Brulotti

Schiuma

 

Boris Vian
 
«Perché ci disprezzano tanto?» domandò Chloe. «Non mi sembra che lavorare sia poi così bello…».
«A loro hanno raccontato così» disse Colin. «In generale si dice che lavorare sia la cosa migliore. Di fatto però non lo pensa nessuno. Si fa così un po’ per abitudine, e un po’ proprio per non pensarci troppo».
«In ogni caso, è stupido fare un lavoro che potrebbe essere fatto solo dalle macchine».
«Le macchine bisogna costruirle» disse Colin. «Chi lo farà?».
«Ah, certo». Disse Chloe. «Per fare un uovo, ci vuole una gallina, una volta che abbiamo la gallina, possiamo avere un sacco di uova. Dunque la cosa migliore è cominciare dalla gallina».
«Bisognerebbe però sapere» disse Colin «chi è che impedisce di fare altre macchine. Si vuole che manchi il tempo. La gente perde tutto il suo tempo a vivere, e così non gliene resta più per lavorare».
«A me sembrava il contrario» disse Chloe.
«No» disse Colin. «Se la gente avesse il tempo per costruire delle macchine, poi non avrebbe più bisogno di fare niente. Quello che voglio dire, insomma, è che si lavora per vivere invece di lavorare per costruire delle macchine che permetterebbero di vivere senza lavorare».
«Complicato» giudicò Chloe.
«No» disse Colin. «È semplicissimo. È chiaro che tutto questo dovrebbe avvenire progressivamente. Ma si perde tanto di quel tempo a fare delle cose che dopo un po’ si logorano…».
«Ma non credi che preferirebbero starsene a casa e abbracciare le loro mogli e andare in piscina e a divertirsi?».
«No» disse Colin. «Perché non ci pensano».
«Ma ti sembra che sia colpa loro se pensano che lavorare è giusto?».
«No» disse Colin «non è colpa loro. Tutto dipende dal fatto che gli hanno detto: “Il lavoro è sacro, è bello, è buono, è la cosa più importante, e solo chi lavora ha tutti i diritti”. Però poi si fa il possibile per farli lavorare continuamente, così che loro non hanno il tempo di far valere i propri diritti».
«Allora vuoi dire che sono scemi?» disse Chloe.
«Sì, sono scemi» disse Colin. «È per questo che sono d’accordo con quelli che gli raccontano che lavorare è il massimo. Questo li libera dal problema di pensare di cercare di migliorare e di non lavorare più».
 
[da L'écume des jours, 1947]