il suo atletico petto
Necropoli fluviale
Dopo il diluvio dei rabdomanti
Questo fanatico delle nuvole
Ha il potere soprannaturale
Di spostare a notevoli distanze
I paesaggi abituali
Di rompere l’armonia agglomerata
Di rendere irriconoscibili i luoghi funebri
Il giorno dopo gli omicidi produttivi
Senza che la coscienza originale
Si copra con la frana purificatrice del suolo.
[da Le Marteau sans Maître, 1934]