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Robert Oppenheimer, il direttore del “Progetto Manhattan”, uno dei padri (pentiti) della prima bomba atomica, nel 1958 tenne una conferenza alla Sorbona di Parigi. L’appuntamento venne però disturbato dai surrealisti francesi che in quell’occasione distribuirono questo testo.


Nulla, assolutamente nulla, distingue oggi la Scienza da una minaccia di morte permanente e generalizzata. La questione è chiusa, quella di sapere se la scienza saprà assicurare il benessere dell’uomo o condurlo alla sventura, tanto ormai è evidente che ha cessato d’essere un mezzo per diventare un fine. La fisica moderna ci ha promesso, ci ha dato, e ci promette ancora, come suoi tangibili risultati, cataste di cadaveri. Fino a ieri, di fronte ai conflitti tra nazioni, di fronte alla possibile distruzione di una civiltà, reagivamo secondo i nostri criteri politici e morali abituali. Ma oggi ci troviamo davanti a una specie umana votata alla distruzione totale per l’impiego cinico di bombe nucleari, fossero anche “pulite” (!), o per le devastazioni causate dalle scorie che, nell’attesa, avvelenano in modo imprevedibile le condizioni atmosferiche e biologiche della specie, data la delirante competizione dei governi nelle esplosioni “sperimentali”, sotto la copertura di “fini pacifici”. In queste condizioni il pensiero rivoluzionario vede le sue attività elementari ridotte ai minimi termini, al punto che per ritemprarsi deve risalire alle proprie origini di rivolta e, lontano da un mondo capace solo di nutrire il proprio cancro, ritrovare gli impulsi ignoti del furore.

Non è quindi ad un atteggiamento umanitario che ci richiameremo. Se la religione è stata a lungo l’oppio dei popoli, la Scienza è ormai prossima a rilevarne la funzione. Le proteste contro la corsa agli armamenti, che certi fisici oggi si compiacciono di elevare, al più ci illuminano sul loro complesso di colpa che, sia ben chiaro, è uno dei vizi più infami dell’uomo. Il petto che ci si batte troppo tardi, il sostegno dato ai tristi belati del gregge dalla stessa mano che arma il macellaio: conosciamo questo ritornello. Il cristianesimo e i suoi specchi deformanti che sono le dittature poliziesche ci hanno già abituati.

Qualche nome agghindato di qualifiche ufficiali, in fondo a moniti indirizzati ad istanze incapaci di eguagliare l’ampiezza del cataclisma, non costituiscono ai nostri occhi un passaporto morale per questi signori, che continuano nel contempo a reclamare crediti, scuole e carne fresca, avvalendosi di Gesù sulla croce come del laboratorista “angosciato” ma incapace di rinunciare a fabbricare morte, ipocrisia e masochismo...

Basta con la teologia della Bomba! Organizziamo la propaganda contro i mastri cantori del “pensiero” scientifico. E, nell’attesa di far meglio, incominciamo a boicottare le conferenze in cui si celebra l’atomo; sonori fischi ai film che addormentano o indottrinano l’opinione pubblica; scriviamo ai giornali e agli organismi pubblici per protestare contro la pletora di articoli, reportage e trasmissioni radiofoniche dove si celebra spudoratamente questa nuova colossale impostura.


[febbraio 1958]