m-1-6961730e62c1ad86dc5a776cb22c78f9bd768469-m-jpg.jpg


Oscuro ed impenetrabile, Wystan Hugh Auden (1907-1973) fu negli anni 30 il maggior esponente della poesia d’avanguardia inglese. Lasciando pure perdere il suo impegno politico nelle file dello stalinismo (che lo portò per sette settimane in Spagna all’inizio del 1937, come autista di ambulanze), è meglio ricordare la sua poesia in cui cercava di sondare l’alienazione umana nell’epoca delle metropoli moderne e della decomposizione delle strutture sociali. Come diceva lo stesso Auden, «se si può attribuire alla poesia o ad altra forma d’arte un qualche scopo, essa ha quello di disincantare e disintossicare...».


***


Nero fu il giorno in cui Diesel

concepì il suo truce motore che

generò te, vile invenzione,

più perversa, più criminale

perfino della macchina fotografica,

mostruosità metallica,

afflizione e infezione della nostra Cultura,

principale sciagura della nostra Comunità.


Come osa la Legge proibire

l’hashish e l’eroina e al tempo stesso

autorizzare il tuo uso, tu che gonfi

tutti i deboli Io inferiori?

I drogati danneggiano soltanto

la loro vita: tu avveleni

i polmoni degli innocenti,

il tuo fracasso sovreccita i pacifici,

e su strade intasate ne muoiono

ogni giorno a centinaia nel guazzabuglio del caso.


Agili tecnici, certamente dovreste

per la vergogna abbassare la testa.

Il vostro ingegno produce meraviglie,

ha sbarcato degli uomini sulla Luna,

sostituito i cervelli coi computer,

e può forgiare una «magnifica bomba».

È uno scandalo che grida vendetta

che non riusciate mai a trovare il tempo

o a darvi la pena di costruirci

ciò che il buon senso sa che ci occorre,

una piccola carrozza elettrica,

inodore e silenziosa.



[Grazie nebbia!, Guanda 1977]