Intempestivi

Chiagnere e fottere

 
Un celebre intellettuale italiano riteneva tale comportamento, quello che trova la sua più colorita espressione nel vernacolo napoletano, non solo una sorta di tratto nazionale ma anche una vera e propria strategia politica basata sull’uso strumentale del vittimismo. Ad indugiare in lamentazioni proprio quando le cose gli vanno a gonfie vele non è solo il ricco che piange miseria o il torturatore che patisce sofferenza, ma pure il potente che viene contestato con le parole e coi fatti. Quanto accaduto ieri 19 maggio, a Lecce, fatto subito rimbalzato in cronaca nazionale, fornisce in tal senso un ottimo esempio.
Nella piazza centrale del capoluogo salentino un presidio elettorale della Lega, il cui segretario (nonché vicecapo del governo, nonché ministro degli Interni) è lì atteso nelle prossime ore, ha attirato l’attenzione di qualcuno che non ama il razzismo, non ama il fascismo, non ama la politica, non ama il potere. Prima sono volate le parole, poi è volato il gazebo verde padano. All’arrivo della polizia, i contestatori si erano già dileguati. Tutto qui, un gesto minimo di ostilità verso chi si sta distinguendo in aberrazione umana.
Ma la Lega chiagne e fotte, ed ecco questi massacratori di disperati in fuga indignarsi per essere stati «aggrediti» da alcuni «teppisti» le cui «azioni inaccettabili» sarebbero «degenerazioni infami e violente». La Lega chiagne e fotte, ed ecco questi abbattitori di baracche lamentarsi per il loro gazebo atterrato. La Lega chiagne e fotte, ed ecco questi truffatori conclamati inveire contro l’illegalità del gesto altrui. La Lega chiagne e fotte, ed ecco questi detentori del monopolio statale della violenza (ai cui ordini hanno tutte le forze dell’ordine) strillare contro gli spintoni di chi non ha santi né padrini in Parlamento. La Lega chiagne e fotte, ed ecco chi fa togliere con la forza striscioni irriverenti o sequestrare video imbarazzanti rivendicare a gran voce la libertà di parola (quella propria, ovviamente). 
Ed essendo abituati tutti quanti i politici a chiagnere e fottere, va da sé che i militanti leghisti hanno raccolto l’immediata solidarietà di quasi tutti i colleghi degli altri partiti, vicini alle «vittime» della «violenta aggressione». Tutta questa bella gente, che già detiene o vorrebbe detenere il potere (il che significa: sfruttatori o aspiranti sfruttatori, oppressori o aspiranti oppressori, devastatori o aspiranti devastatori...), ha levato i propri scudi per difendere la democrazia, virtù politica che un po' dovunque sta inquinando l'aria, avvelenando la terra, contaminando i mari o sventrando le montagne, oltre a minare le stesse basi biologiche della vita, per non parlare dei sogni infranti, delle dignità umiliate, delle passioni mercificate... 
E hanno l'impudenza di chiagnere?!
 
[20/5/19]