Intempestivi

Buon appetito, leghisti!

 
Il passato bussa alle porte del presente. Il più delle volte ha il ghigno del totalitarismo, in qualche raro caso il sorriso della rivolta. Un secolo fa, nel febbraio del 1916 a Chicago, il cuoco Jean Crones (falso nome dietro cui si nascondeva l'anarchico italiano Nestor Dondoglio) avvelenò con l'arsenico la zuppa cucinata per un esclusivo banchetto riservato ai notabili e alla classe dirigente dell'Illinois. Oltre un centinaio di illustri invitati agonizzarono per ore, salvati solo da un caso fortuito (a causa dell'aumentato numero dei commensali, la zuppa era stata allungata dagli addetti della cucina poco prima di essere servita, facendo diminuire l'efficacia del veleno). Come rivelò egli stesso nelle sue successive lettere inviate alla stampa, il cuoco sovversivo aveva colto al volo l'occasione di fare piazza pulita dei parassiti che infestano l'umanità. Per politici, industriali, banchieri, prelati... quella doveva essere l'ultima cena.
Così non fu, purtroppo, ma a quanto pare il cuoco anarchico di Biella ha trovato in Veneto qualche inconsapevole emulo moderno. Lo scorso venerdì 18 gennaio, alla ventiseiesima Fiera del radicchio che si tiene nel paese dal curioso nome Zero Branco, una cinquantina di militanti della Lega hanno avuto l'ottima idea di fare una tavolata separata, tutta per loro. Tornati a casa dopo l'allegra serata, sono stati tutti quanti costretti a trascorrere — letteralmente — una notte di merda. Forti dolori addominali li hanno infatti scaraventati sulla tazza del cesso. Fra loro, anche il presidente della provincia di Treviso.
Non avendo avvertito alcun disturbo nessun’altra delle centinaia di persone accorse quella sera per degustare il risotto con radicchio e salsiccia, o lo spezzatino, si sta facendo strada il sospetto che qualcuno abbia condito i piatti destinati ai leghisti — no, non con l'arsenico — con del lassativo. Ovviamente i responsabili della locale Pro Loco, organizzatrice della manifestazione, smentiscono categoricamente che uno dei loro cuochi o camerieri possa aver materialmente mandato a cagare i militanti di un partito che si vanta di esprimere «la pancia» del paese.
Noi tendiamo ad essere d'accordo. È stata l'invisibile mano di Nestor Dondoglio, senz'altro! A lui, immigrato clandestino, il pensiero di questi massacratori razzisti in camicia verde/blu che si abbuffano mentre i dannati della terra annegano nel Mediterraneo, deve aver fatto venire una voglia folle di tornare sulla terra. Ancora una volta si sarà detto, con il suo immancabile sorriso — «e come visto quella tavolata della sagra ho pensato che era una cosa salutare fare una buona ripulita».
 
[21/1/19]