Miraggi

Poema petrolifero

Geo Bogza
 
Vi parlerò degli uomini del petrolio
e del loro animo più nero 
e più infiammabile del petrolio.
 
Vi parlerò di me,
perché nessuno più di me può essere un uomo del petrolio
e il mio animo nero e infiammabile
mi fa parlare a voi altri con tutta la brutalità possibile.
 
Così bisogna parlare del petrolio: con brutalità.
 
Vi parlerò dei suoi crimini e di quelli dei suoi uomini,
vi parlerò dunque dei miei crimini
e siate pur certi che nessuno potrebbe essere più cinico
nessuno vi potrebbe parlare con più brutalità di me.
 
Io, che sono ripugnante e violento
e che come le colonne petrolifere
ho sempre covato qualcosa di terribile nelle mie viscere,
io, che insozzo e distruggo tutto quello che tocco
e che, come il petrolio, sono malvagio, appassionato
e prorompo da me stesso
senza che m’importi del disastro che provoco nel mondo.
 
Io, così come sono, vi parlerò del petrolio e dei suoi crimini.
Ascoltate:
voi non sapete ancora quanto sia sporco e nero il petrolio €
e quanto siano sporchi e neri i suoi uomini.
Ascoltate:
voi conoscete il petrolio solo come essenza pura nelle provette,
voi non conoscete come me le mille infamie 
le mille porcherie di cui anche i più insignificanti
fra noi possono vantarsi,
le innumerevoli vedove adescate nei locali o costrette
sotto la minaccia di un coltello a vendere per nulla l'ultimo pezzo di terra,
voi non conoscete i falsi giuramenti 
e l’animo sordido dei petrolieri principianti,
voi non avete visto dei triveIlatori bruciati vivi
nei grandi incendi da noi stessi provocati.
Voi non conoscete tutto questo
e non sapete nulla del petrolio e dei suoi crimini.
 
Ma non sapete niente neppure di me
perché tutto quello che vi ho detto finora
non è un grido di rivolta per la sorte dei derubati e degli assassinati
ma il principio di un inno al petrolio ed ai suoi uomini,
il principio di un inno a me stesso ed ai miei fratelli d’infamia.
Io non amo il petrolio quando diventa essenza pura nelle provette,
io lo amo come esce dalla terra, sporco e con procedimenti sporchi
lo amo con furore, con passione
e voglio cantare la mia razza terribile di uomini del petrolio.
 
Era un’umida notte d'autunno
quando mi venne in mente che per le infamie di cui sono capace
potevo diventare anch'io un uomo del petrolio.
Così fu: una notte umida d'autunno
e il destino volle che io diventassi in fretta un uomo del petrolio
e che le mie imprese superassero quelle degli uomini più malvagi.
Canterò in primo luogo il villaggio in cui ho ricevuto 
il battesimo dell’insolenza e della bassezza, 
in cui le mie mani e il mio animo si sono sporcati
quanto fu possibile che si sporcassero.
 
Canterò Buștenari, il terribile, il mostruoso villaggio di Buștenari
dove ogni pietra paria di me e dei miei crimini 
dove ogni bambino può dirvi quanto io sia cinico e bugiardo
e poi canterò le sonde, a cui ho spremuto denaro come da amanti invecchiate.
 
Ma quando canterò il villaggio e quando canterò le sonde
canterò pur sempre me stesso,
perché io ho bramato, come una tigre, come una belva sanguinaria
tutto ciò che non era mio e non ho indietreggiato
davanti a nulla pur di appropriarmene,
e per questo io mi sono sempre distinto dagli altri uomini:
ho potuto schiacciarli e allontanarli dalla mia strada senza pietà.
La Bibbia dice che si deve schiacciare la testa al serpente,
così io ho schiacciato la testa del primo uomo che ha avuto fiducia in me,
e tutte le sue ricchezze sono diventate di colpo mie.
Me lo ricordo:
chiusi gli occhi, dissi «Dio mio!» e colpii,
e poi colpii di nuovo, ripetutamente, senza chiudere gli occhi e senza più invocare nessuno
e quando uscii ero orgoglioso nel sentire il mio cuore battere regolarmente.
 
Fu ogni volta così: 
il mio cuore batteva regolarmente,
e quando dissi le menzogne più vergognose,
e quando fui spergiuro
e quando camminai sui cadaveri
il mio cuore batteva regolarmente,
e questo mi diede fiducia in me stesso
e sicurezza che le leggi della natura erano dalla mia parte e mi davano ragione.
 
 
[unu, n. 49, novembre 1932]