Brulotti

Il mio differente

Ernest Coeurderoy

 

Lavoro come il seminatore. Egli mette dell'amor proprio nel suo lavoro che non gli parrebbe più buono se altri al suo posto lo toccassero.

L'uomo è fatto così. Si crede diverso da tutti quelli che lo avvicinano e tuttavia li chiama propri simili. Non c'è individuo che non si consideri superiore al proprio vicino in tutte le attribuzioni. Nessuno acconsentirebbe a scambiare la propria nuda persona con un'altra ugualmente sprovvista di titoli, prestigio, fortuna.

L'uomo è proprio fatto così. Questa buona opinione che ha di se stesso salvaguarda la sua propria libertà e mantiene l'armonia nel nostro piccolo mondo a mezzo della varietà.

Dal momento che ci scostiamo da questa nozione di diversità, arriviamo a quella di similitudine, dalla nozione di similitudine passiamo a quella di uguaglianza con un piccolissimo sofisma alla maniera di Babœuf, Condorcet, Jean-Jacques, Licurgo, Robespierre, Luigi XIV e Loyola, il livellatore di cadaveri!

E quando siamo a questo punto, addio libertà, addio diritti dell'uomo! Eccoci nella schiavitù, testa e piedi; l'intelligenza e la razza rantolanti per sempre sotto gli artigli del più forte. I governanti coricano le nostre rivendicazioni anarchiche in lenzuoli bellissimi di carta bianca che chiamano costituzioni. Le salve gioiose dei cannoni cullano, addormentano i popoli che sono stati derubati. Russate Te Deum! L'ordine regna nelle città trafelate!

Rassomigliarsi, riunirsi, essere somiglianti, essere riuniti, è sempre la stessa cosa. I simili, gli uguali, gli identici possono essere riuniti.

Ora, una riunione suppone un ordine, una classificazione, una testa, una coda, un giusto-mezzo, una direzione, un'obbedienza, una parola d'ordine, doveri, superiori, inferiori, ricchi e poveri.

Da ciò i re, i sudditi, i dittatori, le plebi, le aristocrazie, le democrazie, le autocrazie, le burocrazie, ecc., ecc. Da ciò le catene, le palle, i cannoni, gli scudi, i piedi pesanti dei despoti e degli usurai che opprimono e pelano la testa delle nazioni, marciano su di essa come sulla sabbia di un sentiero. Da ciò il Male, la Guerra, le Sommosse, i Colpi di Stato, la Miseria, gli annegamenti, i mitragliamenti, la San Bartolomeo, Nerone, Bonaparte, Erode, Pilato e Samson il carnefice!

Uomini! Ve lo dico, se i vostri diritti sono uguali, le vostre nature sono diverse. Quando parlate l'uno dell'altro non dite il mio simile, dite il mio differente. Avrete fatto molto per il Diritto fissando nettamente i termini relativi. La lingua dà la misura dei costumi, e fra la gente che si dice uguale, una minoranza è sovra-posta, mentre la maggior parte è sotto-posta. Se la tutela dei diritti di ciascuno è rimessa nelle mani di tutti, gli uomini diventano solidali nella schiavitù, nella sofferenza, mai nella libertà, mai nella felicità.

L'uguaglianza delle persone è un agguato, una trappola sociale in cui si arrabattano ancora i Cosacchi e i partigiani di Cabet. Io pretendo di essere differente dagli altri, sono più giusto, più libero, e soprattutto meno ambizioso dei capi comunisti. – Principes sacerdotum!

E semino cantando!

 

I giorni dell'esilio, Ed. Anarchismo, 3 volumi