Intempestivi

Benvenuti a bordo del Titanic

Quasi un secolo fa, nell’aprile 1912, veniva varato il più grande, veloce e lussuoso transatlantico del mondo, costruito con la tecnologia più avanzata dell’epoca e senza risparmio di mezzi. Era al tempo stesso il simbolo del progresso e della comodità data dalla ricchezza. Con la sua chiglia dotata di doppio fondo cellulare e lo scafo suddiviso in 16 compartimenti stagni, era considerata una nave sicura in tutti i suoi aspetti, assolutamente indistruttibile.

Per tutti questi motivi i suoi costruttori le diedero un nome roboante, la chiamarono Titanic.

È noto il seguito della storia. Nel suo viaggio inaugurale, lo scontro con un iceberg la mandò a picco nel giro di poche ore. Nei suoi saloni si stava tenendo una festa e fino all’ultimo momento i viaggiatori non si accorsero di quanto stava avvenendo. Nessuno di loro si preoccupò dell’urto, avvertito come se si trattasse di «un’interruzione nella monotonia del movimento». Non ne avevano motivo giacché nei mesi precedenti tutti gli esperti, i politici, i giornalisti, avevano assicurato che «Nemmeno Dio potrà affondare questa nave!». L’orchestra continuò a suonare, uomini e donne continuarono a ballare. Addirittura, pare che i pezzi di ghiaccio proiettati all’interno dell’imbarcazione dalla collisione siano stati usati per raffreddare i cocktail. Mentre il Titanic stava iniziando ad inabissarsi, tutti continuavano a divertirsi come se nulla fosse. Fino al panico finale.

 

Oggi è tutta la nostra civiltà ad essere titanica. Questa civiltà che reperisce energia attraverso centrali atomiche, che smaltisce rifiuti attraverso inceneritori, che si nutre di alimenti geneticamente modificati. Questa civiltà che si sposta ad alta velocità, che si connette in tempo reale, che trangugia cibo veloce. Questa civiltà che ha scoperto l’uso della polvere da sparo, del petrolio, del silicio e dell’uranio. Questa civiltà simbolo del progresso e del benessere, fondata sul denaro e sul potere, e che giorno dopo giorno ha inquinato l’aria, avvelenato l’acqua, contaminato la terra.

Avete sentito un piccolo urto provenire da oriente? Cosa è stato, un attentato, una guerra, un terremoto, o un incidente nucleare? Niente paura, nemmeno Dio può annientare questa civiltà. Lo sostengono tutti: gli esperti, i politici, i giornalisti. Continuate pure a divertirvi, a tifare per la squadra del cuore, a commentare il caso giudiziario d’attualità, a ripetere il pettegolezzo della settimana, a guardare il programma televisivo favorito... continuate pure a lavorare per un’impresa, a votare per un partito, a pregare un dio. Qualsiasi cosa accada, è solo un’interruzione nella monotonia della quotidianità.

Nel frattempo, gradite per caso un cocktail?

 

 

[marzo 2011]