Brulotti

L'unità è tirannia

Federico Urales
 

Tutte le armi s'impiegano in favore dell'ideale. Secondo le sue condizioni psichiche, fisiche, intellettuali, difende il combattente la sua dottrina: colla parola o col fatto, colla persuasione o colla forza, colla simpatia o col disprezzo, coll'amore o coll'odio.

Voler rendere uguali i modi di procedere è cosa tanto difficile come il voler rendere uguali i temperamenti e le facoltà. Se la generalizzazione fosse possibile, sarebbe pure possibile dipinger quadri di un solo colore; comporre sinfonie con una sola nota, educare gli uomini ad un solo gusto.

Dal contrasto risulta l'armonia; dalla varietà delle tinte la bellezza dell'insieme.

Arrecherebbe molto danno all'ideale colui che si proponesse che tutti lo difendessero o con la penna, o con la parola, o col fatto, o individualmente, o collettivamente.

No, ciò non può essere.

Non discutete sistemi, non concordate sistemi. Ogni uomo porta in sé un sistema nervoso, un sistema intellettuale, un temperamento distinto. Dobbiamo guidarci secondo il nostro proprio temperamento. I nervosi comprendono solo i nervosi, i linfatici i linfatici, i biliosi i biliosi, i sanguigni i sanguigni.

Non potrete andar con fiori dal sociologo, con statistiche dal poeta, con esperimenti dall'oratore, con eloquenza dallo scienziato; né con tutto questo dall'uomo d'azione.

Lasciate che gli uni cantino, che gli altri scomunichino, che questi indaghino, che quelli dimostrino, che gli uni maledicano, che gli altri cospirino. Son note diverse, note varie che ciascuno porta nella melodia. Uditele da lungi! Come ne è bello l'insieme!

No, non generalizzate i sistemi: l'unità è la morte.

 
 
[Cronaca Sovversiva, anno VI, n. 9, 29 febbraio 1908]