Brulotti

Scintille, ancora?

 
È passato quasi un anno da quando un fatto apparentemente insignificante è stato la scintilla che ha infiammato la protesta contro Tap, facendola uscire da quella simbolica che era stata fino a quel momento e scavalcando chi si era autoproclamato unico oppositore. Giorni entusiasmanti in cui una piccola parte della popolazione, con la sua determinazione e la sua fantasia, ha messo concretamente i bastoni tra le ruote della macchina devastatrice, prendendo in mano le redini della propria contrarietà all’opera e smettendo di affidarsi alle carte bollate ed alla politica che, nel corso degli anni, avevano manifestato tutta la loro inconcludenza. Ed è stata necessaria tutta la forza della politica – dall’alto come dal basso – per far rientrare una protesta che sembrava volesse, e potesse, radicalizzarsi. Una politica variegata, composta da aspiranti leader pronti a salire sul nuovo palcoscenico per piazzare la propria bandierina o imporre la propria supremazia; tutti versatisi in zona San Basilio, anche coloro che, fino al giorno prima delle proteste, neanche sapevano del progetto di un gasdotto nel Salento o non conoscevano nemmeno le strade per arrivare. 
In questo anno Tap è andata avanti coi lavori senza che quella determinazione iniziale tornasse ad essere incisiva, ma nulla è ancora perduto. Saremo ancora capaci di lasciarci alle spalle la politica e le carte bollate? Saremo ancora capaci di opporci concretamente e con coraggio? Saremo ancora capaci di invertire la rotta? 
Provarci è il minimo che si possa fare. 
 
[Tilt, n.1, 9/2/18]