Intempestivi

Cercare la polveriera

«Non vi dice l'esperienza vissuta che dove lo schiavo s'adagia e si rassegna al giogo,
non hanno più freno la tracotanza e l'avidità del padrone?»

 
Da quanto tempo sta andando avanti? Ne abbiamo quasi perso memoria, sommersa com'è dalla nausea ed il disgusto.
Hanno provocato, indirettamente o direttamente, una pandemia. Ne hanno aggravato la letalità, con misure politico-sanitarie del tutto insensate. Hanno lasciato morire privi dell'affetto dei loro cari chi ne veniva colpito e stremato. Hanno vietato le autopsie che avrebbero potuto contribuire a chiarire la realtà. Hanno mentito su cause ed effetti di quanto stava accadendo. Hanno intenzionalmente seminato a piene mani la paura e il terrore allo scopo di paralizzarci. Ci hanno costretto a stare chiusi in casa. Ci hanno messo un bavaglio sulla bocca, impedendoci di respirare e di parlare. Ci hanno proibito di spostarci, di incontrarci, di toccarci. Hanno ucciso i reietti della società che per primi protestavano. Hanno creato e diffuso una vera e propria psicosi di massa, mettendoci gli uni contro gli altri. Hanno reso disponibili il cuore al sospetto, la lingua alla delazione, il braccio al linciaggio. Hanno fatto perdere la fonte di sussistenza a milioni di persone, gettandole nella disperazione. Hanno insultato, umiliato, calunniato, talvolta arrestato, chiunque li criticasse. Hanno scatenato una caccia all'untore contro chi non rispettava i loro divieti. Hanno usato come carta da culo quella Costituzione su cui loro hanno giurato, pretendendo però che noi la rispettassimo a comando. Hanno eletto a capo del governo un famigerato cravattaro, osannandolo come salvatore supremo. Hanno ricattato prima una categoria, poi tutti i lavoratori, affinché facessero da ignare cavie ad un vaccino. Hanno cantato la virtù della resilienza che si adatta, denigrando il vizio della resistenza che si oppone. Hanno aumentato a dismisura il prezzo di materie prime oggi indispensabili alla sopravvivenza. Hanno permesso che nostalgici del duce assaltassero la sede di un sindacato per poter tacciare di fascismo chiunque manifesti la propria contrarietà alla loro politica. Ora pretendono che le persone sane che vanno a lavorare dimostrino quotidianamente, e a proprie spese, di essere sane per poter andare a lavorare. Ormai ridotti ad essere liberi solo di obbedire, dobbiamo perfino pagare per farci sfruttare...
Insomma, in meno di due anni hanno calpestato ogni libertà, umiliato ogni intelligenza, stuprato ogni dignità. Hanno travestito da emergenza sanitaria la loro urgenza politica di arrivare ad un controllo totale, dei corpi e del territorio. E lo hanno fatto con premuroso candore, senza incontrare finora grosse difficoltà, sfrontatamente, tra il tremulo consenso della maggioranza e l'educato dissenso della minoranza. Decenni di pace sociale — infastidita saltuariamente da qualche agitazione cittadinista — lo hanno permesso. A scorrere nel sangue umano, sempre più artificiale, non sono più passioni eccitanti, bensì potenti anestetici inibitori dell'azione. E laddove non sono la «responsabilità politica», il «senso civico» o il «rispetto per la legalità» a sedare gli animi, ecco arrivare la «decisione assembleare», le «considerazioni strategiche» o il «rispetto per le dinamiche collettive».
Storditi e ammutoliti, non troviamo più parole. Non vogliamo nemmeno trovarle, le parole. Men che meno qualche nuovo soggetto sociale disposto a ripeterle in coro. È altro che andrebbe cercato. Con ostinazione, con furia, con impazienza, con ferocia.
 
 [15/10/21]