Papiri

Guerra

 

Sì, l’Italia è un paese in guerra. In guerra contro il regime del dittatore libico, cui fino a ieri il governo italiano ha fatto il baciamano per garantirsi il petrolio. In guerra contro profughi e immigrati, che anziché rassegnarsi a crepare in casa propria si ostinano a sbarcare sulle nostre coste portandosi dietro il fastidioso olezzo della loro miseria. Ma in guerra anche contro la propria stessa popolazione che, giorno dopo giorno, si ritrova sempre più priva di mezzi di sostentamento, di speranze, di dignità, di sogni. 

Donne e uomini prima sfruttati e poi licenziati, sommersi dalla disperazione come dalla spazzatura, avvelenati dall’obbedienza come dalle radiazioni, intossicati dalla televisione come dagli alimenti sofisticati, minacciati da frane, alluvioni, terremoti che si susseguono al ritmo degli appalti e delle grandi opere. 
Uomini e donne che di colpo stanno scoprendo che è la loro intera esistenza ad essere precaria, la loro salute, la loro libertà, la loro stessa sopravvivenza. E che per questo non vengono più considerati dallo Stato sudditi fedeli cui elargire qualche briciola di pane, ma potenziali nemici, da controllare o da combattere.