Intempestivi

Tic e tac, tic e tac, tic e tac... deng!

 

È inutile. Per quanti sforzi faccia, la ragionevolezza dei molti non sarà mai al sicuro dagli eccessi dei pochi. La moltitudine potrà anche deridere e mettere al bando il singolo, ma resta il fatto che la sua quiete sarà sempre a rischio della rabbia dell'altro. La politica ha bisogno delle masse e per questo aborrisce la solitudine; l'etica no, basta a se stessa. La politica si potrà contemplare quanto vuole nello specchio della propria popolarità, elargire sorrisi, raccogliere applausi e contare compiaciuta sui propri numeri, veri o presunti che siano, ma nulla potrà mai impedire ad un intempestivo sasso di mandare in frantumi la sua immagine.
Prendiamo ad esempio la linea dell'Alta Velocità in costruzione in provincia di Alessandria, quella detta del Terzo Valico. La ragione di Stato vuole che si faccia e per questo conta su molti parlamentari, sulla magistratura, sulle forze dell'ordine. La ragione del contro-Stato non vuole che si faccia e per questo conta su pochi parlamentari, sulla magistratura, sulle popolazioni. Tic e tac, tic e tac, tic e tac... mentre le due parti, se non partiti, si contendono i favori dei più a furia di strombazzare riprese economiche o devastazioni ambientali, flussi di merci o flussi di mazzette, ecco che nei cantieri infestati da operai  e sbirri spuntano nottetempo sgraditi ospiti. Passi per i ladri, disperati che fanno notizia per un giorno, ma i sabotatori! Quelli no, non devono fare notizia. Ecco il motivo per cui è solo attraverso una mail anonima diffusa via internet che si è venuti a conoscenza dell'incendio che ha abbrustolito alcune notti fa un paio di macchinari.
La ragione di Stato tace, quella del contro-Stato pure. Finché non risultano funzionali all'intimidazione della repressione o alla vanagloria dell'attivismo, non sono cose degne di essere prese in considerazione e quindi non devono accadere. Eppure, oooh, che peccato...
 
 
[19/03/15]