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L’aquila vede sempre più svanire le piste della memoria gelata

La distesa della solitudine rende appena visibile la preda sfuggente

Attraverso ogni regione

Dove si uccide dove si è uccisi liberamente

Preda insensibile

Proiettata indistintamente

Di qua dal desiderio e al di là della morte


Il sognatore imbalsamato nella sua camicia di forza

Attorniato da arnesi temporanei

Figure svanite appena composte

La loro rivoluzione celebra l’apoteosi della vita in declino

La scomparsa progressiva delle parti leccate

La caduta dei torrenti nell’opacità delle tombe

Sudori e malattie che annunciano il fuoco centrale

L’universo infine di tutto il suo atletico petto

Necropoli fluviale

Dopo il diluvio dei rabdomanti


Questo fanatico delle nuvole

Ha il potere soprannaturale

Di spostare a notevoli distanze

I paesaggi abituali

Di rompere l’armonia agglomerata

Di rendere irriconoscibili i luoghi funebri

Il giorno dopo gli omicidi produttivi

Senza che la coscienza originale

Si copra con la frana purificatrice del suolo.


[da Le Marteau sans Maître, 1934]