Brulotti

Guarda che bel fungo!

«Un individuo mangia dei funghi e s'avvelena.
Il medico gli dà un emetico e lo salva. Il guarito corre subito dal suo cuoco e gli dice:
— I funghi di ieri in salsa bianca mi hanno avvelenato! Domani li farai con salsa nera.
Il nostro individuo mangia i funghi con salsa nera. Secondo avvelenamento, seconda visita dal medico e seconda cura con emetico.
— Perbacco! — dice al cuoco — Non voglio più funghi con salsa nera né con salsa bianca. Domani li friggerai.
Terzo avvelenamento con accompagnamento dal medico ed emetico.
— Questa volta — esclama il nostro uomo — non mi farò fregare! Mastro Giacomo, fate i funghi canditi.
I funghi canditi lo avvelenano di nuovo.
— Ma è un imbecille — direte voi — Ch'egli getti i funghi nell'immondezzaio e non ne mangi più.
Siate meno severi, ve ne prego, perché questo imbecille siete voi, siamo noi, è l'umanità intera. Sono ormai quattro o cinquemila anni che confezionate lo Stato — cioè il Potere, l'autorità, il governo — in tutte le salse, che fate, disfate, tagliate, limate Costituzioni su tutti i padroni e che l'avvelenamento continua.
Avete provato con i re legittimi, con i re di fatto, con i governi parlamentari, con le repubbliche unitarie e centralizzate, e la cosa che più vi danneggia, il dispotismo, la dittatura di Stato, l'avete scrupolosamente rispettata ed accuratamente conservata».
(Athur Arnould, Stato e Rivoluzione, 1877)
 
Se sinistrorsi e cittadinisti sono imbecilli non è tanto perché adorano i funghi, che a parecchi di loro in realtà non garbano punto, ma perché ritengono di non poterne fare a meno. Inchiodata saldamente nella loro testolina c'è l'equazione funghi=cibo=vita. Non c’è scampo. Sono secoli che cambiano un cuoco dopo l'altro, rimbrottandolo ad ogni visita dal medico e licenziandolo ad ogni ricovero in ospedale. Di tanto in tanto a qualcuno di loro balza in mente un sospetto, ma essendo degli imbecilli finiscono col ritenersi vittime di qualche oscuro complotto ordito tra i fornelli. Dopo aver deciso di fare da sé, si cimentano facendo saltare in padella l'amanita della politica. In autonomia, in autogestione, in trasparenza. Niente da fare, il risultato è sempre lo stesso — l'avvelenamento.
Ora che i funghi gialli in salsa verde stanno provocando gastroenteriti e cefalea, con tanto di nausea e vomito, cosa credete che faranno? Licenzieranno lo chef a 5 stelle e proveranno con un nuovo cuoco, affidandogli ovviamente il compito di preparare gli stessi miceti. In basso, chi non si fida della cucina italiana invocherà funghi in salsa tzatziki alla Tsipras, o funghi all'aglio Podemos. Chi dà tutta la colpa alle ossidate pentole nostrane cercherà di mandare all'estero uno chef italiota, magari qualche casalinga valsusina, a mixare funghi di montagna e cavoletti di Bruxelles. Fra i vecchi rintronati che ricordano i funghi con burrata alla Nichi Vendola, ma si sono già dimenticati delle conseguenti diarree, si organizzeranno convegni e congressi per prendere la grande decisione storica: il riso rosso ai funghi di Potere al Popolo o l'insalatona mista con funghi fritti e rifritti di Liberi e Uguali?
E più l'organismo umano e sociale viene colpito dalle tossine del potere e dell'obbedienza, più le patologie aumentano, più si smette di respirare e si rantola, si smette di camminare e si striscia, si smette di muoversi e si funziona, si smette di vivere e si tira a campare, più questi imbecilli giurano che la sola maniera a nostra disposizione per evitare la morte è quella di continuare a nutrirsi come si è fatto finora. Perché funghi=cibo=vita.
Ed eccoli, sinistrorsi e cittadinisti, uniti nella rivendicazione, domandare allo Stato l'attuazione di grandi opere utili e benefiche, domandare allo Stato l'applicazione della legge, domandare allo Stato la concessione di diritti civili, domandare allo Stato la creazione di posti di lavoro, domandare allo Stato assistenza in caso di bisogno, domandare allo Stato il rispetto dell'ambiente, domandare allo Stato una prestazione di servizi efficienti, domandare allo Stato la ripresa dell'economia, quando non domandano allo Stato un inasprimento della sorveglianza... e mentre discettano di assemblee costituenti, di istituzioni del comune, di riformismi antagonisti, quando non di potenze destituenti... funghi, funghi, funghi.
Stare alla larga dai miceti è una misura minima di sanità personale, ma all'interno della mensa sociale il digiuno prolungato non è una via percorribile. E con il livello di assuefazione e dipendenza a cui si è arrivati, persino riuscire a gettare i funghi in uno scatto di rabbia nell'immondezzaio rischia di non essere sufficiente. Certi imbecilli sarebbero capaci di precipitarsi a frugare nella spazzatura e recuperarli! 
Inutile girarci attorno. Sbarazzarsi sia dei funghi che di tutti i loro aspiranti cuochi resta l'unica soluzione.
 
[2/4/19]