Brulotti

Mani fredde, teste calde

 
Nick Mano Fredda tagliava la testa ai parchimetri capitalisti reazionari. Da tempo la vita non gli dava più buone carte da giocare, e a dirla tutta aveva l'impressione che la mano fosse stata organizzata in maniera che non potesse mai vincere. In galera o in libertà, sempre la solita solfa: leggi, regolamenti, padroni.
Le cose non vanno mai come dovrebbero? E allora un essere umano deve seguire la propria strada! Che poi, c'è più gusto a vincere quando si ha nulla. Anche se non si è mai progettato niente nella propria vita, si può comunque avere nel sangue l'istinto della ribellione. Non è che ci sentisse poco, il nostro Nick, è che sentiva quello che vale la pena sentire. Inutile proporgli richiami all'ordine. E come non dargli ragione: il guaio, qui, è la mancanza di comunicatività.
Chissà se tutti questi pensieri, presi direttamente dal film interpretato da Paul Newman nel 1967, sono turbinati nella testa di coloro che ieri hanno sigillato alcuni parchimetri a Lecce, invitando a bloccare tutto per opporsi a Tap. Già, chissà. Di certo troveranno anche loro, come i profanatori del decoro urbano, qualche persona dabbene che auspicherà una punizione esemplare (due anni di lavori forzati in un penitenziario?) per non essersi inseriti nella vita normale, nella vita civile, nella vita operosa – insomma, nella vita scodinzolante. Qualcuno che, proprio come il secondino del film o l'operaio di Tap, spiegherà: mi dispiace, ma non faccio altro che il mio dovere, spero lo capirai.
«No, chiamarlo tuo dovere non serve a giustificarlo».
 
[20/3/18]