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Era un giovane senegalese, alto e magro, occhi spalancati e sorriso candido. Era stato pizzicato dai vigili urbani su una spiaggia. Sulla sua bancarella, in mezzo a maschere e oggetti vari africani, c’erano anche due-borse-due Fendi. Contraffatte, ovviamente. In tribunale, fra la lingua che non parlava, le leggi che non conosceva, l’avvocato che non aveva, il ricorso che non c’era… si mise in moto quello spietato meccanismo giudiziario che lo fece cadere in disgrazia. Pregava più volte al giorno, in silenzio, per non dare disturbo, dondolandosi su e giù, e agitando vorticosamente nell’aria il dito come se fosse una penna, come se volesse scrivere e sottoscrivere ogni volta il suo giuramento a Dio.

Un giorno, mentre stavamo parlando, non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una risata: «Oh, voialtri [noialtri, siamo noi europei, bianchi, occidentali], quanto mi fate ridere con la religione!». Gli risposi che ero ateo, ma non servì a nulla. «Voialtri, quanto mi fate ridere… Quando vi vedo andare in chiesa, rido, rido!… Voi non siete seri… Io prego più volte al giorno, perché credo in Dio!… O Dio c’è, o Dio non c’è… se uno crede in Dio, allora ci crede tutto il giorno, tutta la vita… non è qualcosa che va e viene… Dio è sempre con lui e lui è sempre con Dio». Si interruppe e riprese a ridere e poi concluse: «Ma voialtri, siete proprio buffi… Non pregate mai… vi comportate male tutta la settimana… andate in chiesa solo la domenica, e nemmeno sempre… e poi, chiedete perdono e ricominciate da capo?… ma che razza di rapporto avete con Dio?… non siete seri voialtri!».

No, non siamo seri. Per noialtri è facile sbarazzarsi della sua ironia pensando che derivi da una questione religiosa che non ci riguarda. Musulmano ignorante e fanatico! Ma è solo Dio quel qualcosa in cui o si crede oppure no? È solo un fantasma divino quel qualcosa che si può accogliere dentro di sé per intima persuasione, per assoluta fiducia, per energica approvazione, perché si ritiene giusto (perché anche questo è credere)? E una volta che lo si è accolto nella nostra testa come nel nostro cuore, che si fa? Quando non conviene, lo si mette fuori come un panno puzzolente per poi avvolgersi dentro una volta alla settimana — e nemmeno sempre?

È una fortuna, una comoda fortuna, essere atei in questo caso. Ci dispensa dalla fatica di allontanare quella risata da quel qualcosa chiamato idea o etica. Perché altrimenti… musulmano ignorante e fanatico!


[10/10/15]