Brulotti

Buon vento

A volte sembra non dover mai tornare, la tairsìa. L’aria statica dello scirocco, tipico vento del sud, sembra eterna; un vento umido, soffocante, fastidioso, che crea una coltre di foschia che impedisce di vedere chiaramente, di scorgere l’orizzonte lontano. Un vento inutile. Sarà per questo che i locali militanti di Casa Pound hanno chiamato “Scirocco” il bar che hanno aperto a Lecce: un luogo senza prospettiva, che non può guardare lontano, davanti a sé, ma solo in alto, verso l’autorità e la gerarchia… Eppure la tairsìa può fare la sua comparsa quando meno te l’aspetti, improvvisa ed imprevedibile, causando danni e sconvolgendo l’ordine che regnava fino a un momento prima, spazzando gli addensamenti di nubi e lasciando spazio al cielo; permettendo di scorgere l’orizzonte per chilometri sull’azzurro del mare ed un numero infinito di stelle nelle notti profonde…
Questo è allora l’auspicio che ci diamo tornando ad uscire con questo piccolo foglio di carta imbrattato da inchiostro: che la tairsìa riprenda a soffiare forte, portandosi via gli acciacchi e i problemi di salute, la miseria umana di cui pare essere circondati e un passato ormai remoto, e renda il discorso trasparente perché – come diceva un cantautore negli anni ’70 – anche in questo c’è quanto cerchiamo.
Ripartiamo, quindi, e buon vento.

[Tairsìa, n. 6, dicembre 2014]