Porci con le ali
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«L’agente che ammazza e che mente non gioca con il fuoco quando fa gravare pesantemente il suo stivale di bruto sul cervello di quelli che pensano e ragionano? L’agente che uccide e calunnia non teme affatto il ferro, mentre stritola con le sue mani di nullafacente le braccia di quelli che lavorano e producono? Questo simbolo dell’autorità abietta troverà sempre davanti a sé dei rassegnati?»
No, non sempre. L’interrogativo espresso oltre un secolo fa a Parigi da un anarchico ha trovato oggi una risposta negativa da parte di un giovane di 28 anni di Baltimora. Non pensiamo proprio che il nome di Albert Libertad fosse noto a Ishmael Brinsley, che siano stati gli scritti del primo ad incoraggiare le belle mani d’assassino del secondo. È assai più probabile che egli avesse nelle orecchie i rantoli di Eric Garner, che avesse davanti agli occhi il sangue di Michael Brown, che avesse nel cervello e nel cuore la morte di tutti coloro uccisi dalla polizia statunitense nei mesi scorsi perché rei di avere una pelle troppo scura, o di indossare vestiti troppo trasandati, o di frequentare strade malfamate, o di camminare a testa troppo alta. Colpevoli di non strisciare, o anche solo di non stare al loro posto allineati sugli scaffali. La loro morte e la quotidiana violenza degli uomini in divisa hanno scatenato la rabbia di migliaia di persone che in tutto il paese sono scese in piazza a manifestare, chi a elemosinare giustizia, chi a giurare vendetta.
Ishmael Brinsley, a quanto pare, non faceva parte dei primi. Prima di lasciare Baltimora, ha annunciato sui “social network” la propria intenzione di «mettere le ali ai porci» (porci, pig, è il termine con cui vengono chiamati negli Stati Uniti gli sbirri). Giunto a New York, non si è mescolato alle manifestazioni indette per protestare contro la recente decisione da parte del Gran Giurì di non incriminare il poliziotto che a New York ha soffocato fino alla morte Eric Garner, quello stesso Gran Giurì che non aveva incriminato nemmeno il poliziotto di Ferguson che aveva sparato contro Michael Brown. Della giustizia di Stato, Ishmael Brinsley non sapeva che farsene. Aveva la sua parola da mantenere. Si è avvicinato ad una vettura della polizia, a bordo della quale c’erano due pig impegnati in una esercitazione antiterrorismo, ed ha aperto il fuoco attraverso il finestrino. Ha messo loro le ali. Poi, braccato dalla polizia, ha tolto il disturbo e si è suicidato.
I maggiori rappresentanti delle autorità statunitensi sono scossi per questa clamorosa trasgressione del monopolio istituzionale della violenza. Il capo della polizia di New York, William Bratton, è stupefatto: «Non hanno nemmeno avuto il tempo di reagire. Sono stati semplicemente assassinati». Il sindaco di New York, Bill De Blasio, è preoccupato: «È stato un atto particolarmente spregevole. Quando un poliziotto viene ucciso, si strappano le basi della nostra società». Il ministro della Giustizia, Eric Holder, è indignato: «Si è trattato di un indicibile atto di barbarie». Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è infuriato: «Condanno in maniera incondizionata l’uccisione. Due uomini coraggiosi non torneranno a casa dai loro cari, stanotte, e per questo fatto non c’è alcuna giustificazione. Chiedo alla gente di rifiutare la violenza».
In effetti, hanno ragione. Non si fa così, le regole del gioco sono chiare. Patti chiari, potere eterno. Sono gli sbirri ad assassinare semplicemente, senza lasciare il tempo e la possibilità di reagire. Sono i loro omicidi ad essere rispettabili, civili e giustificati. Altrimenti, per i coraggiosi uomini in divisa che possono sempre contare sulle assoluzioni dei tribunali, che gusto ci sarebbe? La gente deve essere non-violenta, che a spezzare ossa, sfondare teste e spaccare cuori ci pensa già lo Stato!
Ishmael Brinsley è morto e contro di lui si stanno scagliando tutti i mass media. C’è chi dice che fosse un balordo violento, c’è chi dice che facesse parte di una gang chiamata Black Guerrilla. Non sappiamo se sia vero, né ci interessa. A proposito del suo gesto, in queste ore giornalisti e paladini dei diritti civili parlano di «lucida follia» e di «vendetta sommaria». Perché tale appare agli occhi spenti dei ragionevoli giustizialisti l’identificare, cercare, trovare e colpire chi ogni giorno sopprime la libertà in nome del potere.
Pare che nel suo ultimo messaggio egli abbia scritto: «ho sempre voluto essere noto per aver fatto qualcosa di giusto... ma passato e presente mi perseguitano». Dormi in pace, Ishmael Brinsley. Il futuro ti ricorderà, fulmine di dignità in una notte nera di umiliazione.
P.S. E ventiquattr’ore dopo, nei cieli di Tarpon Springs, Florida, è stato avvistato un altro esemplare di porco con le ali. Non è forse vero che ogni valanga comincia con un piccolo sasso che rotola?
[21/12/14]