Miraggi

Chi sono io?

Julio Camba
 
«Sa chi sono io?» mi dice un signore ponendosi in piena luce dinanzi a me.
Davvero io non so chi sia questo signore, ma mi guardo bene dal dirglielo, perché temo di rattristarlo.
«Ne ho un'idea — gli rispondo — la sua faccia non mi è sconosciuta»
«Mi osservi bene…»
Lo guardo bene.
«Non ha mai visto una faccia simile alla mia?»
Indubbiamente ho visto facce simili alla sua: con un naso, due occhi, due baffi... Anche pagliette simili alla sua, ho visto.
Tuttavia non ci sono.
«Non c'è dubbio — esclamo — che io la conosca; ma così, ora, non afferro il suo nome...»
«Così lei non può dirmi chi sono?»
«No, signore... »
Il signore rimane molto afflitto.
Forse si tratta di un uomo che ignora il suo stato civile e cerca di saperlo, domandandolo alla gente? Forse quest'uomo penserà che, essendo io giornalista, debba essere più informato delle altre persone?
Caso triste, in verità, quello di un signore che non sa chi sia, e non trova chi glielo dica!…
Io comincio ad accorarmi, ma il signore all’improvviso mi recita il suo nome, la sua età, la sua professione, e il suo cognome e il suo soprannome.
«Dimodoché lei sapeva chi era», esclamo.
«Naturalmente»
«E allora — continuo — perché lo chiedeva a me?»
Non me lo chiedeva per informarsi, ma con una intenzione perfettamente capziosa.
Io rimango alquanto sconcertato, e poco dopo appare un altro signore.
«Ciao! — esclama il nuovo venuto — Sai chi sono?»
«Non lo so»
«E questo — aggiunge indicando un suo compagno — nemmeno questo sai chi è?»
«Nemmeno. Non so chi voi siate; ma forse potreste informarvi al municipio»
Da quando sono tornato al mio paese, numerose persone mi si sono avvicinate perché dica loro il proprio nome. Da principio cercavo di accontentarli e facevo sforzi inauditi per ricordare. Ora non più. Si tratta di uno sport locale che non mi interessa granché. In mancanza di altri passatempi, qui la gente aspetta per cinque, dieci, quindici anni il ritorno di qualche concittadino viaggiatore per domandargli: «Chi sono io?» 
Vogliono vedere se uno, durante i suoi viaggi, ha conservato la memoria; e se, per esempio, il tabacco gliel’avesse indebolita, allora lo considerano un uomo terribilmente orgoglioso.