Miraggi

Lo sguardo dell'assente

Benjamin Fondane
 
I
l'uccello è preceduto dal suo sonno futuro
lo sguardo dell'assente dimenticato nell'anello
il fuoco delle vetrine consuma il tempo
e questa scoperta del niente così lenta oh
radici conosco i vostri appetiti radici
quale tenebra vi occorre per deporre un diamante
l'ora è piena di buchi
le stelle sono il passato oscuro dei diamanti
le donne hanno la testa mozzata nel cuore degli uomini
il lavoro sputa per terra
e la freddezza invade persino le parole
mentre le ginocchia si aprono al sole
le prime ginocchia di marzo pieno di semi
l'oscurità tradita dal grido della feccia
le mucche minerali nelle fattorie del cuore
lo stagno questa lingua del silenzio nella bocca dei campi
ascolta il canto del gallo servito alla maionese dell'alba
osserva il respiro della terra sullo specchio dei volti
 
II
ma l'uomo dov'è l'uomo
l'uomo ride — saluta il pomeriggio del sangue
si stupisce di essere in ritardo su se stesso
gli intestini delle strade si gonfiano nel suo cuore
dove andrà dove andrai
i bambini gli strappano le reni foglia per foglia
lo prendono di mira con le loro nuove parole 
hanno un certo appetito nel mangiare un uomo
ma si nasconde sotto la palpebra dei suoi muscoli
nudo come quei pesci di cui si pesca solo la lucentezza
si tuffa nel sogno
eccolo colmo delle fosforescenze del sonno
il silenzio lo segue come una lampada
come una macchia di grasso lo spirito
pane di neve
la sua forza si alimenta nelle vene dei dormienti
se vi annegasse per dio
la notte gli fa delle flebo
ma un'alba irreale
il mare vi si spazzola i capelli
corre trafelato come un cane da caccia
ed è sempre più profondo
accarezza la guancia delle forze che denuda
segni e succhi
questa ricchezza lo stupisce d'essere assente
lancia gli uccelli a piene mani
solitudine in cui si ritirano i battelli morenti
chi sei quiete
quale forma d'oblio preferire
bagno di memoria dove immerge il negativo delle parole
pietra sotto un fazzoletto d'acqua che si muove
vivere ma vivere
nuotare nel sole ma senza cintura di salvataggio
vivere vivere vivere vivere
il sangue sale cinquanta gradini correndo
è solo la bandiera rossa a contare
eccola dar fuoco alle fascine delle vene
si sgola sulla branca maggiore dei polmoni
orchestra di resine
desiderio molla il mio piede preso nella tua tagliola
basta con questi specchi in cui il nudo si abbrutisce
la fragola è solo la vena aperta della pietra
le sorgenti si fanno verificare dal fegato
anche questa primavera verrà battezzata dalla noia
datemi altro
tanti oggetti imprevisti minerali
occorreranno loro dei nomi sufficientemente oscuri
nascite crescite disordini nuovi
datemi altro
l'ombra [ombre] che si stacca dalla parola numero [nombre]
 
 
[Discontinuité, n. 1, giugno 1928]