Brecce

La resistenza libertaria contro i nazisti

René Berthier
 
I libertari avevano capito molto presto  la minaccia rappresentata dai nazisti, ma avevano perso ogni capacità di mettere in atto una resistenza di massa. Tentarono di realizzare un fronte comune con i comunisti ed i socialisti, che si rivelò impossibile. Agirono quindi da soli. Passarono all'azione armata con una milizia di circa 500 membri, nota come Schwarze Scharen (Folle nere), cosa che appare risibile di fronte al partito nazista. Queste milizie affrontarono i nazisti nelle strade fino alla presa del potere da parte di Hitler nel 1933.
A Colonia alcuni mesi prima che Hotler prendesse il potere, gli anarco-sindacalisti organizzarono contro la visita di Goebbels una manifestazione che ebbe un enorme sostegno popolarre. Goebbels si lagnò d'essere stato «cacciato dalla sua città natale come un criminale». Le altre tendenze del movimento operaio si sentirono costrette ad organizzare anch'esse delle manifestazioni, rendendo difficili i giri di propaganda nazista.
A Berlino le manifestazioni naziste erano pesantemente protette dalla polizia. Albert Meltzer cita un giovane osservatore britannico, Isherwood, che descriveva le folle ostili nel quartiere operaio di Moabit.
Le bande di assassini nazisti attaccavano gli oppositori isolati, ma si guardavano bene dall'entrare in aperto conflitto coi gruppi organizzati. Tuttavia, a partire dall'insediamento al potere dei nazisti, le SS arrrestarono in massa i leader del movimento operaio e questo si demoralizzò. «Nulla era scomparso in maniera più vergognosa dell'esercito del Fronte rosso, che il giorno prima si pavoneggiava nelle strade coi suoi generali addestrati a Mosca, e il giorno dopo languiva nelle galere e nelle celle dei campi di concentramento allestiti in fretta e furia – soprattutto nei magazzini abbandonati – senza aver sparato un sol colpo di fucile», scrive Albert Meltzer che commenta: almeno, i socialdemocratici austriaci tanto disprezzati si erano battuti fino all'ultimo contro Dolfuss... «La classe operaia nel suo complesso era sfinita dal fatto che tutte le difese che si era costruita erano volate via nel vento», aggiunge Meltzer.
Tuttavia, durante i dodici anni di dittatura nazista, alcuni gruppi di operai mantennero un movimento di resistenza. Lo dimostra quell'obice tedesco che i madrileni facevano la coda per vedere, su cui era scritto: «Compagni, gli obici che io costruisco non esplodono». (È però possibile che questa storia degli obici non esplosi sia stata montata dalla propaganda repubblicana. In effetti non si comprende in quale fase della catena di fabbricazione si sarebbe potuta fare un'iscrizione del genere senza che nessuno se ne accorgesse...).
I militanti già esigui della FAUD (unione libera dei lavoratori) si sciolsero alla presa del potere da parte dei nazisti. Ad Erfurt, nel marzo del 1932, l'ultimo congresso dell'organizzazione decise che se i nazisti avessero preso il potere, il suo ufficio federale si sarebbe dissolto e sarebbe subentrata una direzione clandestina. Il segretariato dell'AIT venne trasferito nei Paesi Bassi nel 1933. L'organizzazione fu decimata da ondate di arresti.
A Duisbourg la FAUD, che nel 1921 aveva cinquemila aderenti, era ridotta a pochi gruppi al momento della presa del potere da parte di Hitler: a Duisbourg-Sud contava appena 25 militanti.
La FAUD aveva trasferito la sua commissione amministrativa da Berlino a Lipsia. Una rete di circa 600 militanti continuò ad organizzarsi in incontri regionali. Alcuni tentativi di pubblicare giornali clandestini furono subito repressi. Die soziale Revolution, fra il 1933 ed il 1935, fece uscire otto numeri in circa 200 copie. Questi giornali venivano recuperati dopo la lettura e diffusi altrove.
Fu pubblicato un opuscolo anti-nazista con un titolo mirante a stornare l'attenzione: «Mangiate frutti tedeschi e sarete in buona salute». Diventò talmente popolare fra i minatori tedeschi che questi si chiedevano a vicenda: «Hai mangiato anche frutti tedeschi?».
Nell 1933-34 gli anarco-sindacalisti tedeschi in esilio fondarono il gruppo Deutsche Anarcho-Syndikalisten (DAS, anarco-sindacalisti tedeschi), i cui uffici erano ad Amsterdam.
Nel 1936 numerosi militanti tedeschi partirono per la Spagna, fra cui Helmut Rüdiger e Augustin Souchy.
La situazione economica della Germania migliorò a partire dal 1935; molti rivoluzionari ritrovarono un lavoro dopo un lungo periodo di disoccupazione ed esitarono ad impegnarsi nell'azione clandestina, tanto più che la Gestapo era onnipresente.
La rivoluzione spagnola diede una sferzata al movimento. C'erano operai, e libertari, che si opponevano al fascismo. Julius Nolden prese contatti a Duisbourg, Düsseldorf, Colonia (nel 1933 Julius Nolden, allora disoccupato, utilizzò come copertura la “Società per il diritto alla cremazione” per organizzare le reti della FAUD clandestina, prima d'essere arrestato dalla Gestapo): furono raccolti fondi per i compagni spagnoli. Si utilizzarono i contatti nelle Borse del Lavoro della Renania al fine di trovare tecnici volontari per partire alla volta della Spagna.
Nel dicembre del 1936 la Gestapo scoprì delle reti a Münchengladbach, Dolken e Viersen. Cinquanta anarco-sindacalisti di Duisbourg, Colonia e Düsseldorf furono arrestati all'inizio del 1937.
Il 5 novembre 1937 Julius Nolden, operaio dell'industria dell'automobile, fu condannato dal «Tribunale del popolo» di Berlino a dieci anni di reclusione per «preparazione di un'iniziativa di alto tradimento con circostanti aggravanti». Era a capo della FAUD in Renania.
Seguirono altri arresti, che fecero salire a ottantanove il numero di membri della FAUD che si trovavano nelle mani della Gestapo. Questi uomini e queste donne vennero processate nel gennaio e febbraio del 1938 per «preparazione di atti di alto tradimento». Nolden fu rinchiuso nel penitenziario di Lüttringhausen e liberato il 19 aprile 1945.
Le attività della DAS spinsero i nazisti a procedere nel 1937 a una serie di retate in Germania, per distruggere le reti di resistenza anarco-sindacaliste. L'organizzazione clandestina venne smantellata dalla Gestapo nel gennaio del 1937. Ottantotto militanti anarco-sindacalisti, uomini e donne, furono arrestati e giudicati sul posto all'inizio del 1938.
Costretti all'azione individuale o minoritaria, gli anarchici tedeschi realizzarono dei tentativi per assassinare Hitler che la storia non ha conservato. Alla fine della guerra, Rudolf Rocker e Augustin Souchy rifiutarono di fornire la documentazione su questi attentati perché ciò avrebbe accreditato l'immagine di bombaroli degli anarchici! [sic!]
A Düsseldorf, lo Schwarzrotgruppe (gruppo nero e rosso) era uno di tali gruppi. Vennero fatti due tentativi, che fallirono: uno al palazzo della birra di Monaco, l'altro all'operà di Nuremberg. Gli organizzatori degli attentati riuscirono a fuggire in Scozia. Arresti di massa seguirono fra i lavoratori del Reno, causando la paralisi di ogni attività.
Fra gli altri tentativi bisogna citare quello di Hilda Monte, legata al movimento anarchico e al movimento consiliarista. Era delusa dal fatto che il gruppo Nero e Rosso non l'avesse utilizzata. Per essere più libera nei movimenti, divenne suddita britannica sposando un militante gay, John Olday. Il suo attentato fallì ma riuscì a scappare in Inghilterra; il suo sposo venne arrestato e deportato. Tornata in Germania, fu arrestata ed assassinata.
Nell'agosto del 1946 l'anarco-sindacalista Ernst Binder di Düsseldorf scrisse retrospettivamente: «Non essendo possibile una resistenza di massa nel 1933, i migliori dentro il movimento operaio dovettero disperdere le loro forze in una guerriglia senza speranza. Ma se da questa esperienza dolorosa i lavoratori trarranno l'insegnamento che solo una difesa unita nel momento propizio è efficace nella lotta contro il fascismo, allora i sacrifici non saranno stati inutili».
 
[Digressions sur la revolution allemande, 2009]