Brulotti

Da un'ottica diversa

«Non saprei come fare senza cellulare, mi sentirei perduta. Tutto il mio mondo è lì dentro». Queste parole, pronunciate alcuni anni fa da una ragazza, sono diventate quelle di intere generazioni, di intere popolazioni. Tutto il proprio mondo in pugno, comodamente immagazzinato dentro un luccicante dispositivo elettronico connesso 24 ore su 24. Tutta la conoscenza, la memoria, gli affetti, gli impegni, gli svaghi… a portata di tasto. Per ricordare il proprio passato, per conoscere il proprio presente, per programmare il proprio futuro — clic, clic, clic.
E se quel dispositivo smettesse di funzionare? Se all’improvviso, magari in una tiepida notte primaverile, non si sapesse più in cosa consistono i nostri giorni su questa terra? Se non avessimo più a disposizione un’appendice tecnica esterna a cui rivolgerci, come ad un oracolo, per sapere cosa dire, fare, guardare, pensare, baciare, e rimanessimo soli con noi stessi? Moriremmo di noia, constatando la vacuità del nostro essere una volta privato del suo apparire? Oppure sperimenteremmo infine cosa arde davvero nel nostro cuore e nella nostra testa? Creperemmo boccheggiando come pesci fuor d’acqua, o rinasceremmo doloranti come alla fine di una disintossicazione?
Non è un programma politico quantitativo con cui intercettare consensi; non ha bisogno di partiti, assemblee, militanti. È una scommessa vitale qualitativa con cui lanciare una sfida; necessita di individui, affinità, determinazione.

 
Qualche giorno fa, la sera di domenica 24 aprile, è stato reso pubblico l’atteso esito delle elezioni presidenziali in Francia. A sedere all’Eliseo sarà, per la seconda volta consecutiva, Emmanuel Macron. Non è stato certo un trionfo quello del «Cavaocchi» (éborgneur – è l’appellativo che ha saputo conquistarsi sul campo di battaglia), ma è comunque stata una vittoria schiacciante sull’eterna avversaria, figlia più o meno orgogliosa di cotanto padre. Il risultato era prevedibile, essendo risaputo come basti agitare lo spauracchio dell’ascesa al potere dell’estrema destra per far scattare nell’elettorato quel riflesso condizionato che spinge a turarsi il naso e a votare per il candidato opposto. Un vero ballottaggio da incubo, quello fra la Peste e il Colera, tant’è che nelle settimane precedenti il primo turno delle votazioni persino alcuni anarcoglioniti si erano mobilitati per scongiurarlo, facendo propaganda a favore del male minore. Patetico tatticismo che, come al solito, non ha funzionato. La rielezione del Cavaocchi ha immediatamente acceso l’ira di coloro che non hanno dimenticato i corpi mutilati dei contestatori lasciati sul selciato in questi ultimi anni dagli agenti delle forze dell’ordine. A Parigi, Rennes, Tolosa, Marsiglia, Lione… in molti sono scesi in piazza domenica sera per invitare, in maniera più o meno selvatica, Macron ad andarsene. Un invito simbolico, un ribadire sulla strada il non-consenso già espresso dalla diserzione delle urne, una testimonianza di dissenso.
Le elezioni si sono comunque concluse. Lunedì 25 i media riportavano che all’esperto Cavaocchi era andato il 58,55% dei voti, contro il 41,45% a favore dell’erede Strappabudella. Un risultato del tutto virtuale, senza tener conto dell’astensionismo, che si dice abbia raggiunto il 28%. Pare sia stato il più alto dalle elezioni del giugno 1969, le prime dopo il celebre Maggio insurrezionale.
Chissà quanti di quegli astensionisti erano andati a vedere un film allora uscito nelle sale che riscosse un certo successo, film terminato di girare nell’aprile del 1968 dall’enfant-terrible del cinema francese e che aveva come protagonista un noto comico. Vi si narravano le peripezie di un professore di liceo che, assai turbato dal crescente disinteresse dei suoi studenti, dopo aver scoperto che la causa dell’abulia giovanile era la televisione, salì sui tetti di Parigi per sabotarne le antenne. Che assurdità infantile…

Oggi che non si va più all’assalto del cielo, si sguazza nel fango. La dimostrazione pratica più terrificante l’abbiamo avuta in questi ultimi due anni, allorquando miliardi di persone non hanno esitato a barattare la vita con la sopravvivenza, la sensazione di libertà con quella di sicurezza. Davanti alle delazioni ai danni di chi passeggiava all’aperto, alle continue richieste di un lasciapassare sanitario, all’esclusione sociale di chi rifiutava di farsi inoculare un intruglio farmaceutico sperimentale, alla creduloneria verso le più grossolane menzogne della propaganda scientista — aberrazioni riprodotte pari pari nell’attuale emergenza bellica — come continuare ancora a sognare l’incontro fra le sensibilità e le intelligenze? Quali sensibilità, quali intelligenze? Come non riconoscere, una volta per tutte, che davvero «gli schiavi felici sono i più accaniti nemici della libertà»? Constatazione terribile, che squassa l’universo mentale in cui siamo cresciuti ed a cui siamo abituati. E che, se non fa precipitare nel cupo sconforto, può solo spingere ad inoltrarsi su sentieri sterrati da inventarsi anziché ostinarsi a battere strade già asfaltate.
Lo diciamo brutalmente: non ha senso incaponirsi ad esaltare agli occhi dei beati beoti quella libertà che, quando non è del tutto aliena(ta), viene da essi percepita con timore come una minaccia, o con disprezzo come una «concezione liberale» o un’«invenzione borghese». Perciò non resta che una cosa da fare: mandare in rovina la felicità della loro servitù.
 

Nella notte fra martedì 26 e mercoledì 27 aprile, fra le 3 e le 5 del mattino, diverse mani armate di flessibili e desideri hanno tranciato alcuni cavi di fibre ottiche che permettono la circolazione dei dati elettronici, impedendo per diverse ore, se non giorni, l’accesso ad Internet nelle regioni Auvergne-Rhône-Alpes, Bourgogne-Franche-Comté, Grand-Est e Île-de-France. Una serie di «azioni dolose coordinate e di una ampiezza senza precedenti» — secondo la Federazione francese delle telecomunicazioni — avvenute quasi simultaneamente in più punti della Francia, disturbando la connessione digitale sugli assi Parigi-Lione, Parigi-Strasburgo e Parigi-Lille. «In vent’anni d’Internet è la prima volta che vedo un attacco fisico di tale portata», ha confidato un anonimo esperto del ramo al quotidiano Le Monde. Quelle recise sono fibre ottiche particolari, interregionali a lunga percorrenza, usate anche da operatori locali e internazionali e collegate ai vari datacenter, che non si trovano negli armadietti posizionati nelle vie, bensì in tombini sotterranei specifici. Alcuni dei cavi contengono centinaia di fibre ottiche più sottili. Trovandosi questi tombini in zone isolate, gli anonimi sabotatori hanno avuto tutto il tempo non solo di sezionare, ma anche di amputare i cavi, rendendo in tal modo più lunga e laboriosa la loro riparazione.
La potatura di quei cavi ha prodotto un effetto domino sull’interconnessione. E per quanto i vertici delle compagnie telefoniche tendano a sminuire l’impatto di simili «atti vandalici», rassicurando sulla sostanziale invulnerabilità di una rete talmente estesa da essere capace di assorbire il taglio di qualsiasi nodo, va da sé che in simili circostanze ogni percorso alternativo in cui vengano incanalati i dati rischia di ritrovarsi presto ingolfato, quindi a sua volta malfunzionante. Come ha dovuto ammettere un addetto ai lavori, «i sovraccarichi hanno portato a ulteriori arresti anomali, cosa difficile da gestire». Che diventerebbe impossibile se queste interruzioni si moltiplicassero, s’incrociassero e prolungassero, nel tempo come nello spazio.
È facile intuire perché la Procura di Parigi abbia prontamente aperto un’inchiesta volta a scoprire chi abbia voluto «procurare danno agli interessi fondamentali della nazione». Fra gli astuti giornalisti, c’è chi sospetta un intervento di spie russe, ipotizzando che Putin abbia voluto lanciare un monito al neo-rieletto Macron, e chi si dedica a spulciare la pubblicistica della cosiddetta ultragauche — in cui si annovera un po’ di tutto — interessandosi nello specifico ad un blog anarchico ( Sansnom.noblogs.org ) che ha editato un testo che, a suo dire, «se non è una rivendicazione, denota per lo meno un certo giubilo».
Non è la prima volta che in Francia si verificano sabotaggi sulla rete internet: episodi simili erano già avvenuti nel maggio 2020, in pieno confinamento. Ma si tratta della classica punta dell’iceberg, essendo ormai innumerevoli le azioni che avvengono quasi quotidianamente in tutto il territorio francese contro le infrastrutture tecniche dell’alienazione.

Far girare l’economia è soltanto uno fra gli interessi fondamentali della nazione (ovvero di chi la governa). Ma colpire internet impedisce non solo a molte aziende di svolgere il proprio spregevole lavoro, ostacola soprattutto il rifornimento permanente di ciò che Aldous Huxley definiva soma e che oggi noi conosciamo come Facebook, Netflix, Youtube, Instagram, Twitter… droghe digitali di cui (quasi) nessuno sembra in grado di poter fare a meno, giacché oramai tramite esse «siete condizionati in modo tale che non potete astenervi dal fare ciò che dovete fare. E ciò che dovete fare è, nell'insieme, così gradevole, un tal numero d'impulsi naturali sono lasciati liberi di sfogarsi, che veramente non ci sono tentazioni alle quali resistere. E se mai, per mala sorte, avvenisse in un modo o nell'altro qualche cosa di sgradevole, ebbene, c'è sempre il "soma" che vi permette una vacanza, lontano dai fatti reali. E c'è sempre il "soma" per calmare la vostra collera, per riconciliarvi coi vostri nemici, per rendervi pazienti e tolleranti».
Riconciliati con i nostri nemici, pazienti e tolleranti, ci autorecludiamo in casa, indossiamo una mascherina utile solo a non farci respirare, paghiamo per esibire il permesso di farci sfruttare, ci facciamo inoculare un intruglio chimico che non ci dà alcuna immunità e che può perfino rivelarsi letale. Riconciliati con i nostri nemici, pazienti e tolleranti, facciamo da spettatori ad una guerra prendendo le parti dell’uno o dell’altro capo di governo. Riconciliati con i nostri nemici, pazienti e tolleranti, ogni giorno ci lasciamo comandare, controllare, schedare, misurare, protocollare, umiliare.
Sabotare internet non significa allora disturbare solo il corso degli affari, della burocrazia amministrativa, dell’apparato militar-poliziesco. Significa anche sabotare senza alcuna remora e riguardo la felicità degli schiavi,
foss’anche in parte la nostra di felicità, nella consapevolezza che pure nel Nuovo Mondo digitale «l'uso del[la] "soma" non era un vizio personale; era un'istituzione politica; era l'essenza stessa della Vita, della Libertà e del Perseguimento della Felicità, garantiti dalla Carta dei Diritti. Ma questo preziosissimo fra i privilegi inalienabili dei soggetti era al tempo stesso una delle armi più potenti dell'arsenale del dittatore. Il drogaggio sistematico degli individui per il bene dello Stato (e anche, naturalmente, per il piacere dei singoli) era una piattaforma fondamentale della politica dei Controllori del Mondo. La razione quotidiana di "soma" era una garanzia contro il disadattamento personale, contro le agitazioni sociali, contro il diffondersi di idee sovversive».

 
Niente sarà più come prima! non può essere un semplice slogan da esibire prima di partecipare all’ennesimo presidio, all’ennesima assemblea, all’ennesimo corteo. Le esperienze del passato rimangono sì istruttive, a patto di non trasformarle in cantilene consolatorie da ripetere senza conseguenze. Detto fuori dai denti, il passato o il presente non forniscono alcun modello, alcun punto di riferimento, alcun sostegno — solo pochi suggerimenti. Non c’è nessun popolo da mandare alla riscossa, non c’è nessun proletariato o movimento sociale da organizzare, non c’è nessuna classe pericolosa che vive fuori e contro la borghesia. Siamo in territorio ostile, ogni istante. Costretti spesso a nasconderci per sopravvivere, ma non per questo privi della possibilità di tendere agguati ad un nemico sempre più mastodontico, e quindi sempre più con i piedi d’argilla.
Lo stupore della notte si spalancherà solo a chi saprà camminare in solitudine sotto la luna, con le idee chiare, qualche conoscenza, pochi strumenti e tanto furore. Senza specchi in cui rimirarsi o da consultare.
 
[30/4/22]

Sul sito https://www.infrapedia.com/app
è possibile localizzare i vari datacenter e provider informatici diffusi nel mondo.
Di seguito, un elenco parziale di quelli dislocati in Italia:
  • INFRANET AG/SPA - via Antonio Pacinotti 12, Bolzano
  • IRIDEOS spa (uffici) - viale Adriano Olivetti 13, Trento
  • IRIDEOS spa datacenter - via Fersina 23, Trento
  • INASSET srl - via Roveredo 52, Pordenone
  • INASSET srl - via Spilimbergo 66, Passons UD
  • STARSOFTWARE GROUP datacenter-CRM ERP - via Bruno Maderna 7, Mestre VE
  • UUNET Italia srl - str. Terraglio 140, Treviso
  • TRIVENET datacenter - via Croce Rossa 48, Padova
  • NET GLOBAL datacenter/ALL3 - via Lisbona 7, Padova
  • IRIDEOS spa - via Svizzera 9, Padova
  • INTERPLANET AXERA - via Madonnetta 215, Montecchio Maggiore / Alte Ceccato VI
  • IRIDEOS spa - via Antonio Meucci 14, Verona
  • PLANETEL spa - via Pietro Vassanelli 13, Festara VR
  • INTRED - via Pietro Tamburini 1, Brescia
  • INTRED Telecomunicazioni - via Creta 15, Brescia
  • PLANETEL spa - via Boffalora 4, Treviolo BG
  • ARUBA spa - via S. Clemente 53, Ponte San Pietro BG
  • PROMO.IT srl - via Bergamo 60, Merate LC
  • UTILITY LINE ITALIA - via Mezzera 29a, Seveso MB
  • TELECOM Italia SPARKLE spa - via Strada antica di Cassano 8, Cassina de’ Pecchi MI
  • IRIDEOS - viale L. Bodio 37, Milano
  • MOMIT srl - viale Enrico Forlanini 23, Milano
  • COLT Technology Services spa - viale Vincenzo Lancetti 23, Milano
  • COLT Technology Services spa - viale Edoardo Jenner 56, Milano
  • WIIT spa - via dei Mercanti 12, Milano
  • WIIT uffici - via Muzio Attandolo / via Ascanio Sforza 7, Milano
  • IRIDEOS - via Enrico Fermi 47, Settimo Milanese MI
  • Avalon Campus IRIDEOS - via Caldera 21, Milano
  • ULI/Utility Line Italia - via Caldera 21, Milano
  • TELNET srl - via Caldera 21, Milano
  • GTT - via Caldera 21, Milano
  • UUNET Italia srl - via Caldera 21, Milano
  • FIBER TELECOM spa - via Caldera 21, Milano
  • KPNQwest Italia spa - via Caldera 21, Milano
  • EQUINIX DATA CENTER ML2 - via Savona 125, Milano
  • EQUINIX DC ML4 - via Privata Cascia 5, Milano
  • EQUINIX DC ML3 - via Francesco Sforza 13, Basiglio MI
  • EQUINIX DC ML5 - via Reiss Romoli 40, Settimo Milanese MI
  • DATA4 MILAN Campus - via Monzoro 101/105, Cornaredo MI
  • SUPERNAP Italia - via del Bosco Rinnovato, Assago MI
  • TELNET srl - via Bruno Buozzi Pavia
  • STACK Infrastructure - via Marche 8/10, Siziano PV
  • VISIANT OUTSOURCING srl - via Pier Carlo Boggio 21, Torino
  • VISIANT OUTSOURCING srl - strada del Drosso 6, Torino
  • CSI PIEMONTE - corso Unione Sovietica 216, Torino
  • TEX97 spa - corso Cairoli 4, Torino
  • COLT TECHNOLOGY SERVICES DC - via Livorno 60, Torino
  • IT.GATE spa - corso Galileo Ferraris 33, Torino
  • BBBELL - corso Svizzera 185, Torino
  • COLT Technology Services - via Livorno 60, Torino
  • TELECOM SPARKLE - via Ceresolia, Fossano CN
  • EQUINIX GN1 - Lungobisagno Istria 14/A, Genova
  • INFN, Polo Scientifico Tecnologico - via Giuseppe Saragat, Ferrara
  • COMeSER srl - via Fellini 25a, Fidenza PR
  • NAQUADRIA datacenter - via Orsi 39, Piacenza
  • AMPERSAND srl - via Alberto Picco 3, La Spezia
  • WELCOME ITALIA spa - datacenter , via Egidio Giannessi 14, Pisa
  • SIRIUS Technology DC - via di Folonica 138, Quarrata (PT)
  • SIRIUS Technology DC - viale Montegrappa 306, Prato
  • ARUBA spa - datacenter IT1, via Pietro Gobetti 96, Arezzo
  • ARUBA spa - datacenter IT2, via Sergio Ramelli 8, Arezzo
  • APPLICO datacenter - via A. Monteneri 43, Sant’Andrea delle Fratte PG
  • FASTNET spa - via Oliviero Zuccarini 1, Ancona
  • GEM Elettronica - via Amerigo Vespucci 9, San Benedetto del Tronto AP
  • IRIDEOS - via Carlo Perrier 9, Roma
  • IRIDEOS spa - viale Battista Bardanzellu, Roma
  • COLT Technology Services - via Simone Martini 127, Roma
  • NAMEX - via dei Tizi 2c, Roma
  • PANSERVICE - via Serchio, Latina
  • POSITIVO - via Terre Risaie 20, Salerno
  • CONVERGENZE spa - via Seliano 2, Capaccio SA
  • TLCWEB - via Coschi 11, Lamezia Terme CZ
  • OPEN HUB MED - Ss113 10, Carini PA
  • TELECOM Italia Mobile spa - via Ugo La Malfa 208, Palermo
  • WICITY - via S. Nicola 68, Vernole LE