Miraggi

Distorto dagli specchi

Nicolas Calas
 
Figlio unico di una famiglia ricchissima, il giovane Nikos Kalamaris (1907-1988) alterna una poesia segreta, diffusa fuori commercio sotto pseudonimo, con la militanza nella sinistra antistalinista di Atene. Costretto all'esilio, a Parigi si unisce ai surrealisti e diventa noto con il nome di Nicolas Calas, critico, polemista e poeta. Il suo saggio Foyers d'incendie, apparso nel 1938 e scritto alla luce della psicanalisi, esplora i legami che intercorrono fra inconscio individuale e trasformazione sociale. Calas vi traccia una vera e propria etica del desiderio e lo stesso Breton saluterà questo libro come «un'opera vietata agli ignoranti, ai conformisti, ai fiacchi e ai vigliacchi... un manifesto di una necessità e di un'ampiezza senza precedenti». Inutile dire che oggi, a quasi ottant'anni di distanza, sono invece le sue poesie quelle dove è più facile che brillino i suoi focolai d'incendio.
 
 
DISTORTO DAGLI SPECCHI
 
Il sogno si è rotto cadendo
Ho trovato l’oblio in uno specchio perduto in mare
Ebbro di tormenti
Divorato dalle paure
Ho bevuto quell’acqua che nessuna luce ha accarezzato
Come un oggetto curvo sopra la sua ombra
Ora vedo l’amore sotto una luce obliqua
Chi costringe la mia testa a chinarsi?
Sconvolge l’ora?
 
Come raggiungere il sole senza passare attraverso l’albeggiare?
Rimuovere la paura da tutte le apparenze ed io nuoterò lungo tutto l’oblio
Con lo stesso movimento
Perdere se stessi e scoprire la direzione delle cose
Oltre la sinistra ed oltre la destra
Oltre l’audacia e l’orizzonte
Oltre il vento
 
Il vento della paura
Un vento crudele ma non immutabile
Che spezza l’eco sepolta nella sabbia
Ed il fumo imprigionato nelle ossa fossili
Che depreda gli sciacalli dei loro sogni
E i poppanti del futuro
Un vento che nei suoi abbracci tradisce la sua furia
 
Immerso nella mia infelicità sommergo la mia stella
 
In questa caduta rettilinea un nuovo volto si mostra come un richiamo
La luce lo consuma
E oppone alla sorte tutto ciò che rimane di me
Nell’inevitabile ritmo del disastro
Potrei dire prima della fine del giorno
Tutti gli specchi sono assetati
Il battere di un remo basta a cancellare una stella
Senza riflessione senza ombra il cuore muore lentamente
E fa della memoria una insonnia senza fine
 
Vendicatore e conquistatore di me stesso
Ho piena fiducia in questi brividi di destino
Un mondo furibondo di idee violente si solleverà
La sua immagine incisa nell’occhio più limpido
Già nega l’umore capriccioso dei profeti
Irruvidisce gli specchi
Solleva le teste insanguinate dei tori neri
 
*
 
L'AGONIA IN MEZZO ALLA FOLLA
 
Morire senza rughe accanto ad un alito di fuoco
Odiare la morte
Inseguire la follia oltre i recinti del sogno
Acqua aria e tutte le scienze
Rispondere a tutte loro
 
Ascolta il rumore degli uomini che indietreggiano
Impiccati, maghi, dottori
Nulla li innoridisce
La sofferenza è senza pietà
La luna di domani è già diventata la loro carezza più vicina
Sono come ciechi imprigionati dalla distanza
 
All'apice della tranquillità
Io sono
Insisto
Come l'uomo annegato nella sua sventura
 
*
 
NARCISO NEL DESERTO
 
Tre facce in una sola
 
Troppa sabbia per il sole
Dà fuoco alla follia
La sua ombra liquida si estende incontrollata
 
Una nuova frattura si afferma
 
Lo specchio è troppo tagliente
Al suo contatto l'occhio muore di sete
E distoglie lontano i loro sguardi
La carta mantiene il suo bianco neutrale asciutto come lo spazio
Per saldare il puntello della vita
Per seguire il processo
Per fare una poesia violenta come un miraggio
Con amore per bere tre facce come una
Immergi sotto i tuoi cappelli
E Narciso avrà vissuto
 
*
 
RIGUADAGNARE ANCORA IL GIORNO
 
Riguadagnare ancora il giorno
Dargli l'immagine ed il sogno sorpreso
L'amore svela se stesso
Ritorniamo avanti verso l'esplosione di nuovi volti
E le parole che portano gesti efficaci oltre ogni comandamento
Fissiamo con nuova precisione il movimento drammatico
Di battelli senza prua o vela
Sconfitto o vincitore per avvolgerlo in fretta dentro l'amore maledetto
 
Ho avuto bisogno delle tue lacrime e di essere ingiusto!
 
*
 
EDIPO È INNOCENTE
 
Domani nulla rimarrà più
La pelle delle mani diventerà ancora impolverata
A primavera non ci saranno più stelle
Un sangue di resina scorrerà nelle nostre vene
La terra verrà aperta come porte da mai più chiudere
La terra intera sarà per tutto quest'anno come una ferita
Non ci sarà più bisogno di bussole
Non ci sarà più futuro non più audacia non più stelle
Nessuno da superare
Nessuna testa talmente alta da doversi chinare
I gesticolamenti non avranno nulla da dire
Tutte le facce dei dadi saranno uguali
Il deserto assomiglierà ai ghiacciai
 
Oh giorno felice isola di un miraggio!
 
Non ho più segreti per nessuno
Ho massacrato tutto
Tutto ciò che era violentemente amato e disposto nella mia vita
Era portato lungo la corrente dormo in un letto liquido
Un sonno pieno di rumori
In una notte senza fine